Metodi innovativi per dare scacco alla balbuzie

Un milione di italiani (1,7% della popolazione) di cui 150 mila minori, in prevalenza maschile, convivono con la balbuzie, 570mila bambini soffrono di Disturbi Specifici del Linguaggio, oltre 250 mila dell’Apprendimento. Sono numeri importanti, diffusi dal Centro medico Vivavoce, in occasione della Giornata Mondiale della Balbuzie (22 Ottobre) per risollevare l’attenzione su problematiche la cui diagnosi e trattamento spesso arrivano in ritardo. Mediamente 18 mesi di attesa prima di accedere a strutture pubbliche, esponendo i bambini in media 3 volte di più al rischio di bullismo e gli adulti (circa il 23% in più della media) alla difficoltà di trovare un lavoro. Disturbi della parola e del linguaggio, dunque, che impattano in maniera importante sull’autostima e la qualità di vita di chi ne è portatore, sul contesto socio-relazionale, ma che oggi possono avere una risposta terapeutica più efficace, spesso risolutiva, grazie a metodiche innovative e digitali, messe a punto dal Centro Vivavoce e dal suo fondatore Giovanni Muscarà, lui stesso balbuziente, che ha misurato i risultati su se stesso. Tre gli approcci che il centro utilizza: il Metodo MTR-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering) che oltre a insegnare rimedi per evitare la balbuzie come il prolungamento di suoni, l’iperarticolazione e le cantilene o affrontare il problema esclusivamente dal punto di vista psicoemotivo, prevede un lavoro di rieducazione che parte dal controllo del singolo movimento necessario a produrre un fonema, fino alla gestione del linguaggio in un contesto di ansia e di stress. Il percorso di riabilitazione è attuato attraverso Riablo e la strumentazione di Biofeedback. Il primo, grazie all’utilizzo di un software e della raccolta di dati, consente di valutare l’acquisizione del movimento del paziente durante specifici esercizi; la seconda permette di visualizzare alcuni parametri che segnalano l’attività del Sistema Nervoso Autonomo, come temperatura, battito cardiaco, respirazione, e di misurarne la variazione in tempo reale durante eventi stressanti,  ad esempio durante l’annuncio di fare una telefonata, per “educare” poi la persona a gestire anche gli aspetti più emozionali legati alla fonazione. In ultimo una App Vivavoce, utilizzata nella fase di 6 mesi dopo il corso, che consente un follow-up quotidiano fra paziente-professionista di riferimento, contribuisce a migliorare l’efficacia del periodo di riabilitazione a distanza. Mentre è in fase di studio una nuova App che permette di integrare e ottimizzare il percorso riabilitativo con la tecnologia già in uso (dispositivo e Biofeedback), effettuando vere e proprie sessioni riabilitative a distanza con i professionisti Vivavoce.

Francesca Morelli

 

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