Vitamina D: ne servono scorte per l’inverno post lockdown

Non è irreale pensare che quest’anno si possa giungere alle soglie dell’inverno a corto o sprovvisti di quantità sufficienti di vitamina D, quella che si accumula in condizioni normali stando all’aria aperta e esponendosi al sole. Evento che quest’anno è stato condizionato dal Coronavirus, che ci ha chiusi in casa proprio nel periodo più propizio (in Italia da marzo in poi) per fare scorta di questa vitamina indispensabile per il benessere e sostentamento delle ossa, dei bambini e dei ragazzi compresi. «Quest’anno – ha affermato Francesco Vierucci, pediatra presso la Struttura complessa di Pediatria dell’Ospedale San Luca di Lucca in occasione del Convegno “Napule è… pediatria preventiva e sociale” dedicato alla prevenzione, allergologia, dermatologia, nutrizione e gastroenterologia in età pediatrica, promosso dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS) – i pediatri dovranno prestare più attenzione al fatto che un maggior numero di bambini potrebbe essere carente di vitamina D, con possibili ripercussioni a livello osseo in età scolare». Occorre dunque fare una corretta profilassi: «Si tratta di assumere vitamina D – spiega il pediatra – a dosaggi fisiologici giornalieri, assolutamente raccomandati, per cui non è necessario andare a misurare il livello della vitamina stessa presente nel sangue, salvo nei bambini con sintomi carenziali clinici evidenti che verranno valutati dal pediatra».

La vitamina D può proteggere parzialmente dal coronavirus? È stata una domanda tra le più ricorrenti del periodo, soprattutto tra i pazienti e i genitori, a cui però non c’è ancora una risposta certa. «I dati disponibili a riguardo sono pochi – commenta Vierucci – e non consentono di stabilire se la profilassi con vitamina D possa essere una reale ed efficace strategia di prevenzione di Covid-19 o di trattamento della malattia. Sembrerebbe tuttavia esistere una associazione tra carenza grave di vitamina D e peggior risoluzione della malattia. Quello che è vero è che lo stato vitaminico regola e potenzia l’immunità: pertanto è corretta l’indicazione di garantire a tutti i fabbisogni giornalieri di vitamina D raccomandati».

Francesca Morelli

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