È innocua, se è senza nicotina e tabacco, e può aiutare a fare smettere di fumare: esce assolta, la sigaretta elettronica (e-cig) dall’annoso dibattito degli ultimi mesi. Lo attesta uno studio condotto all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO) che ha coinvolto anche il Centro Cardiologico Monzino e il San Raffaele, e una popolazione di fumatori “difficili”, affetti da tumore del polmone o da un recente infarto del miocardio, tabagisti da almeno 10 anni di mediamente 10 sigarette al giorno, e dunque più a rischio. «Il tumore al polmone – ha dichiarato Umberto Veronesi, Direttore scientifico della struttura milanese – miete ancora 30 mila vite all’anno, all’incirca 100 al giorno, qualificandosi come uno fra i maggiori big killer». Molte delle quali potrebbero essere risparmiate, secondo l’oncologo, se il fumo diventasse vapo. «Mi riferisco alle sigarette elettroniche che non contengono nicotina – ha precisato ancora Veronesi – che presentano le massime garanzie tecniche, vendute solo in farmacia e con il marchio CE». Un convincimento forte (e un diritto morale, ha aggiunto Veronesi), che ha spinto a studiare se la sigaretta elettronica senza tabacco e senza nicotina possa essere uno strumento efficace per la disassuefazione al fumo. E, anche in questa direzione, i punti sono a favore della e-cig. «Abbiamo arruolato 71 pazienti, di questi 36 sono stati seguiti con il solo counselling mentre a 35 è stata data anche la possibilità di fumare una sigaretta elettronica senza nicotina – ha spiegato Carlo Cipolla, Direttore della Divisione di Cardiologia dello IEO. Fra questi ultimi, ha smesso di fumare il 60% dopo 6 mesi dall’inizio della terapia, contro la metà (32%) dell’altro gruppo. Anche fra i più accaniti, che non hanno smesso di fumare, si è registrata una netta riduzione nel consumo: circa 10 sigarette di meno tra i fumatori di e-cig e 6 fra i restanti». Con dati a prova di dubbio: visite effettuate dallo stesso pneumologo e misurazione del monossido di carbonio nell’aria aspirata, la cartina di tornasole del fumatore. Fra coloro che vogliono, dunque, provare a rinunciare al tabacco, utilizzando uno dei pochi mezzi oggi a disposizione, la raccomandazione che arriva dallo IEO è forte: che siano e-cig assolutamente senza nicotina. «Le sigarette elettroniche – precisa Cipolla – eliminano l’aspetto cancerogeno derivante dalla combustione, ma la nicotina non è priva di effetti nocivi. Quelle che contengono tabacco portano ad aspirarne una quantità pari a 180 sigarette fra le più forti (Marlboro rosse) o a 450 light e da cardiologo non posso che sconsigliarle». Con queste premesse, lo studio auspica che le sigarette non nocive, al sapore di tabacco ma senza tabacco, diventino un presidio medico, controllabile e venduto solo in farmacia, come nell’indicazione anche di Veronesi. Ora si pone anche un altro obiettivo: testare la capacità della e-cig di mantenere lontani dal vizio del fumo. «Sapremo fra 4 o 5 anni se quelli che oggi registriamo come risultati positivi saranno duraturi, cercando anche di capire come aiutare le persone a continuare nell’astinenza da tabacco». E per rispondere a questo quesito verrà avviato uno studio indipendente, reclutando volontari fra i partecipanti allo studio COSMOS (Continuous Observation of SMOking Subjects), per un programma di screening. «Verranno arruolati 200 fumatori – commenta Giulia Veronesi, Direttore dell’Unità Prevenzione e Diagnosi Precoce del Tumore del Polmone – che saranno seguiti per 6 mesi, valutati dopo 1 anno e poi monitorati a lungo termine, fino a 5 anni. Programmi di questo tipo finora hanno avuto un impatto lieve sulla disassuefazione con un tasso di sospensione del fumo dell’8% in 5 anni. I primi dati sulla e-cig, riferiti a studi precedenti, sono incoraggianti, ma per confermarne l’efficacia occorre anche un monitoraggio attento delle dosi e dei potenziali effetti collaterali, come è nel nostro intendimento». Lo studio, infatti, questa volta valuterà anche le e-cig con nicotina. «C’è bisogno di una ricerca indipendente – continua Giulia Veronesi – poiché finora tutti gli studi condotti vedono il coinvolgimento dell’industria. Confronteremo i risultati della sigaretta elettronica con nicotina, senza nicotina e di un gruppo di controllo e studieremo non solo la riduzione del numero di sigarette, ma anche dei sintomi come tosse, affanno, mal di testa».
Ciò che preoccupa è, però, la posizione del Governo che ha imposto una tassa sul fumo techno del 60% (che dovrebbe entrare in vigore nel 2014). «Della questione – confida Veronesi – ho parlato con il ministro della Salute Lorenzin che cercherà di fare il possibile per scongiurare l’aumento». Se ciò non dovesse accadere, la conseguenza ipotizzabile è la chiusura di diversi negozi, la sparizione di più produttori e il ritorno da parte di molti alle classiche bionde. «Sarebbe una vittoria illusoria – conclude l’oncologo. Lo Stato crede di guadagnare di più con le sigarette tradizionali, sottovalutando che così facendo alimenta la malattia e sarà costretto a spendere, ogni anno, tre miliardi di euro per curare i 50 mila ammalati di tumore al polmone causati proprio dal fumo». Una soluzione? Distributori automatici di e-cig senza tabacco – propone Veronesi – per garantire la comodità di trovarle sotto casa e metterle in concorrenza con le classiche bionde.
di Francesca Morelli