Tra le molteplici iniziative promosse nell’ambito del Festival “Il Tempo delle Donne”, organizzato dal Corriere della Sera e da 27esima Ora, fino al 26 settembre (www.iltempodelledonne.it), è stato presentato il “Metodo delle cinque D” per contrastare le molestie, sempre più diffuse in famiglia e nel mondo del lavoro. Si tratta del Progetto “Stand Up”, ideato da L’Oréal Paris e dalla Ong statunitense Hollaback! già operativo in nove Paesi (Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Ucraina, Messico, Canada e USA). Obiettivo: formare un milione di persone nel mondo che sappiano come fare per fronteggiare una molestia. Il progetto partirà in Italia tra ottobre e novembre, in collaborazione con la 27esima Ora del Corriere della Sera, che ha promosso l’alleanza con l’Associazione Alice Onlus. A presentarlo alla Triennale di Milano, nell’evento dal titolo: “Fischi, allusioni, sguardi: le molestie in luogo pubblico” sono state Stefania Andreoli e Cristina Obber. <Il “Metodo delle cinque D” diventerà uno strumento importante per formare una generazione di persone in grado di mettere in pratica un comportamento antimolestie. Si tratta di 5 strategie fondamentali per non voltarsi dall’altra parte quando si assiste a una molestia e non lasciar correre quando la si subisce. Le 5 D sono: Distrarre, Dare sostegno, Delegare, Documentare, Dire. Con l’ausilio di filmati, esperienze dirette e suggerimenti, Alice Onlus metterà a disposizione i suoi esperti che, in 20 sezioni online, formeranno più di 3 mila persone. Chi ha visto uno di questi corsi, garantisce che reagire davanti a una molestia diventa più facile perché si imparano trucchi per riconoscerla e si diventa capaci di affrontarla>. Quanti di noi si girano dall’altra parte e non sanno come reagire? Ben pochi sono in grado di intervenire per bloccare le molestie. E qualcuno, come Willy Monteiro, ha addirittura sacrificato la vita. Questo metodo potrebbe allora diventare uno stimolo per reagire con determinazione e non farsi sopraffare dalle molestie, sempre più diffuse anche nei luoghi pubblici e di lavoro.
Paola Trombetta