Malattia Renale Cronica: i rischi per le donne

La Malattia Renale Cronica (MRC), ovvero la perdita progressiva della funzionalità dei reni, è in costante aumento in Italia, soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione e della prevalenza di condizioni patologiche con elevato rischio di danno renale, tra le quali: diabete tipo II, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, obesità, scompenso cardiaco, patologie che richiedono l’uso di mezzi di contrasto nefrotossici. La Malattia Renale Cronica, spesso asintomatica, riguarda circa il 10% della popolazione italiana, ossia 5 milioni di persone: un numero in continuo aumento. Per questo è fondamentale investire su prevenzione e diagnosi precoci, attraverso la ricerca attiva di quei pazienti particolarmente esposti al rischio: scompensati, diabetici, obesi e ipertesi. Un Documento di indirizzo per ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici è dunque fondamentale per invertire la rotta che, ad oggi, vede la MRC posizionarsi al terzo posto tra le cause di morte per velocità di incremento negli anni e diventerà nel 2040 la quinta causa di morte al mondo. Sebbene l’incidenza della Malattia Renale Cronica (MRC) sia simile tra uomini e donne, la prognosi delle donne è migliore, con meno ingressi in dialisi nelle fasce di età più giovani, ma complessivamente minore inserimento in lista d’attesa per trapianto renale delle donne con MRC avanzata.

Ne abbiamo parlato con la professoressa Mariacristina Gregorini, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi e del Dipartimento Medicina Specialistica dell’Azienda USL di Reggio Emilia, già segretario della Società Italiana di Nefrologia (SIN) che ha da poco concluso il 65° Congresso nazionale a Riccione.

 

Donne e Malattia Renale Cronica: qual è l’incidenza e quale l’età più a rischio?
«Dopo la menopausa, come avviene del resto per le malattie cardiovascolari, c’è un maggiore interessamento anche perché il cambiamento ormonale può favorire l’insorgenza di ipertensione, obesità, aumento del peso, ridotta sensibilità all’insulina, che può essere un primo passo verso il diabete, tutti fattori predisponenti per lo sviluppo di una Malattia Renale Cronica».

Esistono terapie per bloccare o quanto meno rallentare il decorso di questa malattia?
«Sarebbe opportuno agire prima possibile sui fattori di rischio, trattando con farmaci adeguati l’ipertensione, controllare il peso, mantenere un buon controllo glucidico in caso di diabete, ridurre il consumo di sale, un grande nemico che noi tutti incontriamo. Un altro aspetto è l’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), gli antidolorifici che spesso le persone utilizzano con eccessiva facilità. Alcuni di questi possono, a lungo andare, rivelarsi tossici per il rene. Per questo dovrebbero essere usati con parsimonia».

Potrebbero influire negativamente anche alcuni alimenti?
«Sicuramente una dieta troppo ricca di proteine, grassi, sale e zuccheri è sempre controindicata e danneggia anche il sistema cardiovascolare. I nemici del cuore sono anche nemici dei reni! È importante seguire stili di vita sani, con una dieta di tipo mediterraneo, praticare attività fisica, non fumare, non essere in sovrappeso: sono fattori fondamentali per la prevenzione a anche la cura delle Malattie Renali Croniche. Nella prevenzione secondaria è cruciale tenere sotto controllo le persone a rischio, tra cui, principalmente, quelle con malattie cardiovascolari o autoimmuni (molto più frequenti nelle donne), diabetiche, ipertese, obese».

Nelle donne in età fertile, qual è l’incidenza di questa malattia e quali implicazioni potrebbe avere, ad esempio, sulla fertilità?
«Si stima che il 3% delle donne in età fertile sia affetto da MRC e abbia contemporaneamente malattie di tipo immunologico, come ad esempio il Lupus, che è molto più frequente nelle donne, con un rapporto di incidenza femmine/maschi di 9/1. Quindi la diagnosi precoce in questi casi diventa molto importante per evitare che queste patologie possano influire negativamente sulla fertilità. Se un piccolo danno renale potrebbe non incidere particolarmente, un danno più grave potrebbe influire maggiormente sulla fertilità. Le donne in dialisi inoltre, ancor più dell’uomo, incorrono nel rischio di infertilità, tanto maggiore con l’aumentare dell’età, così come avviene nella popolazione generale. Tuttavia, oggi anche le donne in dialisi e ancora più le donne trapiantate possono aspirare alla maternità: il buon esito di una gravidanza è una possibilità concreta anche per loro, anche se richiede cure e attenzioni particolari, con un team multidisciplinare a supporto».

Ci potrebbero essere rischi nel caso di una gravidanza, in presenza di Malattia Renale Cronica?
«È un argomento molto importante, perché la MRC costituisce un fattore di rischio materno-fetale indipendente, che deve essere controllato. Se una donna ha una Malattia Renale Cronica e vuole affrontare una gravidanza, deve essere seguita molto attentamente dal nefrologo, con una stretta collaborazione con gli specialisti ginecologi e ostetrici. Se la malattia è significativa, può influire sulla gravidanza provocando per esempio la pre-eclampsia o l’eclampsia che compare nel terzo trimestre e può portare a complicazioni severe, come parti prematuri o, nei casi più gravi, alla morte neonatale, mettendo a rischio a volte anche la vita della mamma».

Ho letto che come SIN avete costituito un Gruppo di studio su “Rene e Gravidanza”: ci può spiegare in che cosa consiste?
«La Società Italiana di Nefrologia ha numerosi gruppi di studio, con nefrologi che approfondiscono lo studio in alcuni settori. Tra questi il gruppo di studio dedicato a “Rene e Gravidanza”, che si occupa di tutti i problemi renali che possono essere preesistenti o complicare la gravidanza, proponendo tutte le strategie possibili per ottimizzare la gestione di queste gravidanze a rischio. Le donne che soffrono di ipertensione, diabete e malattie renali, infatti, richiedono un’attenta gestione da parte di nefrologi e ginecologi. L’obiettivo è migliorare la salute materno-fetale e aumentare le possibilità di portare a termine una gravidanza con successo, anche in presenza di malattie renali. Questo gruppo di studio si occupa, tra l’altro, di promuovere il sostegno psicologico alla maternità nelle donne nefropatiche. Purtroppo, non molti anni fa, i nefrologi cercavano in tutti i modi di dissuadere le donne con MRC dall’avere figli. Oggi per fortuna l’atteggiamento è cambiato e si cerca di sostenere queste donne a progettare una gravidanza con consapevolezza, sapendo che sono situazioni delicate che richiedono maggiore cura, un’attenzione costante e soprattutto un’adeguata pianificazione».

di Paola Trombetta

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