E’ una delle cefalee più dolorose e insopportabili e colpisce le donne tre volte più degli uomini, ma spesso viene etichettata come un “banale” mal di testa. Uno studio effettuato da un’equipe di neurologi del Medical Center dell’Università di Pittsburgh, evidenzia che solo il 7% di chi si rivolge ad un pronto soccorso, riceve una diagnosi di emicrania. Oggi, però, l’Associazione Neurologi Italiani per la Ricerca sulla Cefalea (www.anircef.it) che organizza l’annuale Congresso nazionale a fine maggio, ha stilato una serie di linee guida rivolte ai medici di base e ai neurologi che non si occupano in modo specifico di cefalee, per facilitarne la diagnosi. Questo mal di testa, infatti, non è il classico cerchio o la “solita” cappa pesante che opprime tutto il capo. <Colpisce solo metà della testa, rendendola pulsante e una crisi può durare anche 72 ore di seguito>, spiega Bruno Colombo, responsabile del Centro Cefalee dell’Ospedale S.Raffaele di Milano. <Il dolore è intenso, aumenta quando ci si muove e spesso è accompagnato da insofferenza a luce e rumori, nausea e vomito. Inoltre, per molte donne, questo copione è strettamente legato al ciclo mestruale e si manifesta ogni mese o quasi, a partire dai due giorni che precedono l’arrivo delle mestruazioni e nei tre successivi. La crisi si associa spesso a due disturbi altamente specifici dell’emicrania: insofferenza ad alcuni odori che in altri momenti risultano gradevoli (profumi femminili, soprattutto quelli con un bouquet dolce, aroma del caffè e fumo di sigaretta), e allodinia, un’ipersensibilità a stimoli minimi (pettinarsi, ricevere una carezza) che vengono percepiti come stilettate insopportabili>.
Se ci si rivede in questo copione, perciò, non è il caso di convivere con la testa che pulsa: vale la pena di passare al contrattacco perché le soluzioni non mancano. Il primo step? Rivolgersi ad un centro per la cura delle cefalee dove gli specialisti, oltre a formulare la diagnosi, possono prescrivere farmaci ad hoc. Per l’emicrania, soprattutto se ricorrente, non basta il solito antinfiammatorio da banco: sono necessari i triptani, farmaci che l’International Headache Society (massima autorità scientifica in materia di cefalee) considera di prima scelta. Vanno prescritti dal medico, anche perché a questa categoria appartengono molecole con tempi d’azione più o meno rapidi ed esistono diverse formulazioni (anche in pastiglie da inghiottire senz’acqua o in spray nasale): la cura deve essere perciò personalizzata.
<Esiste tuttavia un denominatore comune: assumere il farmaco alle prime avvisaglie di mal di testa>, suggerisce Bruno Colombo. <C’è infatti una sorta di finestra temporale da rispettare perché il farmaco dia i risultati voluti: in genere non supera i 40 minuti, ma il tempo è subordinato anche alla rapidità con cui l’emicrania si fa strada e, se la crisi si manifesta sin da subito come intensa ed “esplosiva”, si riduce a pochi minuti. Se gli attacchi, nell’arco di un mese, sono numerosi (almeno 4-5) è possibile ridurre frequenza, durata e intensità con l’assunzione giornaliera di farmaci specifici (betabloccanti, calcio antagonisti o alcuni antiepilettici tra cui il topiramato), usati a scopo preventivo>. Prevenzione possibile, ma più soft, anche se la testa scoppia solo nei giorni del flusso.<Per l’emicrania mestruale si può utilizzare la cosiddetta profilassi breve: assumere una o due compresse dello stesso antinfiammatorio che si rivela efficace per l’attacco a partire dai tre giorni precedenti il flusso e continuare ad assumerlo per tutti quelli in cui si soffre di mal di testa>, spiega il nostro esperto. <Per ottenere risultati ancor più efficaci, si può ricorrere a un triptano ad azione prolungata che deve essere prescritto dal medico: una, o in qualche caso, due compresse al giorno a partire dalle 24 ore precedenti l’arrivo delle mestruazioni e per i tre giorni successivi>.
PREVENZIONE “VERDE” PER I BAMBINI
Anche i bambini soffrono di emicrania: il 25% dei soggetti emicranici ha avuto il primo attacco in età prescolare. In particolare per i piccoli, è in fase di sperimentazione una “profilassi verde” di cure preventive che sfruttano le proprietà di specifiche piante. Questi i composti più promettenti: un mix di ginkgobilobide B (principio attivo estratto dal ginkgo biloba), vitamina B2 e coenzima Q 10 che ha dimostrato un’efficacia del 70-80%. In aggiunta un secondo composto, a base di L-triptofano, griffonia simplicifolia, vitamina PP e vitamina B6.
SOS: A CHI RIVOLGERSI
Per identificare un centro per la diagnosi e la cura dell’emicrania, si può consultare il sito dell’Associazione Neurologica Italiana per la ricerca sulle Cefalee (www.anircef.it) oppure quello della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (www.sisc.it).
A cura di Ida Macchi