<Ludovico ha oggi 10 anni: è diabetico da quando aveva un anno e mezzo>, racconta mamma Alessia che, con il marito Nicola Zeni, ha promosso la Fondazione Italiana Diabete (www.fondazionediabete.org), per avviare progetti di ricerca e di cura. Ecco il racconto di una mamma che da quasi nove anni vive le ansie e i timori che condividono le migliaia di famiglie che hanno un figlio diabetico. <Ci siamo accorti della malattia di Ludovico perché da piccolo, poco più di un anno, aveva sempre una sete smisurata e faceva pipì in continuazione>, ricorda mamma Alessia. <Cresceva poco e gli esami del sangue e delle urine avevano confermato la malattia: diabete di tipo 1. La difficoltà più grave da gestire nei bambini è la variazione repentina della glicemia. Movimento, cibi, emozioni: nel bambino diventano spesso incontrollabili e le crisi ipoglicemiche possono comparire all’improvviso. Era questo il mio terrore, soprattutto quando mio figlio ha cominciato la scuola. I primi tempi andavo tutti i giorni a misurargli la glicemia e somministrargli l’insulina, più o meno due volte al giorno. Nonostante la legge preveda la presenza a scuola di un’infermiera, per seguire i bambini con particolari patologie, purtroppo non sempre viene applicata. I primi anni di scuola sono stati i più difficili: molto spesso mio figlio veniva ricoverato in ospedale per crisi ipoglicemiche. Per fortuna oggi la malattia sembra essersi stabilizzata. Esistono moderni dispositivi di misurazione sottocute della glicemia, anche se purtroppo non è ancora possibile evitare i ripetuti prelievi di gocce di sangue. Come pure le nuove formulazioni di insulina, a più lunga durata d’azione, consentono di ridurre i rischi di ipoglicemia e i microinfusori sottocute permettono di evitare le continue iniezioni. Ma, nonostante questi miglioramenti nelle cure, il pensiero fisso della malattia rimane. Sapere che tuo figlio ha una malattia cronica che, comunque, gli condizionerà la vita e potrebbe procurargli gravi conseguenze nel medio-lungo periodo, quali ulcere, perdita della vista, problemi cardio-vascolari, danni renali e così via, non ti fa certo stare bene! Anche se oggi Ludovico ha una vita pressoché normale, è comunque sempre condizionato dalla malattia: quando pratica uno sport, fa un allenamento, corre più del normale, deve sempre controllare la glicemia e dosare l’insulina in maniera specifica e sempre diversa. E questo non è certo piacevole per un adolescente che ogni tanto sbotta con crisi di collera e di ribellione, più che comprensibili. Spero tanto che la ricerca trovi una “cura” definitiva per il diabete. Ed è questo l’obiettivo della nostra Fondazione>.
Nuove diagnosi e cure
In Italia sono 3 milioni le persone con diabete tipo 2 (4,9% della popolazione); un altro milione è affetto da diabete tipo 2 senza saperlo. In più 400mila sono affetti da diabete tipo 1, di cui il 20% sono bambini. A tutti loro è dedicata la Giornata Mondiale del Diabete che si celebra il 14 novembre, data di nascita del ricercatore canadese Fredrick Banting che con Charles Best, nel 1923, scoprì l’insulina. Promossa dall’International Diabetes Federation (IDF) e dalla World Health Organization (WHO), la giornata coinvolgerà tutti i Paesi del mondo con appuntamenti, manifestazioni, distribuzione di opuscoli informativi. Per informazioni: www.giornatadeldiabete.it.
Tra le novità nella gestione del paziente diabetico, il rilevatore “touch screen” di glicemia (FreeStyle InsuLinx), un dispositivo che registra i valori della glicemia, calcola e indica le dosi di insulina da assumere. In questo modo si evita al paziente di dover calcolare tutte le volte il dosaggio di insulina perché si evidenzia il numero delle unità da somministrare direttamente sul display. E questo è particolarmente vantaggioso per i bambini. <I primi risultati dell’uso di questo dispositivo indicano una maggiore adesione al controllo glicemico, con minore incidenza di ipoglicemie>, fa notare il dottor Umberto Valentini, presidente di Diabete Italia (www.diabeteitalia.it). <Valutando che solo il 41% dei pazienti calcola correttamente la dose giusta di insulina, questo dispositivo contribuirà ad aumentare la compliance alla terapia e a ridurre le crisi ipoglicemiche>.
Novità anche nelle nuove formulazioni di insulina basale (degludec), a più lunga durata d’azione (oltre le 24 ore). Uno studio presentato al recente congresso di Berlino dell’European Association for the Study of Diabetes (EASD) ha dimostrato che con questa nuova insulina, associata a farmaci antidiabetici orali, si riducono del 43% gli episodi di ipoglicemia notturna. <Sono queste le situazioni che preoccupano di più il paziente, soprattutto se si verificano di notte e in particolare nei bambini che non si rendono conto di ciò che sta accadendo>, puntualizza il professor Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia e Malattie metaboliche all’Università degli Studi di Bari. <Un’insulina basale a più lunga durata d’azione, come degludec, consente un rilascio più lento e uniforme nel corso della giornata e assicura un profilo glicemico più stabile. I risultati dello studio confermano una riduzione significativa delle ipoglicemia notturne, sia nelle persone con diabete di tipo 1 che di tipo 2, soprattutto se non sono mai state trattate prima con altre insuline>.
di Paola Trombetta