Inserire in maniera stabile e istituzionale figure referenziate, autorevoli e competenti, psicologi nelle scuole fin dalle elementari, e psiconcologi in strutture sanitarie e nei reparti di oncologia, anche pediatrica, che possano supportare le fragilità dei giovani. Dopo il Covid sono aumentate, in quanto la pandemia ha contributo a slatentizzare, accelerando anche altre forme di fragilità, oltre a problematiche di salute mentale e psico-emotiva. È la richiesta di strutture sanitarie, enti pubblici, privati, associazioni pazienti cui dà voce Fondazione Soleterre, tramite una campagna presentata a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, che intende finanziare una borsa di studio o specializzazione annuale, per l’“istituzionalizzazione” nel lungo termine e la strutturazione a tempo indeterminato da parte del Sistema Sanitario Nazionale di queste figure professionali. Un’ esigenza, non soltanto una priorità, dettata dai numeri: in Italia 6 bambini su 10, sotto i sei anni e 7 su 10 sopra i sei anni mostrano problemi psico-comportamentali e/o disagi emotivi che rischiano di evolvere in disturbi più severi, tre volte maggiori rispetto alla pre-pandemia. Non solo, il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni e il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e i 24 anni, preceduta solo da incidenti stradali.
A confermare tali evidenze anche alcuni datai “reali”: il 36% degli adolescenti, secondo una indagine condotta da Soleterre-EMG Different, afferma di sentirsi triste e oltre 17% di adolescenti pensa che sarebbe meglio morire o di volersi fare del male quasi ogni giorno. In generale, più di 1 italiano su 4 afferma che il suo benessere psichico è peggiorato negli ultimi 3 anni e il 49% di chi ha fatto ricorso alla psicoterapia ha dovuto interrompere o ridurre le sedute per insostenibilità economica. Un “deficit” anche in contesti clinici importanti, come la malattia oncologica: solo 1 adulto su 5 riceve aiuto psicologico. A fronte di ciò, il numero di psicologi ospedalieri resta scarso, dove la maggioranza dei servizi psiconcologici è affidata a professionisti precari, con contratti rinnovati di anno in anno o con borse di studio supportate dal Terzo Settore. Ad esempio, su 82 psicologi presenti nelle oncologie pediatriche italiane, solo il 28% ha un contratto di lavoro indeterminato. «La Commissione V – dichiara l’Onorevole Ilenia Malavasi, Deputata PD e membro della Commissione Affari Sociali della Camera – supporta questa richiesta ed è al lavoro in questa direzione, mentre in Commissione XII, che si occupa di scuola e cultura, è in corso una proposta di legge per inserire lo psicologo nelle scuole, non ancora presente in tutti gli istituti scolastici sul territorio, invece indispensabile per rispondere alle esigenze di genitori, insegnanti e punto di riferimento per studenti e ragazzi al fine di intercettare le prime forme di disagio all’esordio. Ciò richiede che siano disposte risorse dedicate, che siano ridotti i tetti di spesa, facendo in modo che l’Italia si allinei agli investimenti di altri Paesi europei da cui oggi è ancora lontana. Non ultimo occorre abbattere stigma e vergogna; c’è ancora un importante retaggio culturale che porta a non rivolgersi allo psicologo per ricevere aiuto nel superamento di traumi personali o subiti del contesto famigliare o nella rete amicale. Lo psicologo deve essere un referente cui si va con “tranquillità” al pari di qualsiasi altro medico». All’interno delle strutture ospedaliere tali figure, in particolare lo psiconcologo, dovrebbero esser già presenti, fin dalle prime diagnosi, soprattutto se tumorali: non è ancora così. Un gap che l’alleanza pubblico-privato, istituzioni, civili, associazioni, Terzo Settore intendono provare a sanare. Il contributo importante nel supportare un percorso anche di consapevolezza verso questa necessità è un dato di fatto, a partire da iniziative mirate.
Tra queste due campagne di sensibilizzazione. «Una prima con un insight psicologico e un testimonial di eccezione, Ricky Tognazzi – dichiara Davide Arduini, CEO e founder dell’agenzia creativa Different e Presidente di UNA (Aziende della Comunicazione Unita) – che invitava la persona con disagio a prenotare una vista con lo psicologo potendo aiutare a sua volta altri con simili problematiche. La seconda in corso promuove la richiesta di inserimento dello psicologo in tutti i reparti».
Le tante proposte hanno un comune obiettivo: aumentare i finanziamenti in salute mentale. L’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria investita in quest’ambito con risorse particolarmente carenti per i servizi ospedalieri e territoriali di neuropsichiatria infantile. Soleterre chiede quindi che sia realizzato un programma di investimenti per portare la spesa totale dal 3,4% attuale al 10%. «Lo psicologo di base dovrebbe essere un diritto per tutti – conclude Damiano Rizzi, fondatore e Presidente – come il medico di base. Eviterebbe tante conseguenze negative dovute al mancato supporto psicologico, dal femminicidio ai problemi di sviluppo e cognitivi. Ed è soprattutto figura fondamentale anche nella cura del cancro infantile: è provato che a un maggior benessere mentale corrispondano tassi di guarigione più alti. Crediamo non possa esserci salute senza salute mentale e non è più accettabile che nelle diverse situazioni di bisogno occorra pagare per accedere al supporto psicologico: è una chiara e gravissima violazione dell’articolo 32 della Costituzione».
di Francesca Morelli