«Quando sei giovane, pensi di essere infallibile e immortale e fai tanti progetti. Avevo 29 anni e stavo per realizzare il sogno della mia vita: andare negli Stati Uniti per un master nel settore legale all’Università di Chicago. Era il mese giugno 2008 e mi stavo preparando a partire quando, dopo una visita specialistica, ho ricevuto la diagnosi di tumore al colon. Mia sorella, che mi aveva accompagnata, si era fatta sopraffare dalle lacrime. Io invece ho chiesto subito al medico le tempistiche perché a settembre mi aspettava l’America. Ero molto determinata e concentrata: a 29 anni vuoi vedere il mondo. Io avevo una vita da vivere intensamente: ho pensato che non poteva finire così». Elisa ricorda il momento della diagnosi del suo tumore, che capita in contemporanea al suo progetto di trasferirsi negli Usa per un prestigioso master. «Purtroppo ho dovuto rimandare la partenza. Ho trascorso il mio 30° compleanno inchiodata in un letto d’ospedale. È stato un percorso faticoso, con alti e bassi, giorni positivi e giorni negativi. Fare la chemioterapia è come avere il diavolo in corpo. Ho attraversato momenti davvero difficili e mi sono chiesta più volte se mai fossi riuscita a sorridere di nuovo. La risposta non tarda ad arrivare. La chemioterapia, con un farmaco sperimentale, mostra i suoi effetti positivi e l’oncologo mi conferma che le cure stavano funzionando. Ricordo una delle prime visite post terapia. L’oncologo mi dice: sta andando tutto bene, devi solo dare il tempo al tuo corpo di recuperare. Ho subito scritto a Chicago, dicendo che stavo bene e potevo ripartire. E dopo un paio di mesi ero all’aeroporto in partenza per Chicago. Mi considero davvero fortunata, perché il mio tumore era molto aggressivo. Ma bisogna scommettere e continuare a lottare, anche se, dopo un’esperienza del genere, hai paura a fidarti della vita. All’epoca ho fatto una chemioterapia sperimentale. Se non fosse stato per la ricerca, io non sarei qui a raccontare la mia malattia. Per questo è importante continuare ad investire nella ricerca, perché è il futuro di tutti noi malati oncologici. Solo la scienza può aiutarci a costruire un futuro libero dal cancro».
Lo scorso anno in Italia sono stati stimati 390.700 nuovi casi di tumore, 14.100 in più rispetto al 2020. Una ripresa che rischia di peggiorare se non si pone un argine agli stili di vita non salutari: secondo gli ultimi dati il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021.
Per questo sono molto importanti gli appuntamenti per focalizzare l’attenzione sulla ricerca, come quelli promossi da AIRC. Il claim della campagna di fine gennaio “La salute nelle nostre mani” sintetizza l’impegno di AIRC per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di compiere gesti concreti per la nostra salute, come eliminare il fumo, un’alimentazione equilibrata, l’attività fisica e l’adesione agli screening raccomandati.
«La prevenzione è uno dei principali strumenti per ridurre le probabilità di sviluppare un cancro ed è alla nostra portata ogni giorno», ricorda Federico Caligaris Cappio, Direttore Scientifico di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. «Se la diagnosi precoce permette di anticipare il momento in cui si scopre un cancro, altri semplici interventi consentono di contenere il rischio che alcuni tumori si presentino. Abitudini e comportamenti più salutari potrebbero evitare la comparsa di circa un tumore su tre».
I ricercatori confermano che un’alimentazione ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi, con un limitato apporto di bevande zuccherine e di grassi saturi è importante per ridurre il rischio di sviluppare un tumore. L’attenzione alla qualità e alla quantità del cibo deve associarsi all’esercizio fisico, che incide sui meccanismi infiammatori e sul sistema immunitario, e alla rinuncia al fumo: il maggiore fattore di rischio, responsabile da solo dell’85-90% dei tumori polmonari e di innumerevoli altre malattie. Queste e altre indicazioni sono raccolte nel “Decalogo della salute”, stilato dal Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund), che è protagonista della speciale guida distribuita insieme ai prodotti solidali. La guida include anche sane e gustose ricette a tema arancia, tra cui il pollo agli agrumi a firma di Benedetta Parodi.
Ma cosa possiamo fare per mettere in pratica le raccomandazioni del “decalogo della salute”? Durante la campagna è possibile misurarsi con questa sfida e raccogliere fondi per la ricerca, scegliendo una buona abitudine da adottare per 10 giorni e chiedendo alla propria community di fare il tifo con una donazione ad AIRC. Sabato 28 gennaio le Arance della Salute ritornano in piazza con il primo appuntamento di sensibilizzazione e raccolta fondi dell’anno di Fondazione AIRC. I volontari distribuiscono reticelle di arance rosse coltivate in Italia a fronte di una donazione di 10 euro, marmellata d’arancia (6 euro) e miele ai fiori d’arancio (8 euro). I fondi raccolti contribuiranno al finanziamento di circa 6.000 ricercatori per rendere il cancro sempre più curabile. Per trovare il punto di distribuzione più vicino: arancedellasalute.it.
Gli altri appuntamenti
In aumento rispetto all’anno scorso, il numero di scuole aderenti all’iniziativa “Cancro, io ti boccio”: venerdì 27 e sabato 28 gennaio le Arance entrano in oltre 1000 plessi scolastici coinvolgendo bambini e ragazzi, insieme a genitori e insegnanti, impegnati per un giorno come volontari nell’ambito dei progetti educativi di AIRC (scuola.airc.it/cancro_io_ti_boccio.asp).
Dal 4 febbraio, in occasione del World Cancer Day, l’appuntamento con la salute continua in più di 9.000 supermercati di oltre 50 insegne: per ogni reticella di “Arance rosse per la ricerca” distribuita nel periodo, i punti vendita aderenti doneranno 50 centesimi di euro ad AIRC.
Sempre dal 4 febbraio, grazie alla collaborazione con CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e all’unione Agroalimentare, i bar e ristoranti aderenti doneranno ad AIRC 50 centesimi per ogni spremuta di arance scelta dai clienti.
Anche in occasione delle Arance della Salute, Fondazione AIRC può contare sul contributo continuativo del partner istituzionale Banco BPM, impegnato a favorire la divulgazione scientifica e il coinvolgimento del pubblico nel sostegno della ricerca sul cancro.
Grazie al successo delle iniziative di raccolta fondi, come le Arance, AIRC nel 2023 investe 137 milioni e 392 mila euro a sostegno di circa 6 mila ricercatori per 704 progetti di ricerca, 91 borse di studio, 21 programmi speciali e IFOM, l’Istituto di Oncologia Molecolare della Fondazione. Tra le novità di quest’anno, bandi specifici per giovani ricercatori attivi in laboratori del Mezzogiorno e per rafforzare la ricerca clinica.
di Paola Trombetta