Smalti, soprattutto se (semi)permanenti, solventi e collanti per applicare unghie artificiali, ricostruzioni, manicure fai-da-te troppo aggressive, frequentazione di ambienti caldo-umidi quali palestre, piscine e terme, tacchi alti e scarpe strette: sono questi i fattori di rischio del moderno malessere delle unghie, sempre più esposte a miceti e funghi che ne possono intaccare la bellezza e la struttura. «L’onicomicosi – spiega il professor Antonino di Pietro, Presidente fondatore di Isplad (International Society of Plastic-Regenerative and Oncologic Dermatology) e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano – è la più comune delle infezioni fungine che insorge a causa dell’attacco di lieviti, muffe ma soprattutto di un fungo. Questo riesce a penetrare nell’unghia attraverso microfessure e crepe, abbattere la cheratina, sostanza di cui è principalmente costituita, nutrirsene per crescere più velocemente, arrivando fino a modificare il PH dell’unghia che, da acido, diventa alcalino». E il “lavoro” del fungo non passa inosservato, nemmeno a un occhio poco esperto, perché l’unghia da liscia, rosea, trasparente e regolare (insomma dall’aspetto sano) apparirà più fragile e sottile, deformata, opaca e macchiata da aree bianche o giallastre. «L’onicomicosi – aggiunge di Pietro – è una condizione in aumento: rappresenta dal 30 al 50% di tutte le affezioni che possono colpire l’unghia, interessando il 10% della popolazione con un incremento fino al 15-20% nella fascia di età fra i 40 e i 60 anni e un sensibile aumento tra le donne. Sono soprattutto loro a mettere a repentaglio la salute sia delle unghie delle mani attraverso cure estetiche attuate in centri non sicuri, con strumenti poco adeguati e prodotti non sempre garantiti, l’incremento dell’attività sportiva dove sudore e umidità favoriscono la proliferazione dei funghi o l’uso eccessivo e senza guanti di detersivi e detergenti, ma anche dei piedi, indossando scarpe strette e tacchi alti che aumentano il rischio di microtraumi all’unghia».
Ma non è solo questione di onicomicosi, perché un’unghia malata può rivelare anche un malessere o carenze generali dell’organismo: macchie nere possono essere infatti conseguenza di piccole emorragie causate da un trauma; i puntini bianchi indicativi della presenza di bolle d’aria; striature o solchi essere la spia di uno scarso apporto di vitamine e sali minerali nella dieta, in particolare di ferro o zinco. Ancora, alcune condizioni cliniche possono esporre a un maggiore rischio di malattie dell’unghia, ad esempio il diabete, i disturbi circolatori a carico del sistema immunitario, mentre per parrucchieri, baristi, pasticceri, imbianchini, muratori, giardinieri, l’onicomicosi in particolare potrebbe diventare una “malattia professionale” a causa dell’eccessiva permanenza della mani nell’acqua.
Qualunque sia il contesto le unghie di mani e piedi vanno comunque protette, specialmente se si è in condizioni a rischio. Sono pochi, ma indispensabili, i comportamenti da adottare per prevenire l’attacco del fungo: ovvero asciugare sempre con accuratezza le estremità, compresa la pelle tra le dita che sono il luogo privilegiato in cui affiorano le micosi; per i piedi prediligere calze in fibra naturale cambiandole spesso; alternare appena possibile scarpe chiuse con quelle aperte; prediligere calzature comode preferibilmente con tacco basso e punta larga; non camminare mai scalzi nei luoghi pubblici; non strappare o tagliare la pelle intorno alle unghie per non creare lacerazioni che si potrebbero infettare, aprendo un più facile accesso a virus e batteri.
Riguardo le unghie delle mani, invece, è bene mantenerle pulite e corte, lavarle con cura dopo aver toccato un’altra unghia infetta, evitare l’uso di prodotti non sicuri quali smalti o unghie finte. Ma se nonostante le precauzioni, il fungo si facesse comunque strada e si vedessero comparire macchie antiestetiche, opache, bianche o giallastre sotto la punta dell’unghia, occorre agire tempestivamente con trattamenti mirati per evitare che l’infezione si diffonda causando scolorimento e ispessimento della lamina o il suo sfaldamento che inizia di norma dai bordi o, ancora, che possa intaccare altre unghie.
La prima indicazione per una corretta diagnosi e impostazione terapeutica è rivolgersi al dermatologo che controllerà le unghie e, se necessario, raccoglierà alcuni frammenti della parte inferiore per esaminarli al microscopio, o anche al podologo nel caso in cui problema sia localizzato ai piedi. «Tra i rimedi più efficaci – dice Di Pietro – ci sono farmaci ad uso topico, con formulazioni che permettono un’ottima penetrazione del principio attivo utile all’eradicazione del fungo responsabile. Il trattamento richiede però sei mesi di terapia per le unghie delle mani e fino a dodici per quelle dei piedi. Nei casi più gravi si può ricorrere a farmaci per via orale o persino all’intervento chirurgico». Ed è spesso il fattore tempo l’elemento cruciale che allontana il paziente dalla compliance terapeutica, peggiorando lo stato dell’unghia. La ricerca Sandoz ha risposto con la creazione di un rimedio rapido, di facile utilizzo con la doppia formulazione in penna o smalto ed efficace grazie a ingredienti che permettono di saturare l’unghia e combattere il fungo, modificando le condizioni dell’habitat favorevoli al suo sviluppo. «Questo nuovo prodotto – conclude il dermatologo – agisce in 12 settimane, migliora l’aspetto estetico con un effetto schiarente dopo 7 giorni, se viene rispettata la costante applicazione due volte al giorno per le prime 4 settimane e una volta fino alla 12a settimana». Valore aggiunto è che il prodotto asciuga in un minuto, dunque può essere applicato ovunque o in un momento di pausa, e non richiede pre-trattamenti o limature dell’unghia prima dell’utilizzo. Unica avvertenza: evitare l’uso di smalti e affini durante tutto il periodo di cura per non compromettere il risultato. E seguire una sana alimentazione, con alcuni consigli riportati nel video qui di seguito: https://www.youtube.com/watch?v=iMpFcNb3J0c
di Francesca Morelli