Rosso, verde, viola, bianco e arancione: questi colori legati ad alcuni degli alimenti principe della dieta mediterranea tra cui uova, latticini, noci, semi, spezie e vino rosso, svolgono un ruolo di primo piano per la salute. Eppure recenti studi di alcune università dei Paesi del Mediterraneo come Catania, Parma, la Politecnica Delle Marche, l’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in Italia e l’Universidad Europea del Atlántico in Spagna, sottolineano che sulla nostra tavola sono poco presenti e, talvolta, dimenticati. In occasione della seconda edizione del Festival dei Cinque Colori, che si è tenuto a Napoli (Maschio Angioino, 15-19 Maggio), medici, artisti, sportivi, associazioni e istituzioni hanno ridestato l’attenzione su questi alimenti “cenerentola”, sottolineandone il reale valore. «Il numero cinque- spiega Maria Teresa Carpino, Presidente Associazione Pancrazio e ideatrice del Festival dei Cinque Colori – è il simbolo di questo evento in quanto identifica i colori del benessere che non possono mancare in un’alimentazione equilibrata, le cui sfumature coprono l’intera gamma delle componenti della dieta mediterranea. Alimenti che sono in sé promotori e “mattoni” di stili di vita sani, insieme ad alcune altre buone pratiche: la regolare attività fisica e anche un costante nutrimento culturale, fatto di cinema, letteratura, arte, musica, scelti e personalizzati a seconda del destinatario previlegiato: i bambini e/o gli adulti».
Gli esperti raccomandano di approfittare dei benefici della dieta mediterranea, riconosciuta Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2020, per l’impatto che “investe” soprattutto sulla salute. «Sono moltissimi gli studi – prosegue Giuseppe Morino, pediatra, dietologo dell’Ospedale Bambino Gesù e direttore scientifico del Festival dei Cinque Colori – che hanno evidenziato l’efficacia protettiva dei “cinque colori” contro malattie come diabete, obesità, patologie cardiovascolari e cancro. Tuttavia, un’ampia varietà di alimenti è rimasta inesplorata: studi scientifici e anche l’informazione culturale identificano la bontà della dieta principalmente nel consumo di frutta e verdura, olio d’oliva e cereali, lasciando a margine, o non (pre)occupandosi di altri alimenti. Come ad esempio cereali integrali, legumi, noci, semi, erbe e spezie, uova, latticini e vino rosso che possono in maniera altrettanto importante proteggere la salute. Così come negli studi e nella valutazione di bontà vengono trascurati altri fattori tra cui l’aderenza alla dieta, i metodi di cottura, di produzione, di lavorazione e di conservazione degli alimenti». Gli esperti spiegano come sia importante valutare, in un contesto di modernità, anche degli stili di vita, altri elementi come i punteggi dietetici e gli indici i quali indicano l’apporto calorico giornaliero totale e la proporzione dei macronutrienti introdotti con l’alimentazione, né vengono considerati aspetti culturali, comportamentali e culinari che caratterizzano il modello dietetico mediterraneo adottato in area del Mediterraneo da millenni, ma che è variato dalle origini ad oggi.
Ecco di seguito pregi e benefiche proprietà dei 5 alimenti da portare in tavola con regolarità.
Uova. Sono spesso colpevolizzate, percepite come una delle principali fonti di colesterolo e un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Mentre in realtà l’uovo è un “serbatoio” economico e nutriente di proteine, vitamine e minerali che possono essere trasferite dal piatto all’organismo. Le proteine dell’uovo, ad esempio, sono facilmente digeribili e apportano quantità di aminoacidi essenziali, peptidi bioattivi con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Oltre al colesterolo, il grasso dell’uovo contiene fosfolipidi, acidi grassi mono e saturi, luteina, lecitina, colina e una varietà di vitamine e minerali: tutti elementi buoni. Sebbene un consumo elevato di uova potrebbe sviluppare in alcune persone problemi cardiovascolari a causa dell’aumentato colesterolo per una iperproduzione di trimetilammina N-ossido (TMAO), la loro assunzione è associata a molti benefici per la salute.
Latticini. Il latte e i suoi derivati, come burro, yogurt, cagliata e latticello, sono parte della dieta mediterranea da almeno 9 mila anni, ma gli acidi grassi saturi in essi presenti ne hanno indotto nel tempo a limitarne il consumo, per timore del rischio di colesterolo. Le ultime evidenze scientifiche hanno però dimostrato che questi alimenti possono aumentare solo in parte il colesterolo LDL, mentre gli acidi grassi contenuti favoriscono il colesterolo buono, migliorano la funzione metabolica, prevengono la disbiosi intestinale. Inoltre, sempre secondo studi di letteratura, il consumo di latte e di prodotti lattiero-caseari si associa a un minor rischio di complicanze cardiovascolari, inclusa l’ipertensione, e di cancro del colon-retto.
Noci e semi. Mandorle, noci e pistacchi, ma anche semi, come quelli di lino, zucca e girasole sono alimenti ottimi per la salute. Diversi studi mostrano ad esempio che le noci riducono il rischio di malattie cardiometaboliche, pur tenendo presente però che la frutta secca in generale può aumentare il colesterolo LDL nel sangue. Sono invece ancora pochi gli studi condotti sugli effetti benefici dei semi sulla salute che sembrano evidenziare la presenza di acidi grassi essenziali e proprietà sia antiossidanti e antinfiammatorie per le sostanze fitochimiche contenute, sia ipocolesterolemizzanti per i fitosteroli presenti.
Erbe e spezie. Migliorano gusto, sapore e aroma degli alimenti, ma di norma non vengono considerate nelle scale di valutazione sull’aderenza alla dieta mediterranea. Peccato, perché sono in grado di ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, effetto benefico in parte dovuto all’abbondanza di sostanze fitochimiche con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antitumorali, ipolipemizzanti e ipotensive. Inoltre erbe e spezie possono migliorare la digestione e avere effetti neuroprotettivi.
Vino rosso. Il consumo moderato di vino è parte integrante della dieta mediterranea tradizionale. Tuttavia, sui suoi effetti non c’è ancora pieno accordo: da un lato le linee guida dietetiche consigliano di escluderlo per i possibili rischi cancerogeni (quello per cancro al seno, al fegato e al colon-retto restano dibattuti). Dall’altro studi osservazionali indicano che moderatamente consumato, l’alcool può ridurre le probabilità di sviluppo di malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause.
di Francesca Morelli