Filler, formule cosmetiche e metodiche anticellulite tra le novità presentate al XXXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), tenutosi di recente a Roma.
Belen Rodriguez e George Clooney: sono i modelli di bellezza a cui vorrebbero somigliare 3 persone su 4. E per raggiungere tale obiettivo, sono pronti a spendere da 500 a 2 mila euro l’anno. È uno dei sorprendenti dati emersi da un recente sondaggio effettuato dai medici della Società Italiana di Medicina Estetica tra i pazienti che frequentano i loro studi e presentato a Roma in occasione del XXXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). Gli interventi più richiesti allo specialista? Al primo posto (45,3%) figurano tossina botulinica e filler, seguiti da biostimolazione (36,4%) e peeling (31,1%), mentre quasi un paziente su 5 (19,2%) chiede trattamenti mesoterapici, per combattere grasso e cellulite. Sempre secondo il sondaggio, la maggior parte degli interpellati (38,8%) dichiara di essere disposta a investire “in bellezza” da 500 a 1000 euro l’anno. Un altro terzo si spinge fino a 2 mila euro (34,7%), ma c’è anche chi non si ferma di fronte a nessun ostacolo, considerando “possibile” superare i 5 mila euro l’anno (1,1%).
Se poi alle spese in medicina estetica si aggiungono cosmetici e palestre, parrucchieri ed estetiste, ci si accorge che, quasi 4 persone su 10 (39,9%) devolvono alla “remise en forme” dai 500 ai mille euro l’anno, che sfiorano per qualcuno i 500 al mese…
Niente male, in tempi di crisi come gli attuali! Evidentemente gli italiani sono disposti a tagliare i consumi su molti fronti (dall’alimentare all’abbigliamento), ma continuano a ritenere essenziale l’investimento sul proprio look. E non solo per edonismo, ma anche per sentirsi bene con se stessi e gli altri, oltre che per fronteggiare con serenità lo scorrere del tempo. Non a caso, quindi, tra i nuovi trattamenti spiccano i filler.
Rinfrescare le labbra e la pelle
Tra i più gettonati, i filler specifici per le labbra. Due le nuove formulazioni presentate al Convegno di Roma, a base di acido jaluronico NASHA™ (Non-Animal Stabilized Hyaluronic Acid), alla concentrazione di 20 mg/ml e con l’aggiunta di un anestetico, la lidocaina, per rendere indolore il trattamento. Per chi, invece, punta su un “refreshing” delle labbra che non ne modifichi forma e volume, ma le renda più lisce, toniche e luminose, con un seducente effetto “glossy”, c’è Restylane Refresh Lip, l’ultimo nato della famiglia Skinboosters. La stessa a cui appartengono i Restylane (Vital, Vital Light e Refresh Lip), studiati per rigenerare la pelle e mantenerla sana e vitale. Non filler, ma nemmeno rivitalizzanti o biostimolanti cutanei, contengono un particolare gel di acido jaluronico NASHA, in grado di apportare un’idratazione profonda di lunga durata, migliorando progressivamente la qualità dei tessuti. Dunque, non correggono singoli inestetismi (come la ruga), ma lavorano in profondità nel derma dell’area trattata.
Tra i peeling di nuova generazione, c’è quello composto da 4 tipi acido (mandelico, glicolico, azelaico e citrico), che combatte macchie, acne o rughe, mediante tre “maschere terapeutiche”, da applicare tutta la notte o per diverse ore senza effetti collaterali.
Tra sostanze efficaci e texture sensoriali
E in ambito prettamente cosmetico? La ricerca continua a fare progressi, mettendo a punto formule sempre più mirate e hi-tech. Tra i principi attivi più interessanti, spiccano i peptidi, che stimolano la sintesi di collagene ed elastina, essenziali per mantenere tonici i tessuti. Hanno inoltre un’azione anti-rughe e anti-borse. E le tanto decantate staminali? Sono cellule molto “giovani”, che hanno un’azione stimolante sulla pelle, come i fitormoni. Sempre nel campo dell’anti-aging, c’è poi la grande famiglia degli anti-radicali liberi che combattono i processi di invecchiamento. Quasi tutti di origine vegetale (pino marittimo, pomodoro, uva, carote, aloe vera, tè verde…), vanno assunti con la strategia “dell’in” (come integratori) e “out”(come creme). Altre innovazioni sono rappresentate dalle alghe, da tutta la chimica del mare mutuata dalla cultura orientale e giapponese e dalle piante che vivono in condizioni estreme.
Nel mirino della ricerca cosmetologica, c’è anche la glicazione. È una reazione chimica e non enzimatica, che avviene, appunto, tra zuccheri semplici, come fruttosio e glucosio, e proteine presenti in muscoli e derma. E modifica forma e distribuzione dei fibroblasti (le cellule che producono l’impalcatura di sostegno dei tessuti), incrementa la distruzione di collagene ed elastina da parte dell’organismo e ne irrigidisce le fibre. Di conseguenza, i tessuti perdono tono, compattezza ed elasticità e, col passare degli anni, tendono ad assumere uno sgradevole colorito grigio-giallastro. Ed ecco creme e sieri in grado appunto di prevenire o ritardare la glicazione, incentrati su molecole molto piccole di dipeptidi, come la carnosina. Simili a veri e propri “kamikaze”, attirano gli zuccheri “cattivi”, impedendo, così, il loro ancoraggio alle fibre di collagene ed elastina.
Né può mancare un cenno all’impiego di pietre preziose nei cosmetici.
In alcuni casi funzionano davvero perché contengono oligoelementi, cioè derivati minerali che catalizzano alcune reazioni biochimiche.
Ma non di sole formule è fatta la cosmetica. Anche le texture contano.
Vanno di moda quelle sensoriali che, se da un lato, rendono l’applicazione della crema più gradevole, ne migliorano, dall’altro, la funzionalità, favorendo la penetrazione dei principi attivi attraverso gli strati cutanei, là dove serve. Da qualche anno, sono soprattutto i sieri a incontrare il favore delle consumatrici, mentre nel campo della detersione, sempre più diffuse le salviettine, i wet wipes, un modo di pulirsi rapido e ben tollerato dalla pelle, utile anche fuori casa. L’ultimo boom della cosmetica? Le BB Cream (da Blemish Balm): via di mezzo tra crema e fondotinta, nutrono e proteggono la pelle, mimetizzando le imperfezioni.
Strategie anti-cuscinetti
Fronte cellulite, nemico dichiarato della stragrande maggioranza delle donne. Le novità più importanti sono le metodiche mutuate dalla medicina dello sport: dai campi magnetici, che servono per ristrutturare il tessuto connettivo, alla pompa biomagnetica usata per ridurre il dolore; dalla tecarterapia e le radiofrequenze che servono ad aumentare il collagene agli “spazzolamenti” con luci laser e infrarossi, che apportano ossigeno ed energia ai mitocondri. Meglio se precedute da una dieta “acidificante”, che depura l’organismo mediante uno schema alimentare personalizzato. Uno tipo: 2-3 giorni a frullati di frutta o di verdura, seguiti da 5-6 di dieta senza glutine per l’intestino e da 15-20 con “una colazione da re, un pranzo da principi e una cena da poveri”, concentrando i carboidrati alla mattina e le proteine alla sera e mantenendo sempre la proporzione di un 60% di alimenti alcalinizzanti (frutta, verdura e legumi) e 40% di acidificanti (carne, dolci, carboidrati).
di Monica Caiti