E’ dieci volte più piccolo di un pacemaker tradizionale. E viene inserito senza lasciare rigonfiamenti o cicatrici. Con una considerevole riduzione per il paziente dei tempi di recupero dalla procedura di impianto e dei rischi connessi agli elettrocateteri e alla tasca. Per questo motivo viene meglio accettato dalle persone giovani, soprattutto dalle donne. E’ stato presentato a Milano, in occasione dell’evento “La cardiologia che batte al ritmo del futuro” organizzato da Abbott, con alcuni dei maggiori cardiologi interventisti italiani.
Si tratta del primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo: un’innovazione rivoluzionaria che consente a due pacemaker, senza elettrocateteri, di comunicare e sincronizzarsi tra loro ad ogni singolo battito del cuore, uno che stimola il ventricolo destro e l’altro che stimola l’atrio destro. Un sistema che amplia le possibilità di trattamento rispetto ai pacemaker monocamerali senza fili che consentono di trattare solo il 20% dei pazienti. Si calcola che circa un terzo della popolazione mondiale potrebbe sviluppare un’aritmia patologica, una delle cause più frequenti di mortalità, accessi al Pronto Soccorso e ricoveri. Nel mondo ogni anno si contano circa 1.250.000 impianti di pacemaker. In Italia si effettuano oltre 50 mila impianti di pacemaker ogni anno, in media 137 al giorno, con una crescita superiore al 30% negli ultimi 15 anni.
<La disponibilità del primo pacemaker bicamerale senza fili al mondo, che due anni fa siamo stati i primi a validare nel nostro Paese avendo partecipato allo studio clinico internazionale, amplierà le possibilità di trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco e dunque il numero di pazienti che potrà beneficiare dei pacemaker senza fili, una delle più grandi innovazioni nel mondo dei pacemaker degli ultimi dieci anni>, ha affermato il Professor Claudio Tondo, Direttore del Dipartimento di Aritmologia, Centro Cardiologico Monzino IRCCS di Milano e Professore Associato del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche, Università Degli Studi di Milano.
<Noi cardiologi ospedalieri siamo chiamati ad affrontare molteplici sfide, tra cui le aritmie che sono in rapida crescita in tutto il mondo>, dichiara il Dottor Stefano Guarracini, Primario della Cardiologia e Responsabile Emodinamica, Clinica Pierangeli di Pescara. <I grandi vantaggi di questa tecnologia derivano dalle dimensioni miniaturizzate e dall’assenza di fili, che permettono di inserire le due piccole capsule direttamente nella cavità cardiaca con una procedura meno invasiva della chirurgia tradizionale>.
Paola Trombetta