Il caffè “risveglia” l’attenzione e la concentrazione quando il sonno è scarso

Sfatiamo un falso mito: il caffè non disturba il sonno. Almeno non nel breve termine. È quanto sostiene una recente ricerca condotta dall’Institute of Aerospace Medicine di Colonia, in Germania, pubblicata sulla rivista scientifica “Progress in Neuro-Psychopharmacology and Biological Psychiatry”. Sembrerebbe anzi favorire l’attenzione e le funzioni cognitive nei casi di sonno irregolare. Lo studio è stato reso noto in occasione della Giornata Mondiale del Sonno (19 marzo), celebrata ogni anno il venerdì precedente all’equinozio di primavera e quest’anno incentrata sull’importanza del sonno regolare e sui benefici che il giusto riposo può apportare all’organismo. Lo studio presentato ha suddiviso i partecipanti in due gruppi: uno invitato a bere caffè con caffeina (300 mg), l’altro a consumare caffè decaffeinato. Per cinque giorni, tutti i partecipanti hanno dormito poco, solo cinque ore per notte: obiettivo era infatti valutare la conseguente sonnolenza di ciascuno, i livelli di attenzione, prontezza, tempo di reazione, accuratezza e memoria. e se la qualità del caffè potesse favorire questi differenti aspetti cognitivi.

Cosa è emerso? Che il consumo moderato di caffè con caffeina, pari cioè a 3–5 tazze al giorno contribuisce a limitare il calo dell’attenzione e delle funzioni cognitive in misura maggiore rispetto a quello decaffeinato, seppure l’effetto positivo sia limitato ai primi tre o quattro giorni in cui il sonno è ridotto. Come a dire che i benefici del caffè sulla carenza del sonno sono solo temporanei e che non esiste un adeguato sostituto del buon riposo. Secondo le stime, oltre 30% della popolazione adulta occidentale dormirebbe meno delle 7-8 ore raccomandate nei giorni lavorativi e il 15% meno di 6 ore a notte, ignaro delle possibili conseguenze. Se si continua per lungo tempo a dormire poco l’impatto sulla salute e sul benessere sono evidenti: sonnolenza e riduzione della veglia e dell’attenzione sono dietro l’angolo.

«Il nostro studio – dichiara la dottoressa Denise Lange, dell’Istituto tedesco e coautrice della ricerca – è tra i primi ad avere esaminato gli effetti del caffè in un contesto reale, in cui cioè le bevande contenenti caffeina vengono comunemente e quotidianamente assunte anche da persone che soffrono di riduzione cronica del sonno, arrivando a concludere che, per qualche giorno, un consumo moderato di caffè può limitare alcune ripercussioni dovute al sonno ridotto». Ovvero? Sembrerebbero ridotti gli effetti negativi sulle funzioni cognitive, come il calo dell’attenzione, dei tempi di reazione e della memoria, tipici di chi passa gran parte della notte in bianco. Siete curiosi di saperne di più? Sul sito di ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee), in un video la dottoressa  Lange, spiega risultati della ricerca.

Francesca Morelli

Articoli correlati