C’è Costanza che dall’età di 14 anni convive con l’anemia falciforme, la talassemia e una dipendenza dalle trasfusioni, eppure è riuscita a fare la sua vita: si è laureata, sposata, ha adottato due figlie ed è volontaria per l’associazione CFT (Comitato Famiglie Talassemici), impegnata a chiamare a raccolta nuovi donatori di sangue, ancora più necessari in epoca di pandemia. E poi ci sono Giorgio Pio e Annarita. Sono loro i tre protagonisti della campagna “Blood Artists”, le cui storie di vita quotidiana compatibile con queste due forma di malattia rara del sangue, sono raccontate per immagini da tre famosi Street Artists – Coquelicot Mafille, Stereal e Napal – sui muri della scuola primaria Via Flavio Gioi, a Sassari, una della città italiane a più alto indice di talassemia. La città sarda sarà la prima tappa itinerante, a partire dal 2021, di questo “flash mob” (al momento solo virtuale su Instagram attraverso il canale @BloodArtists e con l’hashtag #BloodArtists) che intende coinvolgere tutta la popolazione e in particolare i giovani, a farsi interpreti di un semplice gesto: la donazione di sangue, salvavita per i 7mila pazienti affetti da talassemia, i circa 2-3mila con anemia falciforme e i 1.800 italiani che ogni giorno si sottopongono a una trasfusione di sangue per (soprav)vivere. «In questi anni sono stati fatti enormi passi avanti per allungare la vita dei pazienti con anemia falciforme e talassemia e migliorarne la qualità – spiega Gian Luca Forni, presidente della Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (SITE) – ma non è abbastanza. C’è ancora poca consapevolezza sul carico assistenziale che gravita su di essi. La forza di una campagna come “Blood Artists” è quella di sperimentare un linguaggio innovativo per parlare a tutti di queste malattie congenite del sangue, ancora poco conosciute, nonostante la larga diffusione che hanno in Italia».
Forte è anche l’appello delle associazioni: «Vogliamo aumentare l’attenzione su queste patologie, affinché i bisogni dei pazienti possano trovare soddisfazione anche attraverso la solidarietà dei giovani mediante un atto di donazione». Perché questa campagna? «Da sempre la promozione della donazione di sangue – commenta Gianpiero Briola, Presidente Nazionale dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue (AVIS) – trova nell’arte una delle sue massime espressioni: è attraverso la potenza evocativa delle immagini che l’animo umano si emoziona e coglie il significato più profondo di valori nobili come la solidarietà e la generosità che misuriamo nell’apporto di oltre 1,6 milioni di donatori che permettono all’Italia di essere autosufficiente nella raccolta di globuli rossi. A differenza, invece, delle donazioni di plasma che non sono ancora riuscite a sopperire le necessità interne. Per questo è importante incentivare la donazione, soprattutto tra i giovani, affinché possano farsi portavoce di quel messaggio di cittadinanza attiva che AVIS, da oltre novant’anni, diffonde in tutto il mondo». La campagna “Blood Artist”, promossa da Novartis, è realizzata in collaborazione con Avis, Fondazione Italiana “Leonardo Giambrone” per la Guarigione dalla Talassemia e Drepanocitosi, UNIAMO FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare), United Onlus (Federazione Nazionale delle Associazioni per le Anemie Rare, le Talassemie e la Drepanocitosi) e con il patrocinio di SITE e Fondazione For Anemia.
Francesca Morelli