WOMEN FOR EXPO: LE DONNE “PROTAGONISTE DELLA NUTRIZIONE”

“Nutrire il pianeta: energia per la vita”: lo slogan di Expo vede la donna protagonista, rappresentante dell’ “altra metà della terra”. Chi meglio delle donne, infatti, potrebbe gestire le risorse per nutrire il pianeta? Sulla centralità della donna, fautrice di un auspicabile cambiamento nelle politiche della nutrizione, si è discusso all’Auditorium di Padiglione Italia di Expo, in occasione dell’evento di presentazione del Women for Expo, una rete internazionale di donne. Ideata fin dal 2008, dall’intuito di Letizia Moratti, Diana Bracco, Emma Bonino, Marta Dassù e realizzata in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Mondadori, riunisce oggi più di 200 rappresentanze femminili da tutto il mondo, in ambito politico, culturale, artistico, scientifico, imprenditoriale, con l’obiettivo comune di promuovere un cambiamento nelle scelte alimentari, per evitare sprechi e garantire a tutti una sana alimentazione.

«Ancora oggi 800 milioni di persone soffrono la fame e ogni minuto 6 bambini con meno di 5 anni muoiono per denutrizione», puntualizza Emma Bonino, presidente di Women for Expo, intervenuta alla presentazione. «Eppure nel mondo viene prodotta una quantità di cibo sufficiente a sfamare ogni singola persona, ma più di un terzo viene sprecata». Per citare qualche dato, nei Paesi sviluppati i consumatori sprecano cibo per una quantità (220 milioni di tonnellate all’anno), all’incirca equivalente a quella del cibo che viene prodotto nell’Africa Sub-Sahariana. Un divario stridente che potrebbe essere ridimensionato se le donne diventassero “protagoniste della nutrizione”. E non solo perché la donna detiene storicamente il primato nel focolare domestico, ma perché, valorizzando le risorse organizzative e gestionali, potrebbe affrontare meglio molti problemi legati allo spreco di cibo nei Paesi sviluppati e alla produzione di alimenti nei Paesi in difficoltà. «Per ottenere questo – conclude Bonino – è indispensabile garantire uguali diritti alle donne, soprattutto l’accesso ai crediti, alla proprietà delle terre, agli strumenti di produzione e alla conoscenza dei mercati. Del resto le donne rappresentano già il 43% della forza lavoro in ambito agricolo, ma sono quasi sempre relegate a lavori manuali. L’atavica considerazione delle donne “che mangiano per ultime” deve essere capovolta in nome di un maggiore riconoscimento dei ruoli produttivi e gestionali. Un modo per incentivare, soprattutto le giovani generazioni, a dedicarsi alla produttività agricola nei rispettivi Paesi».

E per dare indicazioni pratiche di come procedere, è stata presentata la Women for Expo Alliance, un manifesto di azioni concrete contro lo spreco alimentare, messo a punto da Women for Expo International in collaborazione con FAO e Programma Alimentare Mondiale, una sorta di “Carta delle donne” per fare del cibo un diritto universale. Al manifesto ha dato la sua adesione Michelle Bachelet, presidente del Cile, che ha sottolineato la necessità di realizzare un profondo cambiamento culturale per affermare i diritti delle donne, partendo dall’educazione delle giovani generazioni.

«A rappresentare questi diritti saranno più di 200 donne da tutto il mondo che hanno organizzato, nella settimana dal 29 giugno al 10 luglio e nei mesi di settembre e ottobre, dibattiti, convegni, spettacoli per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del ruolo della donna nel promuovere cambiamenti nelle politiche di nutrizione del pianeta», spiega Marta Dassù, presidente esecutivo di Women for Expo. «E’ un’alleanza aperta di donne da tutto il mondo e ci aspettiamo che aderiscano anche altre associazioni, altre donne, altre ragazze».

Il programma completo degli eventi è pubblicato sul sito: www.we.expo2015.org. L’inaugurazione è avvenuta con il Women’s Forum Italy, organizzato dall’Associazione Imprenditrici “Valore D” in collaborazione con il Women’s Forum for the Economy and Society, che riunisce i principali vertici femminili dell’economia internazionale. Negli appuntamentii successivi, “Valore D” in collaborazione con la Fondazione San Patrignano, ha promosso una serie di dibattiti sul ruolo dell’agricoltura sociale nella soluzione dei problemi di emarginazione. Il 2 luglio è stato presentato il progetto “Città donna: la città ricostruita al femminile” per incentivare la creazione di spazi cittadini e ambienti rurali a misura di donna. Il 5 luglio sono state premiate le vincitrici del concorso “Progetti delle donne”, nato per valorizzare il talento femminile, la capacità progettuale e imprenditoriale. Dall’8 al 10 luglio il Forum di Aspen, in collaborazione con FAO e WHO, ha previsto una serie di incontri ed eventi per favorire il dialogo tra differenti culture, presentare le innovazioni nel campo della sicurezza alimentare, nutrizione, salute. La sera del 9 luglio si è tenuto il Global Dinner Women for Expo (#WeEatTogether), dove le donne di ogni Paese rappresentato a Expo hanno presentato i propri piatti in rappresentanza delle differenti culture. Infine il 10 luglio, giornata conclusiva, si è svolto l’evento organizzato da ActionAid Italia per celebrare il 20° anniversario della Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne di Pechino, dove si sono discussi i punti cardine, firmati da 189 governi, che ancora oggi rappresentano il documento più avanzato in tema di diritti delle donne. Nell’occasione verrà annunciata la decisione di mantenere Women for Expo come progetto strutturale in tutte le prossime conferenze internazionali. E già si pensa a Expo 2020 a Dubai, dove la questione femminile sarà particolarmente delicata…

di Paola Trombetta

 

IL ROMANZO DEL MONDO

«Il mio rapporto col cibo è stato condizionato da due anni di campo di concentramento in Giappone, durante l’ultima guerra. Ho avuto fame. Più che la paura delle bombe – e ne cadevano in continuazione sulla nostra testa – più che i terremoti – e ne abbiamo patiti a decine – più della paura dei parassiti e delle malattie – ed eravamo tutti malati di beri-beri e di scorbuto – era la fame! Ho sperimentato sulla mia pelle cosa vuol dire stare a digiuno per giorni, mesi, anni… Per fame mangiavo le formiche che vedevo passare nel nostro misero cortile. Finché non ho preso un’intossicazione e mio padre mi spiegò che le formiche hanno in corpo una sostanza che si chiama acido formico ed è appunto tossica…». E’ l’inizio di un racconto scritto da Dacia Maraini e pubblicato nel libro “Novel of the world”, edito da Women for Expo, con il contributo della Fondazione Mondadori (si trova sul sito: www.we.expo2015.org). Cento donne, provenienti da ogni parte del mondo, hanno voluto dare il proprio contributo per parlare del loro rapporto col cibo in contesti particolari, dove riaffiorano i ricordi delle tavole rurali dell’infanzia, con le nonne protagoniste assolute, fedeli custodi di ricette che si tramandano da generazioni. Per illustrare il libro, una serie di immagini emblematiche sono esposte al Padiglione Donna, a pochi metri da Palazzo Italia. E per rinnovare queste preziose tradizioni, WE-Women for Expo ha lanciato l’iniziativa “Ricetta per la vita”: ogni donna può inviare una ricetta speciale, che appartiene alla sua storia personale, familiare, alle tradizioni del suo Paese. Una ricetta che deve rappresentare anche un consiglio per un futuro più sostenibile, un esempio di buona pratica per combattere gli sprechi. Per informazioni: womenforexpo@fondazionemondadori.it.(P.T.)

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