Certo il giorno degli innamorati è una festa costruita ad arte per vendere più cioccolatini a forma di cuore, rose rosse e regalini. Ma può anche trasformarsi in un’occasione per approfondire il significato dell’innamoramento. Ne abbiamo parlato con Enrichetta Buchli, filosofa e psicoanalista junghiana, autrice tra l’altro del saggio Il mito dell’amore fatale (Baldini Castoldi Dalai).
Si può essere innamorati in modo ragionevole?
<Almeno apparentemente, l’innamoramento è un’uscita-da-sé. Un’esperienza sempre estrema, intensa, straordinaria, esaltante. Qualcosa che ci rapisce e trascina verso l’ignoto, al di là di noi stessi e della nostra quotidianità>.
Cosa succede quando ci innamoriamo?
<L’innamoramento è una dimensione interiore che emerge: l’individuo viene rapito non dall’essere che gli sta dinanzi ma da un’idea di cui era inconsciamente portatore, un’idea che viene risvegliata ed evocata dall’incontro. Al di là dei meccanismi biochimici che fanno scattare la scintilla di attrazione tra due persone, secondo un punto di vista strettamente psicoanalitico, dunque, ci innamoriamo poiché inconsciamente proiettiamo sull’altro qualcosa di nostro, o aspetti mai raggiunti del proprio Ideale dell’Io. E contemporaneamente idealizziamo l’oggetto che ci appare in questa fase come unico al mondo e insostituibile. Ma siamo noi, ripeto, sotto la nostra spinta interna, ad attribuirvi le qualità che desideriamo egli abbia, ma che nella realtà forse non possiede. E’di questa fantasia di relazione perfetta e agognata che ci innamoriamo. Nell’innamoramento non vediamo la persona come in realtà è, ma come vorremmo che fosse. L’innamoramento sano, tuttavia, quando è vitale e positivo, quando cioè riusciamo a fendere la nebbia della proiezioni e delle idealizzazioni, e a guardare l’altro nella sua verità. Lo racconta molto bene il mito di Eros e Psiche, che sono i grandi Archetipi che operano in noi quando siamo innamorati. nella favola di Apuleio. Psiche viene rapita da Eros, così come gli amanti sono rapiti dalla loro passione. Psiche ama Eros, vive il desiderio di lui, lo immagina ma non lo conosce. Nel momento in cui gli amanti si vedranno, la loro “ferita” sarà nel vivere la trasformazione o la morte delle immagini ideali che, nel periodo dell’innamoramento, ognuno ha creato per sè e per l’altro>.
Consigli per rimanere innamorati come il primo giorno?
<Ma non si può restare innamorati come il primo giorno! Gli esseri umani cambiano, evolvono, e tutto si trasforma…>
Eppure c’è chi afferma: “Lo amo come il primo giorno”….
<L’innamoramento dura solo perché rinasce. Altrimenti continuiamo ad amare solo l’immagine che ci siamo costruiti l’uno dell’altra. Ecco la soluzione dell’enigma. Queste persone, in realtà, si innamorano di nuovo della stessa persona. E’ come se la vedessero per la prima volta. Con occhi diversi. Può succedere, naturalmente, anche se il termine “innamorati” non è il più appropriato. Userei la parola amore, per indicare ciò che unisce una coppia che cammina insieme da qualche tempo. Viene data molta enfasi a questo primo momento dell’amore di coppia, al punto che si è creata la diffusa convinzione che al consolidamento di questo stato euforico vadano tesi tutti gli sforzi. E questo non è solo romanticismo, ma un modo di pensare fuorviante e talvolta pericoloso. Certo, io credo nell’innamoramento, ma penso che non basti. L’innamoramento è quel primo meraviglioso segnale che ci avverte che quella persona per noi è speciale e quella giusta per pensare a un futuro in comune. Ma, come ho detto, si nutre più dell’immaginario che del reale>.
L’innamoramento offre materiali, mattoni per una costruzione successiva?
<Fatalmente, prima o poi l’innamoramento finisce e se si è ben usato questo tempo per imparare ad amare l’altro, allora anche il legame di coppia si consolida. Germoglia vitale un sentimento nuovo, meno travolgente forse, ma più pieno. “Prosaico” per sua natura, forse, ma mai onnipotente. E questo è appunto l’amore: accogliere l’altro nella sua intima verità, in tutta la sua luce e la sua ombra. Dopo la tempesta iniziale, si assaporano allora nuovi piaceri e nuove emozioni, altrettanto intensi, legati alla progettualità, al senso di sicurezza e di appartenenza reciproca, alla consapevolezza di poter contare sulla presenza, la disponibilità e il sostegno del partner, di fronte a qualsiasi difficoltà della vita>.
Quelle che… si innamorano sempre, e subito?
<Hanno bisogno di vivere continuamente in uno stato di eccitazione e di tensione. In verità, questo innamoramento continuo nasconde la difficoltà ad amare in modo maturo, a vivere una relazione a contatto con la realtà quotidiana. Quando il rapporto si consolida e l’esaltazione iniziale si stempera, come è nell’ordine naturale delle cose, si comincia a chiedersi “Tutto qui?”. E si comincia a guardarsi in giro alla ricerca di un nuovo partner>.
Cioè non sono capaci di passare dall’innamoramento all’amore?
<Proprio così. Danno il meglio di sé all’inizio della relazione: sono piene di slanci, di attenzioni, ma l’innamoramento non si trasforma mai in amore. Sono donne (ma più spesso uomini narcisisti), innamorate del momento esaltante e poco disposte a incarnarlo in relazioni reali. L’amore richiede invece la capacità di vedere l’altro per quello che è e di accettarlo con i suoi pregi e difetti. Più spesso sono donne incapaci di stare da sole: vivono proiettate sul mito della coppia a tutti i costi, alimentata da un modello femminile per cui una donna è completa solo se è una metà. Sono ancora tante infine le donne, come vedo in terapia, che restano imprigionate in aspettative irrealizzate e irrealizzabili e soffrono di amori infelici>.
Ma ci sono donne che invece non si innamorano più, anche tra i 30-35 anni. Nei casi più “gravi” gli psicologi parlano di anoressia sentimentale: perché accade?
<E’ un problema sentito da molte donne, che oggi avendo raggiunto una maggiore indipendenza economica hanno questa possibilità di “sottrarsi” a trovare “un uomo purché sia”. Sono donne stanche di delusioni, addii, fallimenti o, al contrario, temono un cambiamento traumatico della loro vita, di venire risucchiate in un rapporto totalizzante che faccia perdere la loro libertà e il controllo sull’Io. Altre volte, si tratta di qualcosa di più profondo, un nodo affettivo che risale spesso all’infanzia. Anche scegliere di innamorarsi di qualcuno che non è disponibile è un modo per evitare di affrontare questa paura inconscia dell’intimità. Credo che alla radice ci sia invece un profondo bisogno di ciò che si rifiuta, l’innamorarsi per l’appunto, tanto forte da rendere spaventosa e intollerabile l’eventualità della delusione>.
Sempre più spesso le donne di oggi scelgono partner più giovani, quelli che vengono etichettati come toy boys, i fidanzati giocattolo (che piacciono tanto alle star). Più o meno come fanno molti uomini, arrivati alla fatidica boa dei cinquanta… Cosa ne pensa?
<Ho sempre difficoltà a parlare in termini generali, rimango dell’idea che ogni relazione ha motivazioni e dinamiche personalissime. Si tratta, per certi versi, di donne più sicure di se stesse, più consapevoli del proprio corpo e di ciò che produce loro piacere. Scavando un po’ sotto la superficie ci si accorge, però, che non sempre l’ostentazione di tutta questa sicurezza è reale. Quando avviene la fatale rottura e il toy boy se ne va, non tutte riescono a mantenere intatta l’autostima e a “passare oltre” con stile. Fatta questA premessa, rispondo allora così: scegliere questo tipo di relazione va bene, a patto di sentirsi a proprio agio, e purché non ci si facciano illusioni. Spesso invece ci si inganna, scambiando per amore qualcosa che dovrebbe essere chiamato diversamente. Avere accanto un partner giovane può anche servire a esorcizzare le paure dell’invecchiamento (proprio come succede agli uomini) e gratifica perché fa sentire ancora desiderabili. Una delle molle può essere il desiderio di ritrovare una dimensione esistenziale (non solo erotica) piena di slancio, di entusiasmo, di vitalità, riscattando la parte più giovane e più dinamica della propria psiche>.
Come possiamo far durare l’amore?
<Ritengo che l’amore sia un incontro e una costruzione. Mantenere l’amore nel tempo significa accogliere l’altro, non darlo mai per scontato, e trasformarsi con lui. Non possiamo avere una vita amorosa felice se non accettiamo i cambiamenti, se non sappiamo assorbire gli inevitabili scossoni, affrontando anche il dolore della nuove scoperte che l’amore porta sempre con sè. Secondo pilastro: non rinunciare al proprio “territorio”. Anche quando si è in coppia è importante mantenere uno spazio segreto solo per sè: non significa tradire l’altro. Non è facile. Abbiamo alle spalle una cultura millenaria che tende a vedere nella coppia una fusione tra due persone, mentre una coppia si costruisce veramente quando ci si rende conto che l’altro è diverso, non assimilabile a noi. Infine, comunicare e comunicare. Quando il confronto è aperto crea un rapporto in cui entrambi ci si sente al sicuro e aumenta la fiducia reciproca. Questa capacità ideale di affidarsi a se stesso e all’altro, di stabilire una intimità psichica e corporea, di verbalizzare i propri bisogni e le proprie fantasie, quando avviene, nutre l’amore e ne è nutrita>.
di Cristina Tirinzoni