European Fertility Week: il 54% dei giovani europei conosce poco i fattori che influenzano la fertilità

I giovani europei sanno poco o nulla sul limite di età per avere figli e il 63% di loro afferma di non conoscere nulla sulle tecniche di riproduzione assistita. I dati emergono dall’indagine promossa da Merck con il supporto tecnico di GAD3, dal titolo: “Le voci del Futuro”, che ha coinvolto circa 9.300 giovani tra i 20 e i 37 anni di 15 Paesi europei. Obiettivo della survey: conoscere i desideri, le aspettative e le paure dei giovani europei, per poterli supportare nella costruzione di un futuro più sano, felice e sostenibile. I risultati sono stati analizzati su due fasce di età: 20 – 26 anni (Generazione Z) e 27 – 37 anni (Millenial). “Le voci del futuro” si è concentrata su 6 temi di particolare importanza per i giovani, tra cui, appunto, “le sfide per costruire una famiglia”. Il desiderio di genitorialità si scontra in tutto il mondo con una serie di barriere sociali, economiche e sanitarie. L’infertilità è una delle principali cause di quello che è stato definito “inverno demografico”: secondo quanto reso noto dall’ultimo report dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il problema è ormai globale e una persona su sei è affetta da infertilità, rendendo la ricerca di una gravidanza difficoltosa a prescindere dal Paese o dalle risorse a disposizione. L’Italia è particolarmente colpita da questa problematica: secondo i nuovi dati Istat nel 2023 le nascite della popolazione residente sono 379.890, circa 13mila in meno rispetto al 2022 (-3,4%). Ciò significa che per ogni 1.000 residenti nel nostro Paese sono nati poco più di sei bambini. Questa diminuzione, che comporta un nuovo superamento al ribasso del record di denatalità, si inserisce in un trend ormai di lungo corso.

Per rispondere a questa sfida, educando sulle cause dell’infertilità e combattendo lo stigma e i tabù ad essa legati, Fertility Europe, l’organizzazione paneuropea che rappresenta le associazioni di pazienti dedicate alla fertilità, organizza la Settimana Europea della Fertilità (4-10 novembre 2024). La necessità di iniziative di sensibilizzazione come questa sono confermate proprio dai dati della ricerca di Merck: il 54% dei giovani europei dichiara una scarsa conoscenza dei fattori che influenzano la fertilità, il 72% ammette di non avere informazioni sulla riserva ovarica e il 66% di non sapere nulla su tecniche di preservazione della fertilità come il congelamento degli ovociti. Maggiore conoscenza c’è invece sui metodi contraccettivi (73%), così come sulle informazioni sul ciclo mestruale (66%). Evidente la differenza tra uomini e donne: queste ultime dichiarano di avere un’ottima conoscenza della tematica (87%), contro il 45% degli uomini. In generale i Millenials conoscono meglio questi argomenti rispetto ai Gen Z, soprattutto per quanto riguarda i metodi contraccettivi (75% contro 69%). In assoluto appare chiaro come ci sia bisogno di fare maggiore informazione sul tema della fertilità, poiché per 4 giovani su 10 (39%) il momento migliore per avere una famiglia e mettere al mondo dei figli è prima dei 35 anni ma per il restante 61% si può posticipare il progetto. In realtà soprattutto per le donne l’età è un problema serio. Infatti la fertilità per loro diminuisce già dopo i trent’anni, dopo i 35 anni è del 50% e subisce un calo molto significativo dopo i 40. Solo il 13% delle donne si preoccupa del proprio orologio biologico quando pensa di diventare madre e questo potrebbe diventare un problema nel momento in cui la decisione viene presa troppo tardi.

Paola Trombetta

 

 

Articoli correlati