Starnuti, naso che cola, occhi arrossati e lacrimosi: ecco i sintomi, pesanti, che arrivano con la primavera per la folta schiera di allergici italiani. Eppure, complice anche il cambiamento climatico, il trimestre marzo-giugno non è più definibile per antonomasia la “stagione delle allergie”. «L’innalzamento delle temperature – spiega Giorgio Walter Canonica, Direttore Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia – Istituto Clinico Humanitas, Milano – ha modificato il ciclo vitale delle piante, originando cambiamenti nella distribuzione e concentrazione degli allergeni e determinando un’anticipazione o prolungamento della stagione pollinica. Uno studio sulla stagione della fioritura della parietaria, pianta angiosperma dicotiledone, diffusa in tutta Italia e fra le maggiori responsabili di allergie, ha dimostrato che la pollinazione di questa specie si è allungata di 90 giorni l’anno, ovvero tre mesi in più di quanto non accadeva precedentemente, nell’arco degli ultimi 20 anni». Con aumento dei disagi per chi soffre di rinite o di asma su base allergica, a cui si somma la convivenza con Covid-19.
«I sintomi di queste tre condizioni – precisa Canonica – sono simili ma non uguali: quelli della rinite allergica sono sostanzialmente riferibili a naso chiuso, starnuti, naso che cola di muco acquoso o poco denso e tendenzialmente bianco, e anche, molto spesso, a irritazione del palato, talvolta accompagnata da tosse e starnuti. Nel caso dell’asma la sintomatologia include anche fischi, sibili, fame d’aria, costrizione dei bronchi, e la cosiddetta dispnea in caso di attacco asmatico. Mentre se i sintomi nasali non sono presenti e compaiono febbre, tosse secca, difficoltà respiratorie, fatica, e, soprattutto, perdita del gusto e dell’olfatto è possibile ipotizzare una infezione da SARS-CoV-2: in questo caso è indicato consultare il proprio medico di base per accertare la diagnosi».
Allora cosa aspettarsi per questa nuova stagione allergica e cosa accade alle persone con Covid? Paradossalmente gli allergici e gli asmatici sono più protetti dal rischio di contrarre il coronavirus, come hanno dimostrato diversi studi condotti nel corso della pandemia. «La prevalenza di infezioni respiratorie nei soggetti allergici è minore – continua Canonica – poiché il meccanismo dell’allergia e l’esposizione a quest’ultima fa diminuire il numero di recettori per il Covid-19 sulle cellule epiteliali delle mucose respiratorie. Aspetto che è stato confermato, sia osservando direttamente le cellule, sia attraverso la stimolazione con l’allergene dei bronchi del soggetto». Dall’altro, le misure contenitive adottate contro Covid hanno ridotto l’incidenza dei disturbi della rinite allergica: le mascherine hanno diminuito l’inalazione di pollini, con un miglioramento dei fenomeni legati alle allergie respiratorie, seppure in maniera inferiore per gli allergici indoor, più esposti agli allergeni presenti negli ambienti chiusi, come quello domestico.
«In questa stagione – aggiunge il professore – potrebbe comunque verificarsi una maggiore diffusione di sintomatologie allergiche, dovuta al progressivo allentamento delle misure restrittive contro Covid».
Per contenere il rischio allergico, ovvero prevenire e gestire le allergie in casa o al lavoro (in generale nei luoghi chiusi), è possibile cautelarsi con alcuni accorgimenti pratici, come arieggiare frequentemente i locali per evitare un eccesso di umidità. Di contro, aprendo le finestre, ci si espone al rischio di inalazione di pollini: è bene bilanciare le diverse azioni, scegliendo i contesti, i modi e i tempi più adeguati per farlo, al fine di restare quanto più lontano dalla causa dell’allergia. La “prevenzione ambientale” resta infatti la prima arma per mettere una barriera tra la persona e il rischio di insorgenza di allergia. Anche dal punto di vista terapeutico si possono adottare diverse strategie: «È possibile iniziare con farmaci da banco o di automedicazione – chiarisce Canonica – che possono rappresentare un alleato per alleviare i sintomi derivanti da allergie respiratorie. Tra questi, sono efficaci antistaminici e antiallergici sotto forma di spray nasali, colliri e compresse, a cui si aggiungono anche decongestionanti nasali (da usare con cautela). Per quanto riguarda la rinite allergica, si può ricorrere ad antistaminici di seconda generazione, disponibili anche senza ricetta e, dietro prescrizione medica, a steroidi nasali, a farmaci a base di antileucotrieni o salbutamolo al bisogno, indicati anche per la terapia dell’asma pediatrica. L’asma richiede, comunque, un adeguato inquadramento clinico. I farmaci di seconda generazione, in particolare, riuscendo ad agire contro l’istamina in modo più selettivo, sono indicati in soggetti allergici che trascorrono molte ore, dalle 6 alle 8, davanti al pc per lavoro o per altri motivi, in quanto non hanno azione sedativa, garantendo perciò un buon rendimento lavorativo».
La terapia va comunque tagliata su misura: pazienti, gravità della sintomatologia, risposta alla terapia non sono uguali e vanno modulate in relazione alle diverse esigenze e necessità: da qui la raccomandazione di rivolgersi al proprio medico curante o al proprio allergologo di fiducia per la definizione della cura migliore e più adeguata.
di Francesca Morelli
È partita la campagna di sensibilizzazione alle graminacee
“Eccì Graminacee”: segui la campagna di informazione e sensibilizzazione sull’allergia alle graminacee e sull’importanza dell’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT) sui canali social Facebook e Instagram. Scoprirai che le graminacee sono fra le più comuni cause di allergia e hanno un periodo di pollinazione che inizia ad aprile, raggiunge la massima intensità a maggio, per poi decrescere, con possibile ripresa dei sintomi tra fine estate e inizio autunno, in coincidenza di un’ultima fiamma della fioritura. «La maggior parte dei pazienti diventano sintomatici all’allergia alle graminacee nella seconda infanzia, tra gli 11 e i 17 anni – spiega Samuele Burastero, Ricercatore Allergologo dell’Ospedale San Raffaele di Milano – ma non sono escluse possibili prime comparse anche in età adulta fino ai 40 anni e oltre. La frequenza è equivalente tra maschi e femmine, senza una distinzione particolare, mentre l’ereditarietà per questo tipo di allergie è accentuata rispetto ad altri allergeni: chi è allergico alle graminacee tende ad avere figli con la stessa allergia». I sintomi dell’allergia alle graminacee sono comuni a quelle di altre allergie respiratorie e si differenziano dal semplice raffreddore per una rinorrea sierosa, un secreto nasale liquido come l’acqua; inoltre il raffreddore allergico dovuto alle graminacee è accompagnato da sintomi agli occhi che si arrossano, lacrimano, prudono, talvolta con prurito anche alle orecchie o in gola. La rinite allergica è spesso sottovalutata e la diagnosi lunga e tortuosa.
«Al primo episodio di allergia alle graminacee normalmente i genitori trattano i bambini con antistaminici – continua Burastero – e spesso troppo tardi o solo in ultima istanza, si arriva dall’allergologo, dunque a una valutazione più puntuale dell’allergia e una terapia mirata che, se indicata, può avvalersi dell’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT). Ad oggi, è l’unico trattamento in grado di agire sulle cause e non solo sui sintomi, rappresentando un’importante opzione terapeutica per i pazienti, soprattutto chi non ha beneficio dal trattamento sintomatico». L’AIT prevede la somministrazione di una pillola sublinguale per un tempo non inferiore a 3 e fino a 5 anni, di una dose crescente e controllata di estratti dell’allergene e al termine del ciclo terapeutico fornisce una protezione per un periodo che può superare anche i 10 anni. «Si tratta di una terapia rimborsata in tutta Italia, sicura, senza effetti collaterali – fa sapere ancora Burastero – che può essere usata anche insieme a farmaci sintomatici, in grado di dare risultati già entro tre, quattro mesi dall’inizio della terapia». I benefici sono sensibili: «Trovare il trattamento mirato all’allergia – conclude Simona Barbaglia, Presidente dell’Associazione pazienti “Respiriamo Insieme” – non solo migliora la qualità della vita, ma un trattamento efficace e tempestivo ne evita l’evoluzione in forme asmatiche».
La campagna “Eccì Graminacee” è patrocinata dall’Associazione “Respiriamo Insieme” e realizzata con il contributo non condizionante di ALK-Abellò S.p.A. Per info si possono consultare:
Facebook: @eccigraminacee – Instagram:@eccigraminacee; www.respiriamoinsieme.org (F.M.)