Con oltre 18 milioni di decessi, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo, con un’incidenza del 34,8%. Ogni anno in Italia sono circa 230.000 le persone che muoiono a causa di queste patologie. <La Giornata Mondiale per il Cuore (29 settembre) è un’opportunità per sottolineare il ruolo strategico della prevenzione nel contrasto delle malattie cardiovascolari, che hanno un impatto pesantissimo sulla qualità di vita del paziente e sui costi dell’intera società>, commenta Emanuela Folco, Presidente di FIPC (Fondazione Italiana per il Cuore). <Un’analisi sui costi economici presentata qualche settimana fa al congresso della Società Europea di Cardiologia, mostra come anche nel nostro Paese le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali voci di spesa delle prestazioni previdenziali, costituendo circa il 15% del totale della spesa sanitaria. Investire nella prevenzione rappresenta, dunque, non solo una scelta per tutelare la salute del singolo, ma anche un approccio vantaggioso per il Sistema Sanitario Nazionale, in termini di risparmio>.
La Giornata, il cui claim è “PER IL CUORE, CON IL CUORE, PER TE”, rappresenta anche l’occasione di presentare i risultati dei dati raccolti con lo studio Save your HEART, recentemente pubblicata su High Blood Pressure & Cardiovascular Prevention. Si tratta di uno studio osservazionale condotto nelle farmacie italiane nel periodo post pandemico, che aveva indagato i fattori di rischio cardiovascolare non diagnosticati o non controllati in soggetti ipertesi in trattamento antipertensivo, intercettando i pazienti che sottovalutavano o ignoravano le possibili conseguenze. Nei mesi successivi gli autori hanno condotto un’analisi per valutare l’evoluzione del rischio cardiovascolare, alla luce dei nuovi target terapeutici e delle nuove carte del rischio pubblicati all’interno delle Linee Guida ESC 2021 sulla prevenzione cardiovascolare. Queste ultime hanno introdotto l’aggiornamento dell’algoritmo di calcolo del rischio cardiovascolare SCORE (Systematic Coronary Risk Evaluation), denominato SCORE 2, per valutare il rischio di sviluppare eventi cardiovascolari fatali e non fatali in 10 anni, prendendo in considerazione anche il fatto che in questo nuovo calcolo l’Italia è purtroppo passata da un rischio cardiovascolare basso (<100 morti cardiovascolari per 100.000 abitanti), a uno moderato (100-150 morti cardiovascolari per 100.000 abitanti). Quello che emerge dall’analisi in questione è un quadro complessivo preoccupante, con il 70% circa dei partecipanti che è risultato non in grado di tenere la pressione arteriosa nei limiti previsti dalle nuove linee guida, ma soprattutto con un aumento dei pazienti ipertesi a rischio cardiovascolare alto o molto alto, che è passato dal 49% all’87%, considerando non solo gli eventi cardiovascolari fatali, ma anche la possibilità di incorrere in 10 anni in un evento non fatale. In Italia dei 16,6 milioni di adulti con ipertensione, il 62% ha ricevuto una diagnosi e il 54% un trattamento, ma solo il 28% riesce a tenere sotto controllo la malattia. Secondo l’Oms, nel nostro Paese sarebbe necessario trattare 3,3 milioni di persone con ipertensione in più, per raggiungere un tasso di controllo pari al 50%. Per questo sono fondamentali l’informazione e la prevenzione, la diagnosi precoce e l’aderenza alle terapie, tematiche di cui, anche quest’anno, si discuterà in occasione della Giornata Mondiale per il Cuore, che si celebrerà il prossimo 29 settembre, organizzata nel nostro Paese dalla Fondazione Italiana per il Cuore. L’elenco delle iniziative della Giornata Mondiale per il Cuore 2023 è disponibile al link: Giornata Mondiale per il Cuore – Fondazione Italiana per il Cuore (fondazionecuore.it).
Paola Trombetta