Sarà l’immunologo Alberto Mantovani, direttore dell’Istituto Clinico Humanitas, ad inaugurare il tradizionale Festival della Mente di Sarzana, in programma dal 4 al 6 settembre, che quest’anno ha come tema conduttore il “sogno”. E proprio il sogno dei padri della medicina sta diventando realtà: utilizzare le armi del sistema immunitario nella lotta contro il cancro. Ne parlerà ampiamente l’immunologo, tra i primi a sperimentare queste nuove terapie, che si stanno affiancando con successo a quelle tradizionali. E forse si potranno impiegare queste armi anche per combattere il Covid-19, potenziando la risposta immunitaria dell’organismo. Una sfida a cui farà cenno il professor Mantovani nella sua relazione in programma per venerdì 4 settembre, ore 17.30, in Piazza Matteotti a Sarzana.
Sabato 5 settembre alle 18 in Piazza d’Armi, fortezza Firmafede, sarà protagonista l’antropologa Arianna Cecconi, che insegna Antropologia all’École Nationale d’Architecture di Marsiglia: a lei il compito di sviscerare la tematica del sogno. Perché sogniamo? Da dove vengono i sogni? Sono messaggi delle divinità, richieste delle anime dei morti, desideri repressi che riemergono dall’inconscio? A questi interrogativi cercherà di rispondere l’antropologa che, partendo da una ricerca etnografica delle Ande e poi proseguita in Europa, esplorerà i diversi modi di sognare, raccontare, interpretare i sogni. Cercherà anche di capire come persino alcuni eventi storici o crisi sociali possono entrare nei nostri sogni, fino a creare una trama onirica collettiva.
Ragazzi e adolescenti, tra sogno, avventura, ma anche trasgressione e pericolo: sarà il tema affrontato dalla psicologa e psicoterapeuta, già docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università La Sapienza di Roma, Anna Oliverio Ferraris al Festival della Mente, domenica 6 settembre, ore 14.45 in Piazza Matteotti, con la conferenza “Doppio Sogno”. I ragazzi pieni di energie e di voglia di vivere, se non riescono a realizzare concretamente le loro avventure, le proiettano nel mondo virtuale, attraverso storie rocambolesche, partecipazione a videogiochi, esplorazione di siti violenti. In rete possono trovare imbonitori, come i trapper, che insegnano loro la trasgressione e l’uso di droghe. Fuori dalla rete trovano lo spacciatore che procura loro un “viaggio”, a volte senza ritorno. E questo allarma molto i genitori e gli educatori, il cui sogno è invece quello di trovare un modo per aiutare i ragazzi a mantenersi in rotta, sia pure senza dover rinunciare a qualche avventura….
Paola Trombetta