Una scultura a Milano per Margherita Hack

<Oggi è una giornata speciale per la città di Milano: facciamo un piccolo e simbolico, ma importante passo in avanti verso la parità tra uomini e donne. Una parità che passa anche dall’arte pubblica>. Così ha affermato Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Milano alla cerimonia di inaugurazione in Largo Richini, davanti all’Università Statale, della scultura dedicata a Margherita Hack, astrofisica tra le più brillanti divulgatrici scientifiche del nostro tempo, la prima donna a insegnare Astronomia in un’università italiana, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.  Il progetto è stato promosso da Fondazione Deloitte, in collaborazione con Casa degli Artisti e il supporto del Comune di Milano (Ufficio Arte negli Spazi Pubblici).  Con un duplice obiettivo: dare  visibilità alle donne che hanno contribuito alla storia e alla cultura della nostra società e stimolare le nuove generazioni, soprattutto femminili, a intraprendere studi in ambito scientifico, tecnologico, economico e matematico (Stem).

Femminile anche la mano che ha realizzato la statua: è l’artista bolognese Daniela Olivieri, che attualmente insegna all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, già vincitrice di numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Olivieri è stata scelta da un’apposita giuria dopo un concorso d’idee al quale hanno partecipato 8 artiste italiane e internazionali. L’opera, alta 2 metri e 70, realizzata in bronzo (presso la Bottega d’arte Ceramica Gatti di Faenza e la Fonderia artistica De Carli di Torino), è intitolata Sguardo Fisico”: lo “Sguardo” è il senso capace di percepire gli stimoli luminosi; “Fisico” non solo richiama la radice della sua professione, ma anche la concretezza e solidità del suo atteggiamento intellettuale e filosofico. Margherita Hack è raffigurata intenta a osservare le stelle, mentre emerge da un vortice che rappresenta  una galassia . Alzando le braccia verso l’alto, simula un telescopio senza alcun mezzo tecnico: un invito al sogno e all’immaginazione. <Ho voluto che la scultura nascesse dalla terra, in continuità con l’ambiente, senza rialzamenti dal suolo , piedestallo o distanze, proprio perché le persone possano avvicinarsi e anche toccarla>, ha dichiarato la Olivieri. <Per me è molto importante che una scultura dialoghi con lo spazio e con le persone che la vedranno, con il suo pubblico>.

Quella a Margherita Hack è la prima statua su suolo pubblico dedicata a una scienziata. E la seconda a Milano dedicata a una donna: la prima  scultura è quella di Cristina Trivulzio di Belgioioso, nobildonna, intellettuale e protagonista del Risorgimento nella centralissima piazzetta di Belgioioso, realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi. Sono ancora rarissime non solo le statue, ma anche le vie al femminile. A Milano su 4.250 vie e piazze, solo 141 sono intitolate a donne; in tutta Italia tra le 24.572 strade, solamente 1.626 (6,6%) e per la maggior parte sono dedicate a Sante e Madonne.  Parte da qui la battaglia di Toponomastica femminile, l’associazione fondata nel 2012 da Maria Pia Ercolini. <Vogliamo restituire visibilità  a nomi e storie di donne che hanno lasciato traccia di sé. La toponomastica è lo specchio della società e ogni strada conquistata è un piccolo passo avanti verso la parità>.

Cristina Tirinzoni

 

 

 

 

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