Si pensa subito alle conseguenze peggiori (o forse neanche a quelle), come il tumore al polmone, quando si accende la prima sigaretta e poi lo si continua a fare per molti anni. Ma non sempre è così: lo si comprende nel momento in cui compare una tosse, spesso subdola, caratterizzata da catarro, e mancanza di fiato (il più delle volte tardiva), destinata a un progressivo peggioramento fino a che il respiro diviene rantolo. Per paura, disinformazione, si attribuiscono questi segnali all’invecchiamento o a sintomatologie di più comuni malattie delle vie respiratorie. Invece possono essere l’identikit della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Una patologia, seria e ingravescente, strettamente dipendente dalle bionde (non si illudano i fumatori di e-cig, poiché non è dimostrato che il pericolo sia scampato) che provoca una sindrome ostruttiva, cioè difficoltà a emettere aria dai polmoni e una conseguente caduta della funzionalità respiratoria. È forte l’impatto sociale della malattia: compromissione della capacità di compiere in autonomia azioni quotidiane, anche le più semplici (lavarsi, vestirsi, muoversi), difficoltà nelle relazioni sociali, ancora peggio per l’attività professionale. «Un impatto tanto più rilevante – spiega Francesco Blasi, docente di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università degli Studi di Milano, Fondazione Ca’ Granda – in quanto la malattia colpisce circa il 6% della popolazione con punte del 25% tra i fumatori sopra i 40 anni». E la tendenza è in crescita: oggi i malati di BPCO sono 80 milioni al mondo, ma si stima che nel 2020 la malattia rappresenterà la terza causa di morte, subendo nell’incidenza un incremento del 130% fra le donne, rispetto al solo 50% negli uomini. «La causa principale di questa evoluzione – commenta Anna Maria Moretti, direttore dell’Unità Operativa di Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico di Bari – è il crescente numero di donne che si avvicinano al fumo, inconsapevoli degli effetti molto più negativi che ha sull’organismo femminile rispetto a quello maschile. A parità di esposizione al fumo, le donne hanno un rischio più elevato di danno polmonare, un maggiore grado di dispnea (cioè di mancanza di fiato) e la possibilità di un’insorgenza precoce della BPCO e di svilupparla in forma grave». Questo a indicare anche una maggiore sensibilità dell’apparato respiratorio femminile ad altri agenti scatenanti: ad esempio l’inquinamento atmosferico o indoor (vapori di cottura, uso della cucina, spazi non ben areati). Nonostante le evidenze, però, nella diagnosi della BPCO, la donna ancora una volta è la più discriminata: la malattia viene dichiarata spesso in maniera tardiva o addirittura è sottostimata, più di rado le vengono prescritti esami specialistici per una diagnosi mirata, invece facile e poco invasiva. «Si effettua con la spirometria – dichiara Vito Brusasco, professore ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio all’Università di Genova – un esame semplice e accurato, di pochi minuti, che consiste nel respirare e soffiare all’interno di un tubo al fine di qualificare la malattia e quantificare con esattezza il danno funzionale». Diagnosi tempestiva significa soprattutto cura appropriata, oggi rappresentata da un farmaco di ultima generazione, un broncodilatatore a base di glicopirronio bromuro, presentato in occasione dell’evento “Aria nuova nella BPCO”, tenutosi a Milano in questi giorni. Innovativa la somministrazione – una sola dose giornaliera che agisce entro 5 minuti dallo spruzzo e garantisce una broncodilatazione prolungata per 24 ore: «La rapidità d’azione del farmaco – dichiara Girolamo Pelaia, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro – permette di ottenere un rapido miglioramento della dispnea e della tosse, specialmente subito dopo il risveglio mattutino (il momento più critico della giornata poiché si ha il ristagno delle secrezioni della notte nell’albero respiratorio), e migliora la tolleranza all’esercizio fisico». Innovativo è anche l’inalatore che consente di sentire con un “clic”, dopo il posizionamento della compressa, e di vedere con l’uscita di fumo/vapore dal dispositivo se il farmaco è stato assunto correttamente, facilitando così la metodica di somministrazione e l’aderenza alla terapia. «Aspetti, questi, da non sottovalutare – aggiunge Rosanna Franchi dell’Associazione Italiana Pazienti BPCO onlus di Roma – poiché è una malattia curabile e trattabile, sebbene non completamente reversibile. Fondamentale è avere verso la BPCO un atteggiamento di conoscenza e di consapevolezza per poterla curare e gestire al meglio. Il nostro impegno, come Associazione Pazienti, è incentivare a un’attiva partecipazione alla terapia che ha ricadute positive sulla salute, psicologiche e sulla qualità di vita». Il glicopirronio bromuro, da assumersi dietro prescrizione medica, è disponibile in farmacia ed è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, quale farmaco di Classe A.
di Francesca Morelli
SPIROMETRIA GRATUITA A ROMA
Bastano cinque minuti per informarsi, conoscere e battere sul nascere la BPCO. Sono sufficienti per effettuare una spirometria che Roma, in prima linea nella diagnosi e prevenzione di questa patologia, offre gratuitamente ai suoi cittadini, mercoledì 12 giugno, dalle 9:00 alle 19:00 in Galleria Alberto Sordi (ex Galleria Colonna), Piazza Colonna in un gazebo dedicato. Oltre all’esecuzione del esame spirometrico, semplice e non invasivo – occorre soffiare in un boccaglio per determinare la capacità dei polmoni di inspirare ed espirare aria e il grado di apertura dei bronchi – medici specialisti sono a disposizione per fornire indicazioni sull’esito del test, dare informazioni e consigli.
L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito dell’European Respiratory Days, è promossa da FISAR (Fondazione Italiana Salute, Ambiente e Respiro), AIMAR (Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie) e Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi. Ulteriori informazioni possono essere richieste a IBIScomunicazione – cell. 328 3979185.