Libro Bianco della Neonatologia: in Italia si nasce “meglio”

«L’Italia è tra i Paesi al mondo dove si nasce meglio, con tassi di mortalità neonatale bassissimi pari a 2,1 rispetto a 2,9 della Germania, 2,6 della Danimarca, 2,7 dell’Olanda e 2,9 dell’Inghilterra, secondo i dati Eurostat 2018 – afferma Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), nel corso del XXVII Congresso Nazionale (Roma, 6-9 ottobre) – sebbene ci siano ancora ampi margini di miglioramento per ridurre il divario tra i tassi di mortalità neonatale al Nord e Centro Italia rispetto al Sud Italia e alle Isole». Il merito è anche della rete dei punti nascita, quella italiana e tra le migliori in Europa. E per arrivare all’eccellenza del sistema nascite, ovvero evidenziando e superando le attuali criticità soprattutto territoriali, la SIN ha realizzato il Libro bianco della neonatologia 2019: una “fotografia” dell’organizzazione delle cure neonatologiche e perinatologiche in Italia, da cui è emerso che nel 2019 erano attivi sul territorio nazionale 411 punti nascita: 172 al Nord, 79 al Centro e 160 al Sud e Isole, di cui 118 dotati di Terapia Intensiva Neonatale (TIN), 44 (37%) al Nord, 21 (18%) al Centro e 53 (45%) nel Sud ed Isole. A questo volume per avere una fotografia ancora più precisa, si sono affiancate anche numerose survey conoscitive, ad esempio sui Servizi di follow-up del neonato pretermine e/o a rischio, sull’organizzazione dell’Assistenza in sala parto, sul Trasporto d’emergenza del neonato e del lattante, sulle pratiche di Assistenza neonatale durante la pandemia da Covid-19, che hanno consentito di disporre di un patrimonio di conoscenze di fondamentale importanza per orientare le scelte future di Istituzioni e professionisti del mondo sanitario.

«I risultati di queste indagini – continua il Presidente – evidenziano l’importanza della raccolta e dell’analisi dei dati per valutare l’efficienza della rete dei punti nascita italiani, in particolar modo di quelli dotati di TIN. Complessivamente, per la prima volta possiamo conoscere in modo approfondito alcune delle più importanti caratteristiche organizzative dei centri TIN del nostro paese, indispensabili per valutarne i punti di forza e di debolezza rispetto agli standard riconosciuti e per pianificare, di conseguenza, le possibili azioni di miglioramento».

Non ultimo, SIN è impegnata anche in altri progetti, quali gli “Standard Organizzativi per l’Assistenza Perinatale”, che ha visto la partecipazione delle principali società scientifiche dell’area materno infantile: Società Italiana di Pediatria (SIP), l’Asso­ciazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (SIGO), l’Associazione Ospedaliera Ginecologi e Ostetrici Italiani (AOGOI), l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), la Federazione Nazionale Ordini Provinciali Ostetriche (FNOPO), la Fede­razione Nazionale Ordini Provinciali Infermieri (FNOPI) e l’Associazione Vivere Onlus, in rappresen­tanza dei genitori), con la partnership dell’Università di Parma, del Politecnico di Milano e dell’Università Bicocca di Milano, finalizzato a revisionare ed aggiornare gli standard organizzativi dell’assistenza perinatale, in termini di risorse umane, strutturali e tecnologiche, con un approccio finalizzato prioritariamente alla maggior sicurezza possibile del binomio madre/neonato. E infine, gli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato”, di cui ha curato la traduzione italiana, redatti dalla European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), in merito ai nuovi standard di riferimento per la cura dei neonati prematuri. «Sono sicuro – conclude Mosca – che grazie a questi indicatori potremo proseguire nel nostro obiettivo prioritario di garantire la maggior sicurezza possibile del binomio madre/neonato».

Francesca Morelli

 

 

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