È ormai certo. Le sigarette elettroniche (E-cig), contenenti nicotina, creano danni alla salute, specie alle vie respiratorie, irritazioni al naso e alla bocca. Dopo mesi di dibattimenti e latitanza, mentre in ogni angolo del paese ancora fioriscono negozi che vendono “vapor”, è arrivata la conferma da parte del Ministro Balduzzi che, con una ordinanza firmata in questi giorni e in vigore dal prossimo 24 aprile, ne vieta la vendita ai ragazzi sotto i 18 anni. Anche a seguito dei risultati dello studio presentato lo scorso dicembre dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha valutato il grado di assorbimento di nicotina dalle diverse cartucce disponibili, in relazione al ricorso al fumo techno sia da parte di fumatori a moderata, media e forte intensità di utilizzo. «Abbiamo rilevato che, anche in prodotti a bassa concentrazione di nicotina – dichiara Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo, alcool e droga dell’ISS – la dose quotidiana supera i livelli di accettabilità stabiliti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) anche con un uso moderato». Con effetti nocivi per tutti, ma più marcati per i giovani. «Occorre valutare il rapporto rischio/beneficio in relazione all’età: sarà un danno importante se la sigaretta elettronica diviene il mezzo di iniziazione al fumo fra la popolazione giovane, più altamente sensibile ai rischi correlati, sarà un relativo effetto positivo nell’adulto se segnerà il passaggio dalla bionda tradizionale alla elettronica». Comunque la si legga però, le sanzioni pecuniarie (ma che possono arrivare fino alla sospensione dell’attività per 3 mesi) restano elevate per i venditori. Ciò che ora ci si auspica è l’avvio a breve di un tavolo che valuti e regolamenti tutti gli aspetti – sanitari ed economici – di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che a detta di alcuni potrebbe rappresentare un valido strumento per la riduzione del rischio. Ma anche su quest’ultimo aspetto alcune zone d’ombra restano: uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze dell’Università di California, Riverside, e pubblicato sulla rivista PLoS One, ha scoperto che nelle sigarette elettroniche sono presenti metalli tossici e particelle di silicato sia nel liquido della sigaretta che nel vapore, alcuni dei quali in concentrazioni superiori a quelli delle bionde. «I metalli pesanti, come stagno, alluminio, cadmio, piombo e selenite – spiega Carlo La Vecchia, direttore del Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano e professore all’Università di Milano – sono sempre più riconosciuti come cause potenziali di perturbazione del sistema endocrino significativo. Ma quando, con l’utilizzo delle nanotecnologie, queste sostanze sono presenti in forma di nanoparticelle, dunque di dimensioni molto più piccole che in natura, il grado di tossicità diviene più elevato, arrivando anche a eludere più facilmente le difese naturali del corpo, i meccanismi immunitari e di disintossicazione che il nostro corpo si era creato». Si apre dunque l’urgente necessità di due azioni: un maggiore controllo nella progettazione e nella fabbricazione delle sigarette elettroniche, e soluzioni alternative meno dannose delle sigarette tradizionali nel caso in cui si voglia provare a smettere di fumare, dando soprattutto al consumatore informazioni corrette e non pubblicità ingannevole.
di Francesca Morelli
PROROGATA LA MOSTRA “SMOK-INK”
Dopo l’attesa, si è squarciato il velo sulla mostra “Smok-ink”. Sessanta metri quadri di tele dipinte interamente a mano, per presentare quel che succede ai polmoni di un fumatore visti “dall’interno”. Ma utilizzando un “inchiostro” insolito: le sostanze nocive della combustione delle sigarette (estratte con un apposito macchinario) e che si depositano sui nostri organi. È lo stile di strada delle immagini, dei numeri e delle parole scelto da questa innovativa esposizione educazionale, inaugurata a Milano Mercoledì, 10 Aprile e che terrà aperti i battenti fino al prossimo 19 Aprile presso lo spazio First Floor Under (TBWAItalia, Via Leto Pomponio 3/5 – Ingresso libero dalle 10 alle 18). Obiettivo, disincentivare la popolazione, ma soprattutto i giovani dalla dipendenza dalla nicotina. «Ancora oggi il fumo è uno dei maggiori killer a livello mondiale – afferma il dott. Armando Santoro, direttore di Humanitas Cancer Center e partner dell’iniziativa – e causa circa 70mila morti l’anno solo in Italia. Nonostante i divieti imposti e le numerose campagne di sensibilizzazione, il numero dei tabagisti stenta a diminuire, anzi i giovani e le donne iniziano a fumare sempre più precocemente. Humanitas è da sempre impegnato in prima linea nella lotta contro il fumo, offrendo ai cittadini un Centro Antifumo in cui gli specialisti costruiscono intorno al paziente un percorso su misura. Ma dobbiamo continuare a cercare nuove strade, anche di comunicazione». Come “Smok-Ink”, connubio tra arte di strada e medicina, a opera dell’artista Gionata Gesi Ozmo, dei curatori Moreno del Turco e Mirco Pagano, del direttore artistico Francesco Guerrera e di Nicola Lampugnani che ospita l’evento.
di Francesca Morelli