E’ l’estate il periodo più a rischio per le infezioni sessualmente trasmissibili. Tra queste l’Hpv. Ogni giorno, ogni 12 minuti, un nuovo possibile caso: sono i numeri europei dell’incidenza e dei tempi di infezione dell’Hpv (Papilloma Virus Umano), un virus – o meglio un gruppo di circa 100 virus che infettano le muscose del corpo quali il collo dell’utero, la vagina, la vulva, l’ano, il pene, la bocca o la gola – altamente trasmissibile per via sessuale (anche orale) attraverso il contatto diretto tra gli organi genitali. Con quasi 35 mila nuove diagnosi all’anno, questo tumore si posiziona al secondo posto, dopo quello della mammella, fra le neoplasie più diffuse nella donna di età compresa tra i 15 e i 44 anni. Numeri elevatissimi se si paragonano alle stime di 17 casi giornalieri di tumori del retto, quantificabili in 6.400 eventi annui; 5 tumori alla vulva, 1.800 all’anno e 4 tumore alla vagina stimati in 1.500 nuove casi ogni anno. Un virus, quello dell’Hpv, che è anche responsabile di 36 morti femminili al giorno, secondo le ultime statistiche europee. Anche in Italia la situazione merita attenzione, dove il virus colpisce indifferentemente uomini e donne: recenti studi clinici riferiscono ogni anno 2 mila nuovi casi di carcinomi tra oro-faringei, ano-rettali e del pene tra gli uomini e 4.400 nuovi casi di tumore oro-faringeo, vaginale e della cervice uterina tra le donne. Ma non è solo questione di tumore, perché l’Hpv potrebbe causare anche l’insorgenza, ogni giorno, di mille lesioni di altro grado, nel 90% dei casi delle verruche genitali correlate ai ceppi 6 e 11 dell’Hpv, con quasi 1.800 diagnosi all’anno. Dati preoccupanti che invitano sempre più a trovare soluzioni efficaci e immediate. Soprattutto perché il virus colpisce nel pieno della vita, tra i 25-35 anni di età, mettendo a rischio non solo la salute di entrambi i partner (che possono essere anche portatori silenti del virus, a loro insaputa, contribuendo alla sua diffusione), ma incrementando nella donna il rischio di parto prematuro, laddove la lesione cervicale necessiti di terapie specifiche, in particolare della conizzazione (asportazione di una porzione circolare del collo dell’utero). Arrestare la crescita dei tumori indotti da Hpv è possibile e la soluzione più efficace è oggi rappresentata da un vaccino, già noto e in uso in Italia che è stato anche il primo Paese europeo a pianificare, fin dal 2007, una campagna vaccinale gratuita rivolta alle adolescenti. «Questo perché la maggiore prevalenza di infezioni da Hpv – spiega la professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli Studi di Milano e presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici – si riscontra a 20 anni, proprio in coincidenza con il recente inizio dell’attività sessuale. L’indicazione è dunque quella di eseguire la vaccinazione sulle ragazze tra 9 e 14 anni, cioè prima di entrare in contatto con il virus, al fine di assicurarsi la massima protezione possibile». In Italia la strategia terapeutica contro l’Hpv prevede la vaccinazione con una somministrazione a 2 dosi fino a 14 anni; con 3 dosi dopo i 14 anni; mentre nei soggetti immunocompromessi, si raccomanda la vaccinazione con 3 dosi. «Siamo ancora in attesa – aggiunge la professoressa – che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccini 2016-2018 approvi la vaccinazione universale anti-Hpv tra quelle obbligatorie».
Contro l’Hpv ad oggi sono disponibili due vaccini – uno quadrivalente che protegge dai genotipi HPV 6, 11, 16 e 18, e uno bivalente che difende dai genotipi 16 e 18 (oncologici) – ma un’evoluzione in questa direzione è ormai alle porte. Già approvato e in commercio negli Stati Uniti, è in arrivo anche in Europa e in Italia per la fine dell’autunno (tra ottobre e novembre) il vaccino 9-valente alla cui composizione sono aggiunti cinque genotipi virali ad alto-rischio. Ovvero il vaccino proteggerà anche contro l’HPV 31, 33, 45, 52, 58, auspicando una riduzione dei tumori virus correlati in entrambi i sessi del 20% e del 50-80% delle lesioni pre-tumorali. «Questo significa che il vaccino – continua la professoressa Esposito – ha un potenziale di protezione intorno al 90% dei tumori della cervice uterina e di prevenzione dell’80% delle forme precancerose di alto grado del collo dell’utero, istologicamente definite CIN2-3, e del 50% per le CIN1, ossia le forme di basso grado».
Oltre al vaccino, è raccomandata però anche la prevenzione secondaria. «La diagnosi precoce – sottolinea la professoressa – richiede Pap-test periodico che in Italia viene consigliato ogni tre anni a donne tra i 25 e i 64 anni, e di uno screening citologico cervicale: due indicazioni che permettono di identificare possibili lesioni precancerose e intervenire prima che evolvano in carcinoma. Per gli uomini non esiste, invece, alcun programma di screening preventivo ad eccezione della vaccinazione». Che in alcuni Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia, Danimarca e Svezia è già raccomandata, anche nella popolazione maschile in un’età compresa tra 11 e 15 anni, quando la risposta immunitaria è migliore e il beneficio è massimo, mentre in Italia al momento sono solo 9 le Regioni – Trentino, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna – in cui viene effettuata la vaccinazione universale contro l’Hpv, anche nel maschio.
di Francesca Morelli