Lombardia: lo psiconcologo entra nel percorso di cura del paziente con tumore

È stata approvata all’unanimità la mozione 211 “Sviluppo della Psico-Oncologia nei percorsi oncologici del Servizio Sanitario Regionale”, presentata in Consiglio regionale lo scorso 28 ottobre dall’Intergruppo Consiliare Regionale della Lombardia “Insieme per un impegno contro il cancro”, prima firmataria Gigliola Spelzini, supportata dai restanti 23 componenti e dal Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, coordinato da Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna ODV. La mozione chiedeva l’introduzione dello psico-oncologo come parte integrante del team multidisciplinare a supporto dei bisogni psicologici dei pazienti in tutte le fasi della malattia: con questo sì, la Giunta regionale lombarda si impegna ad attivare anche percorsi di formazione specialistica in psico-oncologia clinica e sviluppare programmi di psico-oncologia all’interno dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) dedicati a pazienti con tumore. «Il parere favorevole del Consiglio regionale lombardo ripaga il lungo e complesso lavoro svolto in questi anni dal nostro Gruppo – dichiara Annamaria Mancuso – per assicurare ai pazienti un bisogno clinico, ancora insoddisfatto ma assolutamente necessario, all’interno dei reparti oncologici e onco-ematologici, per dare sollievo alla sfera emotiva e sociale dei pazienti e delle loro famiglie. È necessario (pre)occuparsi del benessere globale del paziente, non solo con l’utilizzo di innovative terapie farmacologiche, ma con programmi di supporto psico-sociale che aiutino il paziente ad affrontare e superare il trauma della malattia». Aggiunge la consigliera Spelzini: «Promuovere la psico-oncologia nel percorso di cura significa migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie, offrire loro non solo speranza, ma anche la possibilità di affrontare la malattia con una forza e una serenità maggiori». Con questa decisione, Regione Lombardia mette in atto quanto previsto dal Piano Oncologico Nazionale, ovvero attivare per le diverse neoplasie e nelle varie fasi di malattia, percorsi psico-oncologici di prevenzione, cura e riabilitazione del disagio emozionale, sia di supporto che propriamente psicoterapeutici (individuali, di coppia, familiari) per il paziente e la sua famiglia, integrati all’interno dei percorsi della cura medica. Vero è infatti che spesso il tumore si accompagna ad ansia, depressione e disturbi dell’adattamento di varia intensità con gravi ripercussioni sul benessere psicologico. «È fondamentale chiedere al paziente già al momento della diagnosi – continua Angela Piattelli, Presidente nazionale SIPO (Società Italiana di Psico-Oncologia) e Dirigente Psicologa e Psico-Oncologa UOC Oncologia Azienda Ospedaliera di Cosenza – se esiste una storia pregressa di disagio emozionale, in ottica di prevenzione e/o di presa in carico tempestiva ai primi sintomi». In buona sostanza grazie a questa “approvazione”, i malati lombardi potranno accedere e usufruire di cure psico-oncologiche continuative, strutturate nell’organico dei reparti di oncologia e integrate nel team multidisciplinare.

Altre proposte che stanno a cuore al Gruppo di Annamaria Mancuso sono state portate all’attenzione della Commissione tra cui ampliare la possibilità per i caregiver famigliari di usufruire dell’aspettativa non retribuita (anche oltre i due anni previsti) qualora assistano un congiunto con malattia avanzata, potendo così mantenere il posto di lavoro, con un risparmio anche per lo Stato e la revisione della legge 104 permettendo anche al famigliare che abita a poca distanza dall’assistito di usufruire dei due anni retribuiti dalla legge, diritto oggi previsto solo per i caregiver conviventi.

Francesca Morelli

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