Il tumore dell’ovaio è l’ottava neoplasia più comune nelle donne. In Italia sono 5.200 le nuove diagnosi in un anno. Si tratta di una patologia molto subdola, tanto da essere definita il silent-killer: non esiste uno screening e i sintomi sono spesso aspecifici, per cui la diagnosi avviene quando ormai la malattia è in fase avanzata. Per questo, dopo la diagnosi, le pazienti vivono momenti di grande angoscia. Tante le domande e i timori, per rispondere alle quali è stato ideato lo chatbot Vik-tumore ovarico, da scaricare sul cellulare: un amico fidato che risponde sempre, a qualsiasi ora, anche la notte. Si tratta di una macchina intelligente costruita con algoritmi in grado di elaborare il linguaggio e di comprendere le richieste delle pazienti. I contenuti scientifici si basano sulle linee guida di ogni Paese e sono stati costruiti e validati da esperti medici, mentre quello che riguarda l’aspetto “sociale”, le preoccupazioni delle pazienti, è stato messo a punto dalle associazioni di pazienti. Vik conosce alla perfezione il tumore ovarico: definizioni, livelli, tipi, sintomi, diagnosi, impatto sulla qualità della vita (sport, lavoro, sessualità, alimentazione). È informato sui trattamenti e sulle classificazioni delle terapie. Ne conosce i foglietti illustrativi e ha un dialogo aperto con i siti governativi in caso di variazioni. In più tiene conto degli appuntamenti della paziente e l’avvisa per tempo, come pure per assumere la terapia.
In Italia a istruire Vik è stato il professor Carmine De Angelis, oncologo dell’Università Federico II di Napoli. «L’idea del progetto Vik nasce con l’obiettivo di far fronte a tre principali esigenze comuni alle pazienti: la mancanza di informazioni veloci e affidabili di natura medica, la ricerca di un sostegno globale durante il percorso diagnostico e terapeutico, il senso di solitudine e isolamento avvertito dalle donne in questa fase della loro vita. L’applicazione diventa un assistente virtuale che accompagna le pazienti rispondendo ai loro quesiti, condividendo informazioni e interagendo in maniera attiva. Vik non si sostituisce al medico, ma rappresenta un importante alleato alla sua attività. I contenuti sono il risultato di un ampio lavoro di revisione della letteratura scientifica ad oggi disponibili, relativa alla diagnosi e cura del tumore ovarico».
Alla stesura della parte “umana” ha contribuito Acto Onlus: «Grazie alla partnership con GSK possiamo offrire ai 140 mila utenti che raggiungeranno la app VIK dal nostro portale un’ ulteriore fonte di informazione semplice e affidabile e una nuova gamma di servizi digitali di supporto», puntualizza Nicoletta Cerana, presidente di Acto Italia. «Con VIK continua il processo di digitalizzazione dei servizi di Acto iniziato nel 2018, nella convinzione che la tecnologia, se ben usata, può essere di primo aiuto a chi soffre e ai caregiver, senza sostituirsi mai a una consulenza specialistica o alla visita del medico».
Negli ultimi anni il tumore dell’ovaio ha visto un progresso importante nelle cure, soprattutto con la disponibilità dei PARP inibitori. «I farmaci della classe dei PARP-inibitori hanno rivoluzionato, negli ultimi anni, il trattamento del carcinoma dell’ovaio e di conseguenza le prospettive e la qualità di vita delle pazienti», conferma la dottoressa Vanda Salutari, UOC Ginecologia Oncologica, Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS di Roma. «Sono farmaci orali che vengono somministrati come terapia di mantenimento, sia dopo la prima linea di chemioterapia che nelle linee successive; per questo la qualità di vita e la corretta istruzione delle pazienti è fondamentale per la compliance al trattamento, sopratutto nei primi due mesi di terapia. In tale contesto il supporto di una chatbot come VIK diventa fondamentale. Permette alla paziente di avere a disposizione un valido supporto che l’accompagna nella gestione degli effetti collaterali e delle paure legate alla malattia e al nuovo percorso di cura».
«Convivere con una patologia cronica significa affrontare un percorso impegnativo di gestione della vita quotidiana e della cura», sostiene Laura Cappellari, Responsabile Dipartimento Patient Affairs di GSK. «Mettere a disposizione dei pazienti oncologici, fragili fisicamente e socialmente, un supporto psicologico e motivazionale quale Vik, oltre al generale miglioramento della qualità della vita, impatta sull’aderenza alla terapia e sulla motivazione. Vik è un compagno virtuale che supporta le pazienti e i familiari nel loro percorso sanitario, rispondendo alle domande e fornendo informazioni appropriate al momento giusto. L’interazione tra Vik-Tumore Ovarico e la paziente si svolge su un piano di conversazione naturale, come un colloquio con un’amica esperta della patologia. Un altro importante aspetto è che questa chatbot permette di consultare e condividere testimonianze di altre pazienti/caregiver, con l’obiettivo di rafforzare l’aspetto dell’auto-aiuto». La versione italiana di Vik-Tumore Ovarico, è disponibile negli App store e sui siti web di GSK e di ACTO.
di Paola Trombetta