FARE SPORT AIUTA A COMBATTERE IL MAL DI TESTA

Settembre: tempo di programmazioni, soprattutto lavorative. Ma se le vacanze ormai concluse sono state all’insegna dello sport all’aria aperta e del benessere, al rientro è senz’altro opportuno pianificare qualche attività fisica per mantenere i benefici dell’estate e non solo. Lo sport, si sa, ha un effetto terapeutico sulla salute a tal punto che l’Oms (Organizzazione Mondiale per la Salute) ne raccomanda la pratica costante e regolare di almeno 60 minuti al giorno. Un consiglio poco seguito dagli italiani tanto che le ultime stime parlano di solo 16 milioni di “attivi” contro la folta schiera di quasi 25 milioni di “sedentari”, tra i quali anche coloro che soffrono di mal di testa. Che commettono invece un errore. «Si parla ancora troppo poco dell’influenza estremamente positiva dello sport su questa problematica – dichiara il professor Gennaro Bussone, Primario Emerito all’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e Presidente Onorario Anircef  (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee). L’esercizio fisico, del giusto tipo e svolto con modalità e tempi corretti, può aiutare non solo a curare ma anche a prevenire i sintomi della cefalea, in particolare di quella tensiva, una tra le forme di mal di testa più diffuse. Infatti lo stile di vita all’insegna dello stress, delle tensioni e dell’ansia può costituire uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza del disturbo». Ben noto alle donne: affette soprattutto da emicrania, in un rapporto di sei a uno rispetto all’uomo, che può insorgere durante il ciclo – la tipica emicrania mestruale – o anche ricorrere più volte durante il mese. «L’emicrania, nonostante abbia una prevalenza più bassa tra la popolazione generale (15-18%) rispetto all’emicrania di tipo tensivo (60-70%) – dichiara Cristina Tassorelli, professore associato presso il dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia – è più disabilitante e causa di un dolore così forte da costringere a letto per diverse ore, perdendo anche la giornata intera o più di una. Mentre la cefalea tensiva può limitare solo nello svolgimento di alcune attività, tra cui lo sport».

Anche in questi casi, dunque, la pratica sportiva fa bene e può aiutare, sebbene occorra rispettare comportamenti precisi. «L’emicranico, sia donna che uomo – continua la professoressa – durante l’attacco non riesce a fare sport, pena l’acutizzazione del dolore. Nella cefalea tensiva, invece, la pratica sportiva anche in fase acuta e sintomatica, potrebbe favorire la scomparsa del problema. In linea generale, e nel rispetto di questa prima indicazione, è possibile dire che lo sport praticato regolarmente può contribuire a ridurre la frequenza degli attacchi». Scegliendo il tipo di attività, l’intensità, la durata e la frequenza giusti, è possibile dunque innescare un circolo virtuoso di benessere, anche sul mal di testa. «Fare esercizio fisico – aggiunge Bussone – contribuisce a un maggiore apporto di ossigeno, a migliorare respirazione e circolazione sanguigna e a ridurre la vaso­dilatazione sanguigna cerebrale, una delle principali cause delle crisi di cefalea. Inoltre, l’attività fisica favorisce anche l’elasticità e la scioltezza muscolare, in particolare nell’area del collo e della spalle, zona spesso contratta da cui origina il “mal di testa da cervicale” con ripercussioni anche su altri sintomi quali vertigini, insonnia e affaticamento».

Ma gli effetti benefici si hanno anche sulla psiche: «Praticare uno sport – precisa Tassorelli – fa sentire più prestanti, secondo l’espressione americana “self efficiency”, aiutando così anche l’emicranico a superare la sua sensazione d’incapacità a portare a termine cose e attività perché inibito dalla sua malattia disabilitante». Quali attività fisiche, allora, possono aiutare a prevenire il mal di testa? «Anzitutto – raccomanda la specialista – deve trattarsi di uno sport che piace, utile a staccare la mente da pensieri per il tempo della pratica favorendo così una riduzione anche di tutte le tensioni fisiche e mentali. Ai miei pazienti consiglio sempre di fare sport tra cui anche la cyclette, ma non davanti alla tv, che cronicizza pensieri o preoccupazioni. Si può fare attività invece, ascoltando musica in cuffia, o con strategie differenti, a patto che aiutino a staccare nel rispetto “dell’effetto caffettiera”, in cui cioè viene buttata fuori tutta la pressione in eccesso, per consentirne il ritorno a livelli più facilmente gestibili».

Per combattere il mal di testa, vanno privilegiate attività sportive di tipo aerobico: come pilates e yoga che possono alleviare i primi sintomi di un attacco di cefalea e che hanno proprietà benefiche di prevenzione; infatti, grazie all’azione sul sistema nervoso vegetativo, attraverso il lavoro su postura e respirazione, queste possono “desensibilizzare” il dolore nel sistema nervoso centrale. La corsa, con inizi moderati alternata a camminata veloce, che può allentare lo stress e la tensione muscolare, attraverso il rilascio immediato di endorfine che agiscono da antidolorifico naturale; il nuoto che non solo irrobustisce i muscoli dorsali e cervicali, aiutando una postura dritta contro il rischio di eventuali cefalee muscolo-tensive, ma che può avere anche un effetto “meditativo”. Infatti immergere la testa sott’acqua può indurre uno stato di relax a beneficio di tutto il corpo, contro lo stress della vita quotidiana. Infine la bicicletta: un esercizio a basso impatto per il corpo, che mantiene il ritmo cardiaco a un livello accettabile e può essere praticato da tutti. «Sono invece da evitare – aggiunge ancora Bussone – tutti gli sport “pesanti” che richiedono sforzi eccessivi e prolungati quali sollevamento pesi, body building, boxe e competizioni agonistiche, ma anche qualunque attività praticata senza sufficiente preparazione o riscaldamento, come una partita di calcio improvvisata». Ci sono però altre indicazioni che possono aiutare a prevenire o a controllare il mal di testa, come lo stile di vita: «E’ importante conoscersi – consiglia Tassorelli – per capire che cosa il nostro corpo può tollerare. In linea generale, infatti, l’emicranico beneficia di uno stile di vita regolare, come non andare a dormire troppo tardi, non ingerire quantità eccessive di alcol, fare attenzione a certi cibi (formaggio, fritti, cioccolato soprattutto che possono innescare il mal di testa in alcuni soggetti), non andare incontro a digiuni in quanto anche l’ipoglicemia può stimolare l’insorgenza del mal di testa. Per scoprire i tanti fattori di innesco individuali, sarebbe utile tenere un diario dove segnare non solo gli attacchi emicranici, ma anche  informazioni alimentari e stili di vita dei giorni precedenti gli episodi che, anche se potrebbero apparire insignificanti, possono invece aiutare a capire la frequenza, la periodicità degli attacchi».

Dal punto di vista clinico, è importante agire al primo attacco, prima cioè che diventi più forte, intenso e disabilitante: «Non curare il mal di testa – conclude Bussone – significa esporsi al rischio di cronicizzazione o assumere dosi più alte di farmaci. Tra le diverse soluzioni disponibili in automedicazione, l’ibuprofene, l’ibuprofene sale sodico e il naprossene sodico, soprattutto nel mal di testa da cervicale, offrono un buon profilo di efficacia e sicurezza e agiscono in tempi rapidi bloccando l’evolversi dell’episodio cefalalgico». Auto-intervento a cui devono seguire però il consiglio e la giusta terapie dello specialista.

di Francesca Morelli

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