Le voci di familiari e del partner (56%), la musica e la radio (47%): sono i suoni che gli italiani rimpiangerebbero maggiormente di non poter più ascoltare, in caso fossero colti da sordità. Seguono poi la TV (25%), il suono delle risate (20%), il rumore delle onde del mare (18%) e le voci dei bambini (16%). È quanto hanno dichiarato oltre 1000 connazionali, dai 18 agli over 55 anni, nel corso di una indagine presentata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ascolto (18 Luglio). Sono suoni, dunque, di valore emotivo che correlano a sentimenti, sensazioni, affetti, volti cari a cui i “nostri” intervistati danno maggiore importanza, rispetto a rumori legati alla natura, più previlegiati invece da altri Paesi. Infatti solo il 13% degli italiani avvertirebbe la mancanza del suono della pioggia, l’11% del cinguettio degli uccelli e l’11% dei versi degli animali domestici. A soffrire della perdita dell’udito sono più le donne o gli uomini? In eguale misura, o comunque con differenze di genere poco marcate: le donne mostrano una preferenza maggiore per suoni come le onde (22% contro il 13% degli uomini), la musica dal vivo (17% contro il 13% degli uomini) e i versi degli animali domestici (14% contro il 9% dei maschi), mentre gli uomini sembrano preferire le voci dei bambini (17%, contro il 15% delle femmine). Alcune differenze si rilevano a seconda dell’età: ad esempio il valore attribuito alle voci dei familiari o dei partner aumenta con l’età, passando dal 52% tra i 18-24 anni al 62% di età superiore ai 55 anni. Le voci dei bambini sono invece particolarmente amate dalla fascia di età più anziana (21% fra gli over 55, 13% tra i 18-24 anni e 11% in età compresa tra 25-34 anni). Infine fa la differenza anche il territorio di residenza: le voci dei familiari o del partner sono molto apprezzate in Valle d’Aosta (100%), Liguria (77%) e Trentino-Alto Adige (71%), a differenza di percentuali più basse in Basilicata (23 %), Molise (33%) e Friuli-Venezia Giulia (33%) e quelle dei bambini registrano picchi più elevati in Valle d’Aosta (50%) e Umbria (29%), in netto distacco Basilicata (8%), Trentino-Alto Adige (7%) e Molise (7%). Prendendo invece qualche suono “materiale”, la radio o la musica l’indice di gradimento è prevalente in Valle d’Aosta (100%), Sardegna (62%) e Abruzzo (59%), cui seguono a distanza Campania (40%) e Veneto (37%). Infine fra gli elementi naturali, il cinguettio degli uccelli è molto apprezzato in Umbria (29%) e Liguria (19%), sensibilmente meno in Valle d’Aosta (0%), Campania e Abruzzo (5%).
La perdita dell’udito può dunque avere un profondo impatto sugli aspetti emotivi, così come sulle connessioni sociali, che influenzano anche salute e benessere mentale. È pertanto fondamentale favorire e acquisire maggiore consapevolezza e attenzione ai segnali dell’ipoacusia, oggi trattabile grazie ai progressi della ricerca e della tecnologia, con soluzioni innovative, ad esempio impianti cocleare, che consentono di recuperare l’udito e il “mondo dei suoi affettivi”. Racconta, con emozione Erika, sorda dalla nascita e portatrice di impianto cocleare: <Mi stupisco ogni volta che riesco a distinguere un suono nuovo. Ricordo di aver sentito le campane, per la prima volta, mentre ero a casa e le finestre erano chiuse. Un altro momento emozionante è stato ascoltare le risate dei miei figli dall’altra parte della stanza mentre giocavano. Ho scoperto molti suoni che non pensavo esistessero, come le cicale, gli uccelli e il vento>.
Controlli uditivi regolari sono fondamentali per mantenere la connessione con le persone e l’ambiente che ci circondano: MED-EL, azienda leader nelle soluzioni per l’udito, offre la possibilità di eseguire test dell’udito gratuiti. Test on line, rapidi e semplici, che forniscono preziose informazioni sulla potenziale perdita dell’udito nelle situazioni quotidiane e possono offrire indicazioni sulla necessità di una valutazione professionale.
Francesca Morelli