Complice la pandemia da Covid-19, nell’ultimo anno si è registrata un’importante riduzione della disponibilità di latte umano presso Banche del Latte distribuite sul territorio, dovuta soprattutto ai timori delle mamme a recarsi presso l’ospedale per la donazione e dalla sospensione, in alcuni casi, del Servizio di raccolta del latte al domicilio della neo-mamma. Lo annunciano con preoccupazione, in occasione della Giornata Mondiale della Donazione del Latte Umano (19 maggio), la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e l’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD). Il latte umano rappresenta un alimento e un “dono” fondamentali per la crescita di neonati prematuri e di quelli più fragili che non possono riceverlo dalle proprie mamme. Qualche dato: in Lombardia, epicentro dell’emergenza sanitaria, la Banca “Nutrici” della Mangiagalli a Milano ha registrato un calo delle donatrici del 47%, la Banca del Latte dell’Ospedale Sant’Anna di Torino del 23% e la Banca del Latte dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma dell’8%, mentre sono rimaste stabili per numeri di donatrici nel 2019 e 2020, la Banca del Latte Umano dell’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo e, in controtendenza, sono cresciute del 3% e del 4% le donazioni alle Banche dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo e dell’Ospedale Meyer di Firenze.
Timori, spiegano gli esperti, ingiustificati perché l’organizzazione e la gestione delle BLUD garantiscono, anche in epoca Covid, sicurezza e qualità del prodotto, tutelando le mamme donatrici e i neonati che ne beneficeranno, con l’introduzione di protocolli aggiuntivi, tra i quali lo screening delle donatrici per SARS-Cov-2. Ulteriori buone ragioni di questa pratica sono i sensibili vantaggi per il nascituro, contenuti in un documento redatto sulle raccomandazioni per la costituzione e l’organizzazione di una Banca del Latte Umano Donato. Questo documento riduce l’incidenza di intolleranze alimentari, di enterocolite necrotizzante, di displasia broncopolmonare, di sepsi e di altre infezioni, di retinopatia del prematuro, favorisce il raggiungimento dell’alimentazione enterale esclusiva,migliora gli esiti neurocognitivi e promuove lo sviluppo cerebrale. Da un punto di vista clinico, l’utilizzo precoce del latte Umano Donato consente la riduzione dei tempi di degenza e favorisce la promozione dell’allattamento materno esclusivo nelle TIN (Terapie Intensive di Neonatologia), con una percentuale superiore al 60% alla dimissione.
Nel mondo sono oltre 750 banche del latte umano donato, distribuite in 66 paesi: di queste quasi la metà è in Europa, con 270 banche operative, e 39 in Italia, con una maggiore presenza nelle regioni del Centro-Nord, confermando il nostro territorio a livello europeo, quello con il maggior numero di BLUD. Ogni anno beneficiano di questo alimenti 800 mila neonati. «La generosità – concludono Fabio Mosca, Presidente SIN e Guido Moro, presidente AIBLUD – deve superare la paura e la cultura della donazione promossa e incentivata, anche con l’aiuto delle istituzioni, a livello locale e nazionale attraverso politiche mirate ad aumentare la disponibilità ed abbattere i costi del Latte umano donato. All’interno di un buon programma di assistenza sanitaria, ogni donna dovrebbe contare sulla vicinanza di una Banca del Latte e sapere che è possibile donare liberamente e in sicurezza, consapevole dell’importanza del gesto che andrà a compiere».
Francesca Morelli