Come spiegare il Covid ai bambini

“Ma che cosa è successo?” È la domanda che da oltre un anno corre di bocca in bocca tra i piccoli, catapultati in una vita “anomala”, a cui non sempre hanno avuto riposta. Oggi la loro curiosità e voglia di sapere è appagata da un progetto di educazione e informazione, dall’omonimo titolo, promosso dall’Associazione Pancrazio, costituita da un team di giovani e studenti universitari di medicina, che ha ricevuto il patrocinio della Croce Rossa Italiana (CRI) e la supervisione scientifica del Professor Massimo Andreoni, Direttore della Società Italiana di Malattie Infettive e virologo del Policlinico di Tor Vergata di Roma. Il progetto Che Cosa è Successo?” si articola in una mini serie di cartoni animati (5 puntate di 3 minuti ciascuna) che hanno come protagonisti Cric, Memo, Scudo, Alma e Luce: i Di5. Cinque super eroi che insegnano ai bambini che cos’è il Covid-19, come si differenzia dal virus del raffreddore, nonostante entrambi appartengano alla stessa famiglia dei Coronavirus, le cui “avventure” sono già trasmesse su DeAJunior (Sky, 623, il canale prescolare del gruppo De Agostini Editore). Al successo del cartoon contribuiscono anche personaggi di eccezione: Luca Ward, che interpreta la voce del cattivo Coronavirus, e i doppiatori Monica Ward e Giorgio Tirabassi. E, seconda iniziativa del progetto, è possibile ottenere anche un opuscolo a fumetti di 40 pagine, distribuito gratuitamente in alcuni punti vendita CONAD. Sia i video che il volumetto sono realizzati con una grafica e un linguaggio divertenti e accattivanti, senza tuttavia perdere di rigore scientifico, necessario per spiegare ai bambini, ma anche a genitori e nonni (perché in realtà è un prodotto per la famiglia), cosa è avvenuto durante la pandemia e perché.
«I giovanissimi sono stati bravi a rispettare le norme e le novità anti-contagio – dichiara Andreoni – e ora la stanchezza nel seguire al 100% le regole stabilite, sia a livello nazionale che locale, è del tutto naturale. Tuttavia, questo è il momento più difficile dove può aumentare la tendenza a sottovalutare un terribile virus che purtroppo è ancora in mezzo a noi e non è possibile abbassare la guardia. Neppure per i ragazzi e giovani: gli ultimi dati dimostrano infatti che il Covid può colpire e creare problemi anche a bambini, adolescenti e ai loro familiari. Da qui l’idea di stimolarli a proseguire con il pieno rispetto delle norme di prevenzione attraverso alcuni strumenti congeniali alla loro età».
«Questa pandemia – aggiunge Francesco Rocca, Presidente della Cri – ha influito molto sull’aspetto emozionale dei bambini ed è quindi importante rassicurarli e spiegare loro che c’è chi sta combattendo per sconfiggere il virus. È necessario aiutarli a vivere questo momento difficile anche con un progetto educativo innovativo». E il cartone animato è sembrato lo strumento più giusto, funzionale alla “creatività” che è propria dei piccoli. «Hanno infatti la straordinaria capacità di prendere tutto come un gioco – precisa Maria Teresa Carpino, divulgatrice scientifica e ideatrice del progetto – e la plasticità mentale che li fa adattare a ogni cambiamento. Il cartoon vuole essere dunque diffusore e veicolo di importanti messaggi: le informazioni sul virus, il valore del grande lavoro svolto da medici, infermieri e volontari durante la pandemia, l’importanza di donarsi agli altri attraverso piccoli gesti come quello della donazione del sangue o quello del supporto agli anziani». E poi c’è la scelta di Cric, Memo, Scudo, Alma e Luce, già mascotte di campagne informative di prevenzione dedicate ai più giovani, entrati nelle scuole e garanzia che il cartoon potrà piacere ai bambini traendone supporto in un momento così delicato. Il cartone sarà anche diffuso negli Stati Uniti, attraverso la piattaforma dell’Istituto Italiano di Cultura di New York che sostiene il progetto (www.stanzeitaliane.it).

L’iniziativa Che Cosa è Successo? ha ricevuto anche il plauso di Pierpaolo Sileri, Sottosegretario alla Salute, che ha parole di incoraggiamento per le giovani generazioni: «La pandemia ha colpito tutti, ma la vita dei bambini e dei ragazzi è stata stravolta. Abbiamo quindi il dovere di spiegare loro perché hanno dovuto fare così tanti sacrifici: mascherina, distanziamento e DAD. Arrivare a loro significa investire sul futuro e dare loro strumenti per non ripetere gli stessi errori, prima fra tutte un’educazione sanitaria che deve entrare nelle scuole, secondo un disegno di legge che ho proposto anche in Parlamento. L’informazione è una delle armi più efficaci per agire a tutela della salute: oggi contro il Covid-19, in futuro contro nuove potenziali emergenze sanitarie». Che si auspicano comunque lontane».
“Perché la pandemia di Covid-19 è comparsa proprio ora?”,Cosa devo fare se i miei non vogliono che io mi vaccini?” Sono alcune domande a cui risponde “L’Ospedale va a scuola”, un’iniziativa partita come progetto editoriale sperimentale, ovvero un magazine promosso dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in occasione della pandemia, che ha coinvolto 8 classi medie e superiori di 2 scuole romane, e che oggi si trasferisce sul portale della struttura con una sezione dedicata a ragazzi e insegnanti con materiali scaricabili, anche multimediali, come video esplicativi, che possono essere utilizzati per le lezioni di scienze. Tra i temi proposti: Come funzionano le vaccinazioni e perché ci proteggono . Come si trasmette il Coronavirus e come ridurre il rischio. Come si replicano i Coronavirus pandemici. I vaccini e l’immunità solidale, o di gregge. Argomenti che sono ripresi anche dal magazine, prodotto dall’Ospedale, di prossima uscita con 9 sezioni sviluppate con un linguaggio semplice e chiaro che favorisce il dialogo e l’interazione anche su argomenti scientifici complessi, ad esempio, “di quali altri virus epidemici mi devo preoccupare?”, o di carattere più generale, come quali altri vaccini devo fare in adolescenza?”. Fino a questioni che toccano più da vicino i ragazzi, come appunto l’importanza di vaccinarsi o di carattere sociale: “ho paura di incontrare i miei amici: come posso fare?”.

Il progetto “L’Ospedale va a scuola” propone anche un confronto diretto in streaming tra medici, insegnanti e studenti sui temi delle malattie infettive e dei vaccini, per trasmettere conoscenze medico-scientifiche corrette e per rendere i ragazzi protagonisti delle scelte sulla propria salute. Perché «Ricordatevi: se vi fate delle domande e cercate le risposte nel posto giusto – concludono gli esperti dell’Ospedale – siete sulla buona strada». Tutto il materiale educativo può essere richiesto gratuitamente a: istitutosalutebambino@opbg.net

di Francesca Morelli

Tamponi molecolari e salivari in tutta sicurezza

È arrivato il via libera al vaccino anti-Covid anche per gli adolescenti e i ragazzi tra i 12 e i 18 anni, che potranno andare a scuola in sicurezza, più tutelati nel corso delle lezioni in presenza. E per i più piccoli? Sono circa 3 milioni e 700 mila i bambini della scuola d’infanzia, della primaria e gli alunni di I media e per garantire loro la salvaguardia dal virus c’è un “nuovo” test molecolare salivare, messo a punto dai pediatri e dai ricercatori dell’Ospedale Buzzi e dell’Università di Milano. Meno invasivo dei tamponi naso-faringei, sicuro ed efficace, privo di rischi, attendibile, questo tampone si somministra con facilità anche nei più piccoli. Cilindretti in cotone, simili a quelli utilizzati dai dentisti, tenuti in bocca per qualche minuto, raccolgono materiale in quantità più abbondante rispetto a quelli naso-faringei, garantendo dunque minore probabilità di errore o di “falsi negativi”. «Uno studio pilota che abbiamo condotto nelle scuole di Bollate – spiega Gianvincenzo Zuccotti, Direttore di Dipartimento Pediatrico dell’Ospedale Buzzi ASST Fatebenefratelli/ Sacco di Milano – conferma che questi test sono in grado di “fotografare il momento”, ovvero quanto sta accadendo all’interno della classe, ma anche lo stato di salute dei singoli bimbi, offrendo persino un’anticipazione diagnostica. Possono infatti rivelare la presenza del virus non solo in alunni sintomatici, ma anche asintomatici, consentendo l’individuazione del virus anche 24/48 ore prima rispetto ai normali tamponi naso-faringei. Qualità che ne rendono adatto l’impiego per fare screening a tutti i bambini con meno di 12 anni all’ingresso nelle scuole e successivo impiego a random, con cadenza ad esempio quindicinale, evitando il rischio di nuove chiusure scolastiche e il ritorno forzato alla didattica a distanza». Il materiale raccolto viene analizzato con una tecnologia messo a punto dall’azienda PerkinElmer e una tecnica all’avanguardia, che ha un’attendibilità del 98%. Il tutto a costi contenuti, con risultati in tempi rapidi (6-12 ore) e l’applicabilità eventuale anche su larga scala, fino a 3 mila tamponi al giorno, in hub/spazi dedicati.

Per la popolazione adulta esiste invece la possibilità di un test basato su macchie di sangue secco, tramite apposito kit, utile anche per il follow-up in persone già vaccinate o con sospetto contatto con persone positive. «I campioni di sangue essiccato sono utilizzati da decenni, per esempio, nei programmi di screening neonatale – aggiunge Zuccotti – e garantiscono un’ampia validità diagnostica. Nello specifico questo test consente di poter essere eseguito con una lancetta pungi dito da personale sanitario non specializzato o, potenzialmente, con auto-campionamento, con il valore aggiunto di poter misurare la risposta anticorpale al vaccino in singoli pazienti. Un’opportunità estremamente importante, quindi, per evitare nuove recrudescenze di infezione soprattutto in soggetti a rischio, come anziani e fragili o dare priorità a un’eventuale terza dose». Anche in questo caso i campioni di sangue vengono processati da una piattaforma innovativa che può arrivare ad analizzare fino a 5 mila test al giorno, il cui esito potrà essere trasferito direttamente nel Fascicolo Sanitario Elettronico del cittadino interessato.   F.M.

Articoli correlati