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La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, in programma il 20 ottobre, ha come l’obiettivo quello di promuovere una sempre maggiore consapevolezza delle donne su questa patologia. Ecco perché in occasione della ricorrenza diventa fondamentale affiancare all’informazione sui corretti stili di vita, quali l’attitudine al fumo, la mancanza di attività fisica e l’alimentazione scorretta, anche quella relativa ai fattori di rischio, primi tra tutti la predisposizione genetica e la familiarità. «Addirittura la familiarità di fratture da fragilità ossea interessa una donna italiana su 3 – continua Giancarlo Isaia – per cui risulta essere un importante indicatore per possibili pazienti ad alto rischio. Altri fattori di rischio importanti, ma spesso sottovalutati, sono la menopausa precoce, l’eccessiva magrezza, il fumo e l’abuso di alcol. Solo con la sensibilizzazione della classe medica, dal medico di famiglia a tutti gli specialisti coinvolti nella gestione della patologia osteoporotica, potremo garantire la corretta ed esaustiva informazione alle pazienti e, grazie anche alla nuova Nota 79, un sensibile miglioramento dell’appropriatezza della terapia e un conseguente calo di fratture da fragilità ossea negli anni a venire».
UNA CAMPAGNA PER LA PREVENZIONE
La SIOMMMS è, da sempre, in prima linea, anche attraverso la Campagna “Stop alle Fratture”, un’iniziativa nazionale di sensibilizzazione sulle fratture da fragilità ossea, che sono le conseguenze dell’osteoporosi nella sua forma più grave. Alla classe medica spetta il compito di invitare le donne a non sottovalutare, ad esempio, persistenti dolori ossei che possono essere sintomo di fratture da fragilità ossea, la cui incidenza è molto più comune di quanto si pensi. Dai 50 anni, per ogni donna è fondamentale conoscere il proprio rischio di andare incontro a fratture. Sul sito www.stopallefratture.it è disponibile il Defra Test online, test di autodiagnosi per valutare il rischio personale di fratturarsi nei successivi 10 anni (basso, medio, elevato, molto elevato). Secondo il risultato ottenuto, verranno indicate raccomandazioni e consigli su come prevenire eventuali fratture da fragilità.
I NUMERI DELLA MALATTIA
L’osteoporosi è una patologia che interessa, nel mondo, oltre 200 milioni di donne (22 milioni solo in Europa) e la cui causa è senz’altro legata all’avanzare dell’età e alla conseguente perdita di massa ossea, con manifestazioni che possono essere anche molto precoci. Si tratta di una patologia che interessa il 30% di tutte le donne che vanno in menopausa, ma può insorgere anche dai 45 anni se la menopausa è precoce, condizione che, si stima, interessi circa il 4-5% della popolazione femminile.
Le fratture da fragilità ossea, conseguenza grave dell’osteoporosi, hanno un’incidenza da non sottovalutare: secondo la World Health Organization, infatti, ogni 3 secondi, si verifica una frattura da fragilità osteoporotica a carico di femore, polso e vertebre. Ciò equivale a circa 25 mila fratture al giorno o 9 milioni all’anno.
Si calcola che almeno il 40% delle donne dopo i 50 anni andrà incontro ad una frattura da osteoporosi, quali: fratture di femore (17%), vertebrali (16%) o di altri segmenti ossei (polso, pelvi, omero prossimale…). Secondo l’OMS e la IOF (International Foundation of Osteoporosis) la presenza di una frattura da fragilità ossea (vertebrale o di altri segmenti scheletrici), configura sempre una condizione di osteoporosi severa.
L’IMPORTANZA DI UNA DIETA SALUTARE
Un deficit di assunzione di proteine, così come la malnutrizione, tristemente comune nelle persone anziane, possono influenzare negativamente la salute delle ossa e dei muscoli. Lo conferma uno studio pubblicato di recente su una rivista internazionale dal titolo:“Alimentazione sana, ossa sane: come i fattori nutrizionali influiscono sulla salute del sistema muscolo scheletrico nel corso della vita”, che è disponibile on-line e gratuitamente scaricabile all’indirizzo: http://www.fondazionefirmo.com/report_iofs; Link all’articolo “Life-course Approach to Nutrition”: link.springer.com/article/10.1007/s00198-015-3288-6
«L’articolo sottolinea come gli stili di vita che portano a una cattiva alimentazione e carenza di nutrienti sono in aumento preoccupante in ogni età, ma in particolare nei bambini», commenta la professoressa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione F.I.R.M.O. «Latte e prodotti lattiero-caseari sono la principale fonte di assunzione di calcio per la maggior parte dei bambini, ma in tutto il mondo nel corso degli ultimi decenni è stato osservato un calo del consumo di latte. Inoltre, tra i giovani è diffusa anche l’insufficienza di vitamina D, il che ha portato in diversi Paesi a raccomandazioni per la somministrazione di supplementi per neonati e bambini piccoli. Ma una scarsa assunzione di calcio e vitamina D è purtroppo diffusa anche tra adulti e anziani di tutto il mondo. Per un numero considerevole di persone inoltre il rischio di frattura aumenta anche a causa del consumo eccessivo di alcol, del fumo, e di un indice di massa corporea molto alta o bassa. Questo nuovo rapporto dimostra quanto sia importante l’alimentazione per la salute delle ossa per tutta la vita. Gioca infatti un ruolo chiave nello sviluppo dello scheletro anche prima della nascita. Una dieta sana della madre, così come i giusti livelli di vitamina D, portano a sviluppare una maggiore massa ossea nei figli».
di Paola Trombetta