«Se non fosse stato per l’intuito della dottoressa Annalisa Malara, anestesista all’ospedale di Codogno, che ha voluto subito fare un tampone per sospetta infezione da Covid, non sarei forse riuscito a sopravvivere». Sono le parole commosse di Mattia Maestri, il primo paziente colpito dall’infezione Covid-19, intervenuto a Palazzo Lombardia per la premiazione, promossa da Onda nell’ambito del IV Congresso nazionale, di 206 donne che si sono distinte per l’impegno in prima linea nella gestione dell’epidemia di Sars-Cov2. Dottoresse, infermiere, ostetriche, tecniche di laboratorio, psicologhe sono alcune tra le figure sanitarie a ricevere il riconoscimento “Donne e Covid-19”: «Un’opportunità per ringraziare tutte le donne che hanno avuto un ruolo chiave nella gestione di questa emergenza sanitaria, distinguendosi per il loro essenziale contributo», ha puntualizzato Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. «I lunghi mesi di emergenza sanitaria hanno visto il personale degli ospedali con i Bollini Rosa in prima linea nella gestione della pandemia: molte lavoratrici hanno dovuto isolarsi dagli affetti più cari e la loro resistenza, sia fisica che mentale, è stata messa a dura prova». A consegnare il riconoscimento è stato proprio Mattia Maestri, che in prima persona testimonia l’impegno e la dedizione riservata ai pazienti durante l’emergenza: «La prima cosa che mi viene in mente è dire”‘grazie” e non basterebbero pagine e pagine per ringraziare tutti nel modo giusto. Il mio è un messaggio di stima verso tutti coloro che lavorano nel campo sanitario, che hanno combattuto e stanno ancora combattendo in prima linea contro il diffondersi del virus. Sono stati chiamati a fare turni infiniti e strazianti e con determinazione e professionalità hanno dato il massimo, sono stati la colonna portante dell’intero Paese in una situazione di emergenza estrema. E anche adesso che la situazione sembra più tranquilla, non vanno certo dimenticati».
Le assegnazioni dei Premi sono state decise da un Comitato composto da medici ed esperti di settore, sulla base delle segnalazioni ricevute dagli ospedali Bollini Rosa, molte delle quali pervenute in particolare da Lombardia e Veneto, le regioni più colpite della pandemia. Storie di resistenza e tenacia si sono affiancate a storie di sensibilità e umanità. Come quella della dottoressa marchigiana che ha dovuto combattere la sua battaglia non solo in corsia, ma anche tra le mura domestiche. Mamma di una bambina con fibrosi cistica, malattia genetica grave e ancora orfana di una cura risolutiva, si è messa in autoisolamento per mesi e al contempo è stata il perno del Pronto Soccorso durante l’emergenza, guidandolo dalla sua casa. Si è distinta per aver contribuito a scoprire i primi casi di Coronavirus, riuscendo nella difficile impresa di governare e rivoluzionare l’attività del pronto soccorso per la gestione dei pazienti Covid-positivi (vedi articolo al link: https://www.donnainsalute.it/2020/05/mamma-e-medico-contro-il-coronavirus-e-la-fibrosi-cistica/).
«L’attestato di “Donne e Covid-19” ha un valore iconico per il presente perché esprime la riconoscenza alle donne che, ancora una volta, hanno dimostrato una capacità di servizio che integra la loro professionalità con l’espressione dei valori di altruismo. Per il futuro attesta una garanzia per il Sistema Sanitario nazionale», afferma Giorgio Fiorentini, Docente Senior Area pubblica Amministrazione Sanità e Non profit, Uni Bocconi, Presidente Associazione Sottovoce. Le premiate hanno ricevuto anche le immagini fotografiche delle opere dei tre writers che hanno aderito all’iniziativa: Austin Fowler (https://austinzart.com/), Laika (https://laika1954.com/) e Cheone (Cosimo Caiffa) tramite l’associazione UNISONO APS, Spazio Baluardo di Milano. Dall’Italia agli Stati Uniti, alla Cina gli artisti hanno lanciato nuovi messaggi, celebrando il lavoro del personale sanitario e invitando gli abitanti delle città a non uscire di casa dipingendo mascherine e divieti.
Paola Trombetta