Interventi mirati a specifici deficit, effettuati con l’aiuto di software dedicati, hanno mostrato risultati molto incoraggianti nella riabilitazione da deficit cognitivo in persone affette da Sclerosi Multipla, una patologia che colpisce le donne in numero doppio rispetto agli uomini. E’ quanto emerso dal Congresso SIN (Società italiana di Neurologia) appena concluso a Milano.
I disturbi cognitivi sono sintomi purtroppo frequenti e invalidanti nella Sclerosi Multipla e colpiscono fino al 70% dei pazienti, anche nelle primissime fasi della malattia. Hanno gravi ripercussioni sull’autonomia, la vita sociale e la qualità di vita dei pazienti – ce lo aveva già dichiarato, qualche settimana fa, il Professor Francesco Patti, Professore di Neurologia presso l’Università degli Studi di Catania e Responsabile del Centro Sclerosi Multipla Policlinico di Catania, nel corso di un Incontro Internazionale promosso da Serono Symposia International Foundation, in cui si erano riuniti i massimi esperti a livello internazionale nel campo della ricerca neurologica sulla Sclerosi Multipla. «Nelle donne – ha continuato Patti – c’è da dire che si verifica una minore incidenza delle disfunzioni cognitive: sono multitasking, abituate a gestire diversi compiti contemporaneamente (figli, famiglia, casa, lavoro…) e quindi hanno una maggiore “riserva cognitiva”». Alcuni studi suggeriscono che il deterioramento cognitivo avviene in una percentuale elevata di casi e che generalmente interessa l’attenzione complessa, la velocità di elaborazione delle informazioni, la memoria e le funzioni esecutive. A oggi non esiste un trattamento farmacologico adeguato, per questo motivo c’è una crescente attenzione allo sviluppo di interventi riabilitativi efficaci. Il limite è che spesso questi interventi richiedono spazi adeguati e la supervisione di psicologi esperti o care-giver, e quindi un notevole impiego di risorse.
D’altro canto, nella popolazione si sta diffondendo l’uso di un vasto numero di programmi e videogiochi che promettono di migliorare l’efficienza cerebrale e di “mantenere giovane” la mente. Tra questi molto popolare è il Brain Training del dott. Kawashima, commercializzato dalla Nintendo per consolle portatile DS. In questo videogame il giocatore viene invitato a effettuare una serie di esercizi di calcolo, attenzione e memoria di difficoltà crescente. «Alcuni autori giapponesi hanno mostrato che l’utilizzo del Brain Training è in grado di migliorare le capacità di elaborazione delle informazioni e funzioni esecutive negli anziani e nei giovani adulti. Tali funzioni cerebrali sono per l’appunto tra le più frequentemente interessate nella Sclerosi Multipla, quindi – ha dichiarato la dottoressa Laura De Giglio, medico specialista in Neurologia presso il Centro Sclerosi Multipla A.O. Sant’Andrea, Università La Sapienza di Roma – abbiamo pensato di verificare se l’utilizzo di questo videogioco potesse aiutare i nostri pazienti».
Sono stati selezionati, nel centro Sclerosi Multipla dell’Azienda Ospedaliera S. Andrea, 35 pazienti con disturbi cognitivi e assegnati in modo casuale a due gruppi. A un gruppo di pazienti è stata consegnata la consolle con il videogioco e chiesto di giocare per cinque giorni alla settimana per 30 minuti al giorno, mentre i pazienti dell’altro gruppo sono stati assegnati a una lista d’attesa e hanno ricevuto il Brain Training solo al termine dello studio. Dopo otto settimane tutti i pazienti hanno ripetuto l’esame dello stato cognitivo: alla seconda valutazione i pazienti che avevano eseguito il Brain Training hanno presentato in media punteggi migliori ai test rispetto a quelli assegnati alla lista d’attesa mostrando un miglioramento dell’attenzione, della velocità di processazione delle informazioni e di alcune delle funzioni esecutive. Inoltre i pazienti sottoposti al videogioco hanno riferito una riduzione dell’affaticamento mentale. Infine, ma non di scarsa rilevanza, i pazienti che hanno effettuato il Brain Training hanno eseguito con regolarità gli esercizi proposti mostrando un’ottima aderenza al trattamento.
«A oggi la riabilitazione tramite un programma personalizzato e mirato al paziente, sotto la supervisione di personale qualificato, rimane l’opzione migliore per i malati con Sclerosi Multipla e disturbi cognitivi – ha concluso la dottoressa De Giglio – tuttavia il nostro studio mostra come l’utilizzo di un semplice videogioco potrebbe essere d’aiuto consentendo un’ottimizzazione delle risorse».
(Lara Luciano)