NEONATI PRETERMINE: COME PREVENIRE LE INFEZIONI

«Aveva 29 settimane, poco più di sei mesi, e pesava 980 grammi. Il rischio di perderlo era molto elevato, anche perché era subentrata una forma di diabete gestazionale che rendeva difficile proseguire la gravidanza. E già si erano verificate minacce di aborto che facevano temere il peggio. Così i ginecologi dell’Ospedale Burlo Garofalo di Trieste decisero che era opportuno farlo nascere». Brando è oggi un ragazzone diciottenne, alto e robusto e si stenta a credere che, appena nato, era uno scricciolo che stava nel palmo di una mano. «Non pensavo proprio che, nato così piccolo, ce l’avrebbe fatta e sono stata in ansia fino al compimento di un anno: temevo che i medici non mi dicessero la verità sulle sue condizioni», confessa mamma Loredana che ancor oggi ricorda con commozione la nascita prematura del figlio. «Per due mesi Brando è rimasto in incubatrice, fino al raggiungimento di 2,5 chili di peso. Tutti i giorni andavo da lui in ospedale e lo accarezzavo, gli massaggiavo i piedini. Per le prime settimane portavo il colostro per nutrirlo, ma poi, non avendo latte, siamo passati all’alimentazione artificiale. Era sempre sotto controllo, con prelievi di sangue, flebo con farmaci per migliorare la capacità polmonare, visite al cuore, ai polmoni, alla testa, agli occhi. Mi avevano detto che erano questi gli organi più vulnerabili: il grande pericolo erano le infezioni. Per fortuna Brando è cresciuto sano, forte e robusto. Fino al compimento dell’anno, dormiva e mangiava senza fiatare. Anzi ero quasi preoccupata perché stava fin troppo tranquillo e quando cercavo di farlo stare seduto, si appoggiava al cuscino e si addormentava. Per fortuna è cresciuto senza grandi problemi di salute, ad eccezione di ricorrenti bronchioliti nei primi anni di vita».

Come Brando sono circa 45 mila i bambini che vengono alla luce in Italia prima della 37ma settimana di età gestazionale, il 7% su un totale di oltre 455 mila nascite. A loro è dedicato dall’International Centre of birth defects and prematurity (Icbd)  il mese della prevenzione. Per informazioni, si può consultare il sito: www.primadellagravidanza.it. Nel mese di maggio si svolgeranno incontri e dibattiti sulla prevenzione dei parti prematuri e dei difetti congeniti, informando i genitori sulle patologie che si possono evitare con semplici regole. Come la prevenzione con acido folico (Vitamina B 9) che aiuta a costruire le nuove cellule dell’embrione. E le nuove terapie per evitare le infezioni nei neonati pre-termine. «Oggi il numero dei bambini prematuri che sopravvivono, un tempo destinati a morire, è in costante aumento grazie ai progressi dei trattamenti e delle cure», sottolinea la professoressa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria presso la Clinica pediatrica De Marchi di Milano, presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (www.sitip.org) e presidente del Congresso Europeo di Infettivologia Pediatrica che si svolgerà a Milano dal 29 maggio al 1° giugno (www.espid.org). «Permangono, tuttavia, alcuni rischi per questi piccoli, primo fra tutti quello di contrarre infezioni: nel 20%-40% dei casi si verifica un episodio di sepsi, un’infezione sistemica dovuta alla presenza di batteri nel sangue, che richiede il ricovero dei piccoli, con cifre in costante aumento nelle Unità di Terapia intensiva neonatale». Perché questo rischio? «Il nato pretermine è particolarmente esposto alle infezioni per due motivi: da un lato il sistema immunitario non è completamente formato; dall’altro il tipo di terapia a cui questi bambini vengono sottoposti, con l’uso di piccoli cateteri venosi e arteriosi, per favorire le funzioni vitali, può rappresentare di per sé un fattore di rischio». Ecco perché è fondamentale che gli operatori sanitari e i familiari si attengano a modelli comportamentali adeguati per difendere la salute del bambino prematuro. A tale scopo, i pediatri della SITIP raccomandano alcune regole e propongono una nuova prospettiva di prevenzione delle infezioni con i probiotici.

 

Le 10 regole da seguire in questi casi, suggerite dalla SITIP

 

1. Garantire al piccolo un ambiente silenzioso, sereno e stabile, senza esporlo a fumo passivo.

2. Creare un ambiente adeguato nella culla o nella carrozzina, utilizzando asciugamani arrotolati o altre misure di contenimento.

3. Lavarsi adeguatamente le mani prima di manipolare il piccolo.

4. Limitare il numero di visite da parte di ospiti, rimandando l’incontro se questi presentano raffreddore o sintomi respiratori o gastrointestinali.

5. Effettuare tutte le vaccinazioni raccomandate secondo l’età: il prematuro ha un maggior rischio infettivo rispetto al nato a termine, quindi deve essere vaccinato nei tempi giusti;

6. Seguire la profilassi con anticorpo monoclonale (palivizumab) contro il virus respiratorio sinciziale, se indicata dal medico.

7. Attenersi alle indicazioni nutrizionali fornite dal medico che, abitualmente, includono latte iperproteico con adeguato apporto di calcio, fosforo e vitamine per un tempo variabile in base all’età gestazionale e al peso alla nascita del piccolo.

8. Monitorare peso, lunghezza e circonferenza cranica non solo nei primi mesi di vita, ma almeno fino a 24 mesi;

9 Somministrare ferro, minerali e vitamine, qualora fosse necessario sulla base dei parametri ematochimici.

10. Eseguire il follow-up con esami e visite che devono essere eseguite a intervalli di tempo regolari, per tenere sotto controllo la salute del bambino, nei tempi indicati dai neonatologi.

 

La novità dei probiotici

 

Partendo dalla considerazione che gran parte delle infezioni del prematuro potrebbero essere evitate migliorando lo stato della flora batterica intestinale, si è cercato di intervenire sull’apparato gastroenterico, sia fornendo alimenti estremamente utili a mantenere integra la flora batterica, con la preferenza del latte materno, sia somministrando preparati capaci di migliorare la flora batterica stessa, come i probiotici. Tra questi i risultati più significativi si sono avuti con il Lactobacillus rhamnosus GG, che sembra avere un’azione spiccata in grado di contenere tanto il rischio di sviluppo di enterite, quanto il rischio di infezioni da funghi. Uno studio, pubblicato di recente sulla rivista Pediatrics, coordinato dal dottor Paolo Manzoni dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, a cui ha partecipato anche la Clinica Mangiagalli di Milano, ha confermato che l’aggiunta di Lactobacillus rhamnosus più Lactoferrina, somministrati durante la terapia intensiva, hanno ridotto le infezioni sistemiche da funghi. «Lactobacilli e lattoferrina agiscono sia localmente a livello intestinale, sia potenziando le difese immunitarie sistemiche, con riflessi positivi nella prevenzione delle patologie infettive batteriche e fungine di provenienza diversa da quella intestinale», conferma la professoressa Esposito. «In via di valutazione anche l’utilizzo di diversi lactobacilli nei mesi successivi all’ospedalizzazione e anche nei neonati a termine, come sistema di prevenzione delle infezioni respiratorie. Diversi studi sono in corso per valutarne l’efficacia e la convenienza. Un dato importante è  la valutazione del tipo di lactobacilli e la reperibilità nelle farmacie di prodotti “garantiti e sicuri” che siano rigorosamente controllati».

 

Cinque ospedali ‘al top’ per la cura dei prematuri

 

E’ stato assegnato a cinque ospedali italiani, il riconoscimento ufficiale per la “Best Practice”, ovvero per la migliore competenza nel trattamento e cura dei neonati pretermine.  L’iniziativa è  promossa dall’Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (O.N.Da.) nell’ambito del ‘Programma Bollini Rosa’ con il contributo non condizionato di Abbott. I progetti candidati, pervenuti da 62 strutture ospedaliere, sono stati 86, di cui 28 solo in Lombardia, e 5 i progetti vincitori: l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino (Presidio Ostetrico Ginecologico Sant’Anna), l’Azienda Ospedaliera Universitaria Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico (Presidio Ospedaliero Macedonio Melloni, Milano), l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco (Ospedale di Circolo A. Manzoni) e il Presidio Ospedaliero V. Buzzi di Milano. Sono stati tutti promotori di iniziative innovative a tutela della nascita prematura, attraverso l’individuazione precoce e il contenimento dei rischi materno-neonatali in caso di nascita pretermine. Muove qualche passo in avanti anche il Sud con due interessanti iniziative: un gruppo di ascolto promosso dall’Ospedale Civile Spirito Santo di Pescara e un progetto di supporto in caso di nascite pretermine attivato dall’Associazione Genitin (Genitori per la Terapia Intensiva Neonatale) in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito bollinirosa.it.

di Paola Trombetta 

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