Leggere un buon romanzo fa bene ai neuroni. Lo conferma uno studio realizzato da ricercatori americani e canadesi che hanno sottoposto alla Risonanza Magnetica (che permette di vedere quali aree cerebrali si attivano, svolgendo un determinato compito) alcuni volontari mentre leggevano brani ricavati da romanzi, biografie, riviste, libri di selfhelp. A seconda del tipo di letture, si sono attivate determinate aree cerebrali. Ad esempio, brani che descrivono persone e pensieri attivano la corteccia cerebrale prefrontale, nella zona anteriore del cervello; brani a contenuto più fisico attivano i lobi temporali mediali, situati a livello delle tempie. Il coinvolgimento di queste aree durante la lettura conferma il substrato neurobiologico dell’effetto della narrativa sulla psiche: incremento delle abilità di comprensione delle relazioni sociali, intuizioni dei sentimenti, dei pensieri, delle relazioni degli altri. Come sostiene Diana Tamir del Department of Psychology della Princeton University, tra gli autori dello studio pubblicato su Affective Neuroscience: <Leggere finction per un’intera settimana si associa all’aumento dell’empatia, in particolare nei casi in cui il lettore riporti un alto livello di trasporto verso le emozioni dei personaggi e gli eventi della storia letta>. (P.T.)