Il prossimo 18 aprile, data ironicamente coincidente con il tax day, il giorno della presentazione della dichiarazione dei redditi USA, verranno distribuite a New York delle palline anti-stress a forma di limone lavorate a maglia, in occasione del National Stress Awareness Month, il mese statunitense della consapevolezza dello stress.
L’iniziativa è l’atto conclusivo di una campagna lanciata l’anno scorso dal titolo “Stitch Away Stress”, che in italiano suona più o meno come “cuci via lo stress”, promossa dal Craft Yarn Council, l’associazione che raggruppa gli operatori dell’artigianato dei filati. Tale progetto aveva lo scopo di far conoscere le proprietà antistress di attività come il ricamare e lavorare a maglia e all’uncinetto.
Esistono infatti studi che affermano come tali lavori riescano ad abbassare la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e a ridurre i livelli ematici nocivi di cortisolo, l’ormone dello stress. Questi effetti sarebbero paragonabili a quelli ottenibili con meditazione e yoga, con in più la gratificazione finale di aver prodotto un oggetto con le proprie mani, aspetto che contribuisce anche ad accrescere l’autostima.
Ma sferruzzare non sarebbe solo un potente anti-stress da godere nella solitudine delle mura domestiche. Lavorare a maglia e all’uncinetto favorirebbe anche la socializzazione. Partiti negli Stati Uniti, i Knit Cafè hanno cominciato a diffondersi anche a casa nostra. Sono luoghi dove ci si incontra per condividere la passione per confezionare sciarpe, maglioni e tanto altro; si lavora, si chiacchera, ci si scambiano opinioni concentrati sul proprio hobby, lasciando fuori preoccupazioni e problemi. Ne sono un esempio i Misterlino (www.misterlino.com) di Parma e Reggio Emilia, dove si può “fare la calza” sorseggiando un caffè, ma anche a Roma, Milano, Torino e in altre città sono nati spazi, all’interno di locali, librerie o negozi, per chi ama questa attività.
Ma se i Knit Cafè rappresentano la faccia più alla moda e “social” del lavorare a maglia, non va dimenticata la sua valenza terapeutica. L’associazione il Gomitolo Rosa di Biella (www.gomitolorosa.org), ad esempio, promuove il lavoro a maglia negli ospedali come strumento per ridurre l’ansia nei pazienti, soprattutto quelli oncologici. Progetti attivi in strutture come la clinica Mangiagalli di Milano, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e le Molinette di Torino, solo per citarne alcune, hanno mostrato come concentrarsi sui movimenti ritmati e ripetuti del lavoro a maglia aiuti a distogliere l’attenzione dai problemi e porti ad attenuare la tensione, l’ansia e lo stress che la malattia porta con sé. (Cristina Gaviraghi)