Pranzi e cene in abbondanza, panettoni e cioccolato di troppo durante le trascorse festività potrebbero aver scompensato il nostro metabolismo, oltre ad averci procurato qualche chilo di troppo. E allora, prima di mettersi a dieta, sarebbe opportuno valutare il “danno metabolico” subito durante le festività dal nostro organismo. A questo proposito sono stati messi a punto una serie di test, che valutano la “salute del metabolismo”. Si tratta di un pacchetto di esami, effettuati con un semplice prelievo di sangue, appositamente studiati dai laboratori Synlab Italia in collaborazione con la professoressa Evelina Flachi. Cosa valutano? «Diversi sono i parametri presi in considerazione da questi test», spiega il dottor Roberto Colombo, direttore medico Synlab Italia.
«Innanzitutto la valutazione della resistenza all’insulina e l’eventuale predisposizione al diabete tipo 2. Questo test si basa su un modello matematico che calcola la sensibilità all’insulina, facendo una comparazione tra le concentrazioni di glucosio nel plasma e l’insulinemia a digiuno. In più si considerano parametri come le transaminasi GPT, presenti soprattutto nelle cellule del fegato, per individuare eventuali epatopatie o steatosi epatica. Non può mancare il colesterolo totale, per la valutazione del rischio di aterosclerosi. Il valore ottimale non dovrebbe superare i 200 mg/dl. Oltre a questi parametri “tradizionali”, la particolarità di questi test consiste nel prendere in esame due ormoni, leptina e adiponectina, indicativi della regolazione dell’appetito e della funzionalità del nostro metabolismo. In particolare la leptina, è uno dei principali ormoni prodotti dal tessuto adiposo: ha un’azione “anoressizzante”: diminuisce l’appetito, aumenta il consumo energetico e la lipolisi, riducendo la crescita di tessuto adiposo. Nelle persone in sovrappeso e obese, però, i tessuti diventano insensibili a questo ormone che si accumula perciò nel sangue».
«Un altro importante ormone prodotto dal tessuto adiposo è l’adiponectina», conclude Colombo. «Modula alcuni processi metabolici come la regolazione di glucosio e il catabolismo degli acidi grassi. I livelli di questo ormone sono inversamente proporzionali alla percentuale di grasso corporeo: gli obesi hanno scarsi livelli di adiponectina che favorisce l’ossidazione degli acidi grassi nei muscoli, diminuisce la produzione di grassi e zuccheri nel fegato. Poiché l’adiponectina, secreta dal tessuto adiposo, confluisce nel flusso sanguigno, sembra avere un effetto protettivo anche sul lume delle arterie. Non a caso da qualche anno è oggetto di studio nell’ambito di ricerche inerenti la prevenzione cardiovascolare».
Cosa fare dopo aver eseguito questi esami? «Il “voto metabolico” che verrà dato a ciascuno, in base alla valutazione complessiva di questi parametri, servirà come punto di partenza per mettere a fuoco una dieta personalizzata, in base al regime calorico individuale», risponde la professoressa Evelina Flachi, specialista in Scienza dell’Alimentazione. «Per questo i test non sono indicati solo per le persone obese o in sovrappeso, ma anche per i normopeso che, magari, hanno parametri metabolici alterati. E questo potrebbe essere un campanello d’allarme per evidenziare una predisposizione a malattie metaboliche».
Per valutare più nel dettaglio queste situazioni a rischio, i laboratori Synlab hanno avviato uno studio osservazionale su 300 persone che hanno eseguito questi test nei 100 punti prelievo in tutta la Lombardia. I risultati dello studio saranno resi noti a fine maggio, in occasione di un convegno sulle malattie metaboliche, nell’ambito di EXPO.
Per informazioni: www.synlab.it oppure chiamare il numero verde: 800.890898.
di Paola Trombetta