PARLA LA PRESIDENTE AIOM, STEFANIA GORI: «CONTRO IL CANCRO “SI PUO’ VINCERE”»

Franca ha 65 anni quando, sotto l’ascella sinistra, i medici le diagnosticano un linfonodo sentinella del melanoma e procedono allo svuotamento ascellare. E appena pochi mesi più tardi, i controlli rivelano una diagnosi di quelle che lasciano senza il fiato: melanoma metastatico. Un decorso che la conduce dritta alla terapia chirurgica, che le “asporta” però anche la voglia di vivere e di lottare. «Volevo rinunciare a tutte le cure e lasciarmi andare, convinta che questa malattia non lasciasse scampo», racconta Franca che, sostenuta dalla famiglia, alla fine decide di sottoporsi a un protocollo di cura con un farmaco immunoterapico innovativo, in sperimentazione all’Istituto Pascale di Napoli. «Dopo i primi trattamenti, la Tac evidenziava l’arresto della diffusione del melanoma, ma anche la riduzione di una piccola lesione al fegato nel frattempo intervenuta».

Una testimonianza quella di Franca, raccolta nel volume pubblicato da Aiom-Associazione Italiana di Oncologia Medica, dal titolo “Si può vincere” (a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Paolo Cabra), insieme ad altre 15 storie di guarigione di pazienti oncologici. In occasione della Giornata del Malato oncologico (15 maggio) abbiamo intervistato la dottoressa Stefania Gori, direttrice del dipartimento di Oncologia all’Ospedale “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar/Verona e prima donna presidente eletto di Aiom, l’associazione fondata nel 1973 da alcuni oncologi italiani per assicurare una cura adeguata al malato oncologico.

«Il nostro specifico impegno verso le donne è quello di non farle ammalare di cancro», spiega la dottoressa Gori. «Obiettivo possibile solo incentivando e incrementando l’adesione allo screening mammografico, alle campagne sugli stili di vita (corretta alimentazione, regolare attività fisica, astensione dall’alcol), al progetto sulla vaccinazione anti- HPV nelle tredicenni per prevenire il carcinoma del collo dell’utero che Aiom promuove con forza in quanto permetterà anche di ridurre l’incidenza dei tumori dell’ano e del cavo orale».

Sul fronte della prevenzione primaria, proprio in questi giorni Aiom lancerà la campagna nazionale “Con le sigarette voglio smettere” (sarà testimonial la campionessa di tennis Flavia Pennetta) per la prevenzione del tumore al polmone. «Come società scientifica, promuoviamo le linee guida per la diagnosi e il trattamento di tutte le forme tumorali, con particolare attenzione al tumore del polmone, la cui incidenza è in aumento nelle donne», aggiunge la dottoressa Gori.

Per le donne con tumore alla mammella, Lucia Del Mastro (oncologa Aiom) ha messo a punto linee guida per la preservazione della fertilità, che tra le varie tecniche contempla, ad esempio, la crioconservazione di ovociti maturi. «Parliamo tuttavia di casi circoscritti – sostiene Gori – perché le donne under 40 (ancora in età fertile) affette da carcinoma mammario sono per fortuna rare».

Come rari sono i casi (25 mila l’anno) di carcinoma ovarico, che all’80% vengono tra l’altro diagnosticati in stadio avanzato, con minore possibilità di guarigione. «Per le pazienti con questo tipo di tumore in stadio avanzato e con mutazione del gene BRCA, c’è una novità terapeutica importante: un farmaco (Olaparib), oggi disponibile anche in Italia, che, somministrato dopo i trattamenti di chemioterapia, si è rivelato particolarmente attivo nelle donne con questa mutazione» (articolo pubblicato il 30/04). E c’è di più: «se la paziente è d’accordo, si può procedere a un’analisi genetica nelle altre donne della famiglia con lo stesso gene mutato e sottoporle a percorsi di prevenzione più ravvicinati. Questo consentirà, in futuro, di ottenere un ulteriore impatto sull’incidenza del carcinoma ovarico». 

Un’altra via di cura dei tumori molto promettente è l’immunoterapia. «E’ un genere di cura nuova rispetto a chemioterapia, ormonoterapia, terapia con farmaci a bersaglio molecolare, e consiste nell’utilizzo di farmaci innovativi in grado di riattivare l’attività del sistema immunitario contro il tumore, permettendo di riconoscere la neoplasia come un “nemico” e quindi di aggredirla. Candidato ideale a questo trattamento si è rivelato il melanoma maligno metastatico, ma la cura è estesa anche ad alcune forme avanzate di carcinoma del polmone non a piccole cellule. Studi clinici stanno valutando l’approccio anche al carcinoma mammario».

di Francesca Saglimbeni

Articoli correlati