Cresce dunque l’allarme tra gli addetti ai lavori, che con la crisi temono anche una riduzione dei servizi di assistenza per i bimbi con patologie croniche, una diminuzione degli accessi ambulatoriali e delle visite specialistiche necessarie. «Siamo di fronte a una situazione che si profila allarmante denunciata da 600 pediatri di famiglia di lunga esperienza», spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele. «L’indagine conferma un disagio “economico” pesante sulle famiglie, avvertito nel 90% dei casi (19% hanno risposto molto, 71% abbastanza) in misura maggiore rispetto al passato. Non sono solo le indagini diagnostiche a registrare una diminuzione, ma anche la prevenzione segna un preoccupante arresto: l’accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo, soprattutto per i minori con malattie croniche, disabili, per gli adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila bambini che in Italia vivono in povertà assoluta. Paidòss nasce per proporre soluzioni, interventi, progetti, che nei prossimi mesi saranno integrati, presentati e resi operativi: iniziative sul territorio, stimoli istituzionali, studi e indagini senza le quali è impossibile conoscere davvero il mondo dei bambini che ci circonda e chiede risposte».
Secondo i pediatri intervistati, la crisi comporterà una riduzione nei servizi di assistenza per le malattie croniche (19%) e nella possibilità di accedere a visite specialistiche non erogate dal sistema sanitario nazionale (16%) o ad ambulatori soggetti al pagamento di ticket (15%). Il problema, però, non si arresta al singolo nucleo familiare, ma sta assumendo una dimensione sociale: i pediatri temono infatti un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie in età pediatrica nel 10% dei casi, una diminuzione delle vaccinazioni (8%), un taglio delle forniture di farmaci e alimenti dedicati soprattutto alle malattie rare (8%), ma anche ripercussioni sull’assunzione di scorrette abitudini alimentari (7%), sull’incremento delle malattie infettive (7%) e lo sviluppo di disturbi comportamentali e psichiatrici sempre più frequenti (4%). Dal canto loro i genitori sottolineano i costi elevati di tutto ciò che serve ai figli più piccoli: a causa del periodo di crisi i pannolini sono giudicati una spesa alta dal 57% di mamme e papà, che in questo momento considerano pesanti per le proprie tasche anche apparecchi per i denti (37%), occhiali (25%) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21%).
«Da queste indagini è comunque emersa una scarsa consapevolezza, da parte della popolazione, dell’importanza della tutela della salute e del benessere dei bambini fin dai primi anni di vita» puntualizza Anna Serafini, responsabile del Forum Infanzia e Adolescenza. «Una disattenzione rivelata dalla poca conoscenza e adesione anche a iniziative che non hanno costo, come il calendario vaccinale o il controllo dell’alimentazione dei bambini italiani che, nonostante la dieta mediterranea sia riconosciuta come la migliore, sono diventati i più obesi d’Europa». «Il sistema sanitario italiano si distingue in Europa per le eccellenze diffuse e la presenza di pediatri dediti ad assistere i più piccoli a partire dai primi giorni di vita», aggiunge Francesca Martini, già membro della Commissione Sanità del Senato, «ma si contraddistingue per modelli organizzativi di competenza regionale che si differenziano per efficienza e sostenibilità. In un momento in cui il nostro Paese vive una profonda crisi economica, Paidòss si è proposto tra i propri obiettivi quello etico per eccellenza: tutelare la salute e lo sviluppo psicofisico dei bambini ed essere stimolo alle istituzioni pubbliche e private affinché l’Italia possa sempre rappresentare un baluardo nel mondo nelle cure e nell’assistenza in età pediatrica».
di Paola Trombetta