La data si avvicina: ogni anno, il terzo lunedì di gennaio, si celebra il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno (e il fatto che coincida con il lunedì non è un caso). Ed ecco che allora ci si attiva, scienza compresa, per trovare strategie che possano in qualche modo arginare gli effetti di questa “brutta giornata”. Cosa c’è di meglio del buon cibo per tirarsi su di morale? L’efficacia sembra migliore se si consuma carne, soprattutto rossa. La parola è affidata agli esperti e agli studi scientifici, ma anche a quanto contiene tra i suoi “ingredienti” questo alimento, tanto da essere considerato un “cibo del buonumore”, rientrando nella lista dei 10 alimenti che danno la felicità.
La carne, quella rossa in particolare, contiene infatti alcune sostanze preziose per l’umore e il benessere mentale: è ricca di triptofano, un aminoacido essenziale capace di stimolare la serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, ma anche di vitamine del gruppo B, vitamina D, minerali anti-stress come ferro, zinco, rame, magnesio e selenio e grassi omega 3. Tutti nutrienti, dicono gli esperti, utili per alzare il tono dell’umore e combattere gli stati depressivi. Un’azione positiva la svolgerebbero proprio questi ultimi – gli Omega 3 – in grado di regolare la neurotrasmissione dopaminergica e serotoninergica, riducendo così depressione e ansia. Mentre aminoacidi, vitamine e sostanze protettive, in particolare la colina di cui la carne è particolarmente ricca, così come altri alimenti di origine animale, favorirebbe la salvaguardia della memoria.
Questi dati e gli effetti della carne sul buonumore sarebbero confermati anche da studi scientifici. Tra i più recenti una ricerca statunitense che ha esaminato la relazione tra consumo di carne e salute psicologica su un campione di oltre 160 mila partecipanti, provenienti da Europa, Asia, Nord America e Oceania, di età compresa tra gli 11 e 96 anni. Sarebbe emerso un rischio significativamente maggiore di depressione, ansia e comportamenti autolesionistici nei partecipanti che avevano eliminato totalmente la carne dalla propria dieta a causa della carenza/assenza di nutrienti essenziali che la carne fornisce in maniera più efficiente rispetto ad altri alimenti. Anche alcuni nutrienti fondamentali, come vitamine B12 e D, acidi grassi Omega-3, calcio, ferro e zinco – sempre secondo evidenza scientifiche – se mancanti avrebbero conseguenze sulla salute fisica di adulti e bambini. E neppure l’integrazione regolare con ferro, zinco e B12 sembrerebbe porre un reale riparo da eventuali complicanze.
«Lo scarso apporto di zinco, ferro, magnesio e vitamina B12 – conferma Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, biologa e nutrizionista – è un potenziale rischio per lo stato di salute mentale. L’aumento del rischio di depressione con le diete vegetariane e vegane è biologicamente plausibile, perché vegetariani e vegani sono a maggior rischio di un’assunzione non ottimale di nutrienti essenziali come la vitamina B12, il ferro e gli acidi grassi omega 3, necessari per il funzionamento ottimale del sistema neuroendocrino. In generale, si è visto che la dieta mediterranea è la strategia migliore per la salute non solo del corpo, ma anche della mente». Non a caso la nostra dieta è patrimonio dell’umanità, non lo dimentichiamo. E in particolare in occasione del Blue Monday.
Francesca Morelli