Sono due donne ad aver ottenuto il Nobel per la Chimica di quest’anno: la biochimica francese Emmanuelle Charpentier (51 anni) che attualmente lavora a Berlino, dove dirige l’Istituto Max Planck Unit per le Scienze dei patogeni e la chimica americana Jennifer A. Doudna (56 anni), che lavora a Berkeley nell’Università della California. La motivazione dell’ambito premio? Aver messo a punto la tecnica che taglia-incolla il Dna, consentendo così di riscrivere e modificare il codice della vita. Aprendo così la via allo studio di terapie per malattie finora orfane di farmaci. La tecnica Crispr/Cas9, scoperta da Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, è uno degli strumenti più potenti, di altissima precisione per modificare l’informazione genetica (Dna) di animali, piante e microrganismi. Presentata per la prima volta nel 2012, questa tecnica ha permesso di rivoluzionare la ricerca nelle Scienze della vita, aprendo nuove strade per la cura di molte malattie, da alcune forme di tumore alla fibrosi cistica, fino all’ipotesi di essere utilizzata per alcune malattie ereditarie.
Tutto è iniziato per caso, dalle ricerche di Emmanuelle Charpentier sul batterio Streptococcus pyogenes, responsabile di infiammazioni nell’uomo, in particolare dalla scoperta di un frammento del patrimonio genetico utilizzato dal batterio come arma per combattere i virus. Nello stesso anno della scoperta, il 2011, Charpentier comincia a collaborare con Jennifer Doudna per ricostruire in provetta l’arma del batterio, trasformandola in uno strumento più facile da utilizzare. In un solo anno le due ricercatrici hanno ottenuto delle “forbici molecolari” capaci di tagliare la molecola della vita, il Dna, e di farlo con precisione, in un determinato sito. Era subito chiaro che riuscire a tagliare il Dna in modo preciso avrebbe significato poter riscrivere il codice della vita. E solo due abili “sarte” come le ricercatrici in questione sono riuscite nell’intento.
<Le donne – ha dichiarato Emmanuelle Charpentier, in collegamento con la sede dell’Accademia svedese delle Scienze a Stoccolma – possono lasciare un segno incisivo nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che intendono dedicarsi alla ricerca. Questo riconoscimento dimostra che anche le donne possono ricoprire un ruolo fondamentale nel mondo della scienza attraverso le ricerche che svolgono>.
Paola Trombetta