www.cardiopain.it).
Quali sono oggi i farmaci antidolorifici più utilizzati e da chi vengono prescritti?
«Gli antidolorifici più venduti sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS), utilizzati da 4,8 milioni di persone. Gli oppioidi deboli vengono somministrati a 560 mila pazienti e quelli forti a 200 mila. A differenza di questi ultimi, che richiedono la ricetta medica, gli antinfiammatori sono spesso oggetto di auto prescrizione (40%), oppure vengono consigliati dal farmacista (20%) o dal medico di famiglia (20%): solo il 20% viene prescritto dallo specialista».
Questi dati sono emersi al recente Congresso “Hope Health Over Pain Experience” che si è svolto a Palazzo della Cancelleria a Roma, con il patrocinio del Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco, dove è stato presentato il Libro bianco sul Dolore Cronico, edito da AboutPharma, con il supporto di Mundipharma: una sorta di vademecum sul dolore e il suo impatto socio-sanitario ed economico.
«Il paziente che soffre di dolore cronico ha ancora molte remore sulla possibilità di usare gli oppioidi, spesso associati alla cura di malattie oncologiche», fa notare il professor Massimo Allegri, del servizio di Terapia del Dolore dell’Ospedale universitario di Parma. «E la diagnosi della malattia “dolore” è ancora tardiva, e spesso si sprecano anni a utilizzare farmaci antinfiammatori non specifici, il cui uso prolungato potrebbe rischiare di cronicizzare la malattia. L’importante, è stato ribadito anche nel Libro Bianco, è informare i pazienti sulla tipologia del dolore di cui soffrono e sulle cure più idonee per controllarlo».
«Nonostante i grandi passi avanti fatti con la Legge 38 del 2010, ci sono ancora margini di miglioramento per raggiungere un corretto approccio diagnostico-terapeutico alla malattia “dolore” », puntualizza il professor Guido Fanelli, presidente della Commissione ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative. «Gli oppioidi, ad esempio, usati nel passato solo per le malattie oncologiche, danno benefici per molte patologie osteo-articolari e artropatie, compreso l’alluce valgo, molto frequente nelle donne. Sono soprattutto le donne a richiedere al medico e al farmacista la prescrizione di antidolorifici per sé e per i familiari. Ma spesso rispondono meno rispetto agli uomini a queste stesse terapie. Sembra addirittura che, nel sesso femminile, ci siano dei fenotipi, in particolare le donne con i capelli rossi e gli occhi verdi, che rispondono il 10% meno delle altre agli antidolorifici e necessitano di dosaggi superiori. Per questo, in alcuni casi di dolore cronico persistente nelle donne, si tende ad associare i FANS agli oppioidi. A questi ultimi si ricorre anche nei casi di patologie ginecologiche che provocano dolore, come l’endometriosi, qualora non dovesse rispondere ai tradizionali FANS (NdR: rimandiamo all’articolo dedicato a questa patologia)».
di Paola Trombetta