La pillola che vorrei? Se esistesse, una donna su due sarebbe disposta ad assumerla. Lo conferma una recente indagine DOXA, realizzata per conto di Teva, su un campione di mille donne in età fertile, dai 18 ai 50 anni. Il 78% delle intervistate è favorevole all’uso della pillola per fare contraccezione, ma solo il 27% ha dichiarato di usarla abitualmente. Una percentuale che è, comunque, nettamente superiore a quella reale (14,2%), ben lontana dalla media del Nord Europa che è intorno al 40-45%, con picchi in Germania (52%) e Portogallo (58%). Nel nostro Paese, inoltre, le giovani mostrano una certa diffidenza e rimandano a 22 l’età della prima assunzione, rispetto ai 17 anni nel resto d’Europa. Cosa chiedono le donne quando prendono la pillola contraccettiva? <Che non interferisca con l’equilibrio ormonale e metabolico e soprattutto che non le faccia ingrassare, conseguenza più temuta dalle donne> conferma la professoressa Rossella Nappi, coordinatore delle attività del Servizio di Endocrinologia ginecologica, fertilità e menopausa del Policlinico San Matteo- Università di Pavia. <Quando però si parla della presenza nella pillola di componenti “naturali”, come il 17 beta-estradiolo, molto simile a quello prodotto dalle ovaie, i pregiudizi delle donne si ridimensionano>. Dai primi di aprile, è in commercio una nuova formulazione più naturale, contenente 17 beta-estradiolo e nomegestrolo acetato, già usato in alcune formulazioni della menopausa per la sua proprietà di ridurre la proliferazione dell’endometrio. <Per queste caratteristiche, la nuova pillola provoca un flusso più leggero e più breve, non altera i parametri dei grassi, degli zuccheri, né quelli della coagulazione> conferma il professor Andrea Genazzani, direttore della Cattedra di Ostetricia e ginecologia dell’Università di Pisa. <Inoltre non interferisce a livello del fegato come fa invece l’etinilestradiolo, unico estrogeno usato finora per la contraccezione. Questa nuova pillola sembra dunque il contraccettivo adatto a tutte le donne che non desiderano usare prodotti che possano alterare il naturale equilibrio del metabolismo ormonale>. Un’altra prerogativa è la sequenzialità monofasica: cosa significa.jpeg”>conferma la professoressa Rossella Nappi. <L’uso dell’estradiolo naturale e il rilascio costante potrebbero renderla particolarmente indicata per quelle donne in cui gli sbalzi ormonali possono creare problemi, come è il caso della cefalea mestruale o dell’endometriosi>. E, a proposito di quest’ultima patologia, di cui soffre il 15-17% delle donne in età fertile, dovrebbe presto ottenere l’indicazione per il trattamento specifico una pillola contenente solo il progestinico dienogest. <Ha una spiccata azione antiproliferativa sull’endometrio, oltre ad avere buone proprietà antinfiammatorie e di riduzione del flusso mestruale>. Non a caso la combinazione già in commercio di estradiolo valerato (simile all’estrogeno naturale) e dienogest, ha da poco ottenuto l’indicazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco per le mestruazioni abbondanti che si riducono dell’88% dopo sei mesi di trattamento. Due studi recenti (Harmony I e II), condotti su 655 donne in nove Paesi del mondo, confermano anche una riduzione del 40%, con l’uso di questa pillola, di dolore pelvico e cefalea e, di conseguenza, una netta diminuzione, da parte delle donne, dell’uso di antidolorifici.
di Paola Trombetta