GEL VAGINALE: MENOPAUSA PIU’ SICURA

Più di un terzo delle donne al mondo è in menopausa. E trascorre un terzo della vita, per lo meno nei Paesi industrializzati, affrontando quotidianamente i disturbi che la menopausa comporta. I dati recenti del “Progetto Menopausa Italia”, riferiti a uno studio epidemiologico che ha coinvolto 250 centri e più di 100.000 donne in menopausa, hanno indicato che il 60% di loro ha sintomi fastidiosi. Vampate di calore, sbalzi di umore, insonnia sono i principali, ma non sono da meno le problematiche ginecologiche causate da quella che in gergo medico si definisce “atrofia vaginale”. Ne soffre quasi una donna su due, ma solo una su quattro parla con il medico di questo problema. Forse per pudore o per la convinzione che sia la naturale conseguenza dei processi fisiologici dell’invecchiamento, quasi come avere le rughe o i capelli bianchi. O, in alcuni casi, pensa addirittura che sia legata al calo di interesse sessuale e alla minore frequenza dei rapporti. Senza rendersi conto, invece, che si tratta di un disturbo vero e proprio e come tale deve essere curato per evitare complicanze, come viene raccomandato dalle linee-guida dell’International Menopause Society.  Lo hanno ribadito, a più voci, gli specialisti (diverse centinaia) intervenuti al Congresso della Società Italiana della Menopausa  (www.simenopausa.it) e della Società Italiana di Fitoterapia e Integratori in Ostetricia e Ginecologia (www.sifiog.it) che si è svolto i giorni scorsi a Roma. <La carenza di estrogeni, che si verifica dopo la menopausa, causa un progressivo assottigliamento della mucosa che riveste la vagina e lascia praticamente solo lo strato più profondo che è anche più vicino alle terminazioni nervose: per questo molte donne (38%) provano dolore durante i rapporti (dispareunia)> spiega il dottor Franco Vicariotto, ginecologo all’Ospedale San Pio x di Milano e consigliere fondatore di Sifiog (Società Italiana di Fitoterapia e Integratori in Ostetricia e Ginecologia), che ha presentato questi dati al Congresso. <Ma non solo: il deficit estrogenico causa una progressiva secchezza vaginale (75%) che ostacola i rapporti e provoca disagio alla donna, accentuando in alcuni casi la comparsa di incontinenza da sforzo, perché la mucosa vaginale perde elasticità e trofismo. A ciò si aggiunge il rischio di infezioni vaginali e urinarie ricorrenti perché vengono meno gli estrogeni e di conseguenza anche quei “batteri buoni” (bacilli di Doederlein) che traggono nutrimento da questi ormoni e permettono di mantenere un pH vaginale acido (3,5- 5). Aumentano invece i “bacilli cattivi” (batteri coliformi) che proliferano in ambiente basico (superiore a 6) e favoriscono la comparsa di infezioni>.

I VANTAGGI DELL’ESTRIOLO

In aggiunta a vampate, sbalzi di umore e insonnia, la secchezza vaginale, prurito e bruciori, dispareunia e infezioni ricorrenti sono il pesante fardello che la donna deve sopportare. Ma da oggi anche per questi disturbi si prospetta una soluzione. E’ stato approvato a livello europeo e da pochi giorni è in commercio in Italia, primo Paese insieme al Portogallo ad averlo commercializzato, un gel vaginale a base di estriolo, l’estrogeno naturale simile a quello prodotto dalla donna. Quali i vantaggi di questa molecola e della sua applicazione a livello locale?

<Innanzitutto l’estriolo, essendo simile a quello prodotto dalla donna, è più naturale e fisiologico rispetto agli ormoni di sintesi> spiega il dottor Vicariotto. <E poi è una molecola “stabile”, in quanto è il prodotto finale di una serie di trasformazioni, a cui può andare incontro l’estrogeno, che diventa ad esempio estrone, con attività proliferativa sul tumore mammario. L’estriolo agisce, al contrario, come un estrogeno debole e non va a stimolare i recettori degli estrogeni a livello mammario, nè endometriale. Non interagisce neppure con i fattori che accentuano la coagulazione del sangue, evitando così alla donna il rischio trombo-embolico. Essendo poi applicato a livello vaginale, non entra neppure in circolo>. Uno studio di farmacocinetica condotto di recente ha dimostrato come l’estriolo in gel, dopo 21 giorni dall’applicazione, ha una concentrazione significativamente inferiore rispetto a quello in crema (già in commercio da diverso tempo).

GEL E CREMA A CONFRONTO

Quali i vantaggi della somministrazione in gel? <Innanzitutto la percentuale di estriolo presente nel gel è dieci volte inferiore a quella della crema: si passa da 50 microgrammi in un grammo di gel a 500 microgrammi in un grammo di crema> conferma il dottor Vicariotto. <E poi il gel rimane più compatto e aderisce come una sottile pellicola alla parete della vagina. La crema, al contrario, per la sua consistenza più grassa e oleosa, viene, in parte, assorbita, e in parte tende a fuoriuscire, provocando quella sensazione di untuosità che alla donna genera fastidio>. Uno studio sull’accettabilità da parte delle donne,  ha dimostrato una migliore aderenza dell’applicazione del gel, definita, in base a una scala di valutazione, eccellente o buona.  Non solo: da questo studio risulta che uno dei sintomi nettamente migliorato è la dispareunia (dolore ai rapporti).  Predispone, infatti, la mucosa vaginale a mantenersi sempre lubrificata, favorendo i rapporti sessuali: non a caso, se ne consiglia l’applicazione alla sera prima di coricarsi. La posologia di questo gel, che è una farmaco a tutti gli effetti e richiede la prescrizione medica, è di una applicazione giornaliera per le prime tre settimane; dalla 4a alla 12a settimana si suggerisce un regime di mantenimento due volte la settimana, da proseguire poi nell’arco dell’anno su valutazione medica. L’indicazione specifica riguarda l’atrofia vaginale nelle donne in post-menopausa. Si possono comunque ipotizzare ulteriori applicazioni future, supportate da evidenze cliniche, nel trattamento della vulvodinia, nelle donne che hanno da poco partorito, nei casi di secchezza vaginale da pillola contraccettiva a basso dosaggio. Per quanto riguarda le pazienti oncologiche, pur non essendoci un’indicazione, non si sono riscontrati effetti collaterali, né aumento di recidive. Uno studio su un centinaio di donne, presentato al Congresso di Roma dalla professoressa Nicoletta Biglia, del Dipartimento di Ginecologia oncologica dell’Ospedale Mauriziano di Torino, ha confermato i benefici dell’utilizzo delle terapie topiche nelle donne operate alla mammella le quali, a causa dei farmaci (tamoxifene e inibitori dell’aromatasi) che devono assumere per almeno cinque anni, soffrono di atrofia vaginale. Il dato importante emerso da questo Congresso è l’orientamento favorevole nei confronti della terapia ormonale topica per la cura della sintomatologia legata all’atrofia vaginale.

a cura di Paola Trombetta

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