Porte aperte all’asma. Torna la settima edizione di Asma Zero Week, la campagna d’informazione e sensibilizzazione dedicata alle persone con diagnosi di asma, promossa da FederASMA e ALLERGIE – Federazione Italiana Pazienti ODV, in collaborazione con Respiriamo Insieme – APS, con il patrocinio della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) e della Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), in partnership con AstraZeneca.
In 40 centri italiani specializzati in tutta Italia, numerosi esperti saranno a diposizione degli oltre 3 milioni di italiani asmatici per una consulenza gratuita: due settimane – dal 15 al 19 maggio e dal 12 al 16 giugno – per ricevere informazioni circa lo “stato dell’arte” della propria asma, indicazioni su comportamenti e strategie terapeutiche corretti da mettere in atto, oltre all’informazione sulle innovazioni terapeutiche. A disposizione per prenotazioni il Numero Verde 800.628989, già attivo, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18; per trovare il centro aderente all’iniziativa più vicino al proprio domicilio, consultare il sito: www.asmazeroweek.it .
Prevenire gli attacchi d’asma significa ridurre l’impatto della malattia sulla quotidianità: un corretto controllo dell’asma consente di vivere “normalmente” le attività professionali e scolastiche, il tempo libero, lo sport. Al contrario l’assenza di una gestione appropriata, può indurre la ricomparsa dei sintomi, di riacutizzazioni e di un più rapido declino della funzione respiratoria, nonché di importanti effetti collaterali. Obiettivo della campagna è spingere i pazienti a prendere coscienza della propria condizione, valutare con un professionista se è bene monitorata e intraprendere, laddove necessario, le eventuali misure correttive. «L’asma è fuori controllo – spiega la professoressa Paola Rogliani, Direttore UOC Malattie Apparato Respiratorio, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma – se si ricorre all’uso di broncodilatatori β2-agonisti a breve durata d’azione (SABA) più di 2 volte a settimana e all’impiego, anche intermittente, dei corticosteroidi orali (OCS) per la gestione delle riacutizzazioni. Raramente si è a conoscenza che i SABA non agiscono sull’infiammazione delle vie aeree e che il loro uso regolare o frequente si associa a un aumento del rischio di riacutizzazioni e perfino della mortalità. Prova ne è che molti pazienti continuano ad abusarne, e a sottoutilizzare i corticosteroidi inalatori. In Italia, i pazienti che fanno uso di una quantità di SABA ritenuta “a rischio” sono il 32%, spesso senza prescrizione medica».
Diverse e “nuove” sono invece le indicazioni terapeutiche: la Global Initiative for Asthma raccomanda, per i pazienti adulti e adolescenti con asma da moderata a grave, l’approccio MART (MAintenance and Reliever Therapy), in cui la combinazione corticosteroidi inalatori + formoterolo (un β2-agonista a lunga durata d’azione) è impiegata sia al mantenimento che al bisogno, con una sensibile riduzione delle riacutizzazioni, rispetto a un approccio più tradizionale, come è stato mostrato da studi di pratica clinica reale. Va ricordato poi che in questa popolazione di asmatici, circa 300 mila tra adulti, adolescenti e bambini, il 10% del totale, soffre di asma grave: una forma sottodiagnosticata di asma non controllata, fortemente impattante sul piano psico-fisico, che assorbe circa il 50-80% delle risorse dedicate all’asma nel suo complesso, oggi gestibile grazie a terapie specifiche. Eppure più del 60% dei pazienti interessati da questa forma di malattia è trattata con OCS che espone a seri effetti collaterali, sia a breve che a lungo termine: ansia e depressione, diabete, osteoporosi, cataratta, insufficienza surrenalica, malattie cerebrovascolari e cardiache sono fra queste. In funzione degli importanti effetti avversi, «uno degli obiettivi prioritari del trattamento dei pazienti con asma grave – dichiara il Professor Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia, Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI) – dovrebbe essere la riduzione dei corticosteroidi orali, fino alla loro eliminazione. L’avvento della classe dei farmaci biologici o anticorpi monoclonali, che interrompono i processi infiammatori dell’asma, lo ha reso un obiettivo raggiungibile, garantendo una diminuzione delle riacutizzazioni, il controllo dei sintomi e una migliore qualità di vita, grazie anche alla possibilità di personalizzare la strategia terapeutica».
Tali soluzioni, similmente a quanto è avvenuto per altre malattie infiammatorie croniche, stanno consentendo il passaggio dal concetto di “controllo” della malattia a “remissione” dell’asma, cioè all’assenza prolungata di sintomi e riacutizzazioni, stabilizzazione della funzione polmonare e nessun bisogno di corticosteroidi sistemici per il trattamento della malattia. «Tuttavia, nell’ambito dell’asma grave – prosegue Canonica – il concetto di “remissione” deve essere inteso in modo diverso rispetto all’asma in generale; nonostante il progresso terapeutico è infatti difficile che un paziente con questa forma di asma possa risultare ben controllato una volta sospesa ogni terapia, inclusi i farmaci biologici. Poter parlare di remissione di malattia e disporre di opzioni terapeutiche che potenzialmente consentono di raggiungerla, ha però un’importante implicazione anche il dialogo tra medico e paziente, aprendo nuove prospettive».
Informazioni e notizie sulla campagna sono disponibili anche sui canali social: sulla pagina Facebook www.facebook.com/asmazero.it e su Instagram www.instagram.com/asmazeroit
di Francesca Morelli
Una nuova terapia per i casi non controllati
È disponibile in Italia la tripla associazione: beclometasone dipropionato (BDP), formoterolo fumarato (FF), e glicopirronio (G). Il nuovo trattamento, indicato in forme di asma non controllata, ha dimostrato ottima efficacia: la riduzione del tasso di riacutizzazioni gravi dell’asma del 23% nella popolazione generale e del 33,5% nei pazienti con asma importante, rispetto all’associazione di un corticosteroide inalatorio (ICS) e un broncodilatatore a lunga durata d’azione per via inalatoria (LABA). La tripla associazione fissa BDP/FF/G mette insieme in un unico inalatore tre principi attivi: un corticosteroide per via inalatoria (beclometasone dipropionato, BDP) che interviene sull’infiammazione delle vie aeree riducendo il rischio di riacutizzazioni, un broncodilatatore beta2-agonista a lunga durata d’azione/LABA (formoterolo fumarato, FF) e un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione (glicopirronio, G) che agiscono sull’ostruzione bronchiale, riducendo i sintomi. Il farmaco è disponibile in due diversi dosaggi del corticosteroide inalante (87 μg e 172 μg) che ampliano le possibilità terapeutiche a disposizione dello specialista, a beneficio del paziente.
«Nei pazienti asmatici che non raggiungono un adeguato controllo della malattia con l’associazione ICS/LABA – dichiara Rogliani – possiamo oggi utilizzare questa tripla terapia, con un potenziamento di efficacia superiore alla doppia associazione, con riduzione delle riacutizzazioni gravi e miglioramento della funzione polmonare. La formulazione extrafine della tripla associazione fissa, caratterizzata da particelle inalatorie di piccole dimensioni, garantisce la deposizione dei principi attivi anche nelle vie aeree periferiche». Ulteriore vantaggio, un unico inalatore: «Tra le maggiori problematiche della gestione dell’asma – afferma Claudio Micheletto, Direttore UOC di Pneumologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – vi è la scarsa aderenza alla terapia inalatoria: molti pazienti tendono a sottovalutare la malattia e, nelle fasi intercritiche, ad abbandonare la terapia di fondo costituita dall’associazione di steroidi inalatori e broncodilatatori. La disponibilità di una tripla terapia in un singolo inalatore e con due diversi dosaggi, rappresenta un’importante semplificazione per il paziente, a beneficio dell’aderenza terapeutica, oggi inferiore al 20%, che causa il 24% di riacutizzazioni e il 60% dei ricoveri». F.M.