<L’adolescenza è l’esperienza della “prova d’autore”, mentre la scuola è un grande laboratorio dove poter promuovere la “psicologia della salute”attraverso il riconoscimento e lo sviluppo armonico di tutto il ventaglio dei potenziali creativi>.
Ad affermarlo è Roberto Boccalon, psichiatra, direttore dell’Istituto di psicoterapia espressiva di Bologna (Ipse, Psicoterapie integrate all’arte terapia e alla danza-terapia) e professore a contratto presso l’Università di Ferrara e l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che sarà protagonista del ‘Venerdì culturale’ all’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) sul tema della ‘Creatività e identità in adolescenza’. L’incontro è in programma il 6 giugno nella Capitale, in via Alessandria 128/b, alle ore 21.
Il relatore presenterà un progetto di ricerca/intervento, “Prove d’autore”, svolto in una classe di un Liceo di scienze umane a Ferrara. Un percorso, lungo cinque anni, che ha visto impegnati una ventina di ragazzi e i loro insegnanti all’interno di laboratori esperienziali di danza, arte e osservazione per sviluppare, attraverso il processo creativo e l’empatia, la conoscenza di sé e degli altri.
DUE FOCUS – “Prove d’autore” è quindi un progetto che ha aiutato gli adolescenti a prendere coscienza delle proprie metamorfosi. Ha rappresentato per gli allievi e gli insegnanti un percorso di co-evoluzione ‘creativa’, nato dall’esigenza <di promuovere all’interno del curriculum scolastico una maggiore attenzione allo sviluppo psico-affettivo, alle dinamiche relative all’identità personale vista come polo dialettico naturale di ogni processo d’apprendimento. Un arcobaleno di diversi linguaggi- sottolinea lo psichiatra- che non è stato una semplice esperienza d’animazione, di relax, ma ha permesso a studenti e insegnanti di alimentare, riconoscere e interiorizzare in modo più consapevole le rispettive metamorfosi>.
Il progetto ha presentato al suo interno due focus: <Il modello della comunicazione interpersonale, perché il dialogo rende possibile la costruzione del sapere e il modello tutto italiano della ‘bottega d’arte” che ha reso possibile la creazione dei nostri patrimoni all’interno di un triangolo interattivo che vede agli angoli il maestro, gli allievi e il piacere per le cose che si fanno. Abbiamo cercato di ricreare, nella scuola, il clima relazionale ed operativo, della bottega d’arte- precisa lo psichiatra- prestando molta attenzione al ‘mestiere’ di adulto/insegnante, inteso come testimonianza agli adolescenti/allievi di competenza e di l’amore per quello che fa e propone>.
IL VINCOLO PER UNA BUONA RIUSCITA – I laboratori espressivi non devono essere considerati attività ricreative collaterali, ma essere integrati nelle ‘ore scolastiche’ al fine di sviluppare gli spunti emersi all’interno di tutte le materie previste. Per questo motivo sono stati coinvolti anche gli insegnanti che hanno avuto uno stimolo per rivedere l’impianto didattico globale. La pluralità dei codici (verbale, linguistico e pittorico) ha permesso a ognuno dei professori di prendere spunti per poi riproporre la sua materia in maniera diversa. Una richiesta tassativa al preside, da parte dei promotori del progetto, è stata quella di avere un luogo, uno spazio riconosciuto che desse valore al lavoro svolto e testimoniasse la dignità dei processi espressi, proteggesse la privacy dei manufatti e ne impedisse il degrado.
KIT PER LE SCUOLE E NUOVI OBIETTIVI – <Sarebbe auspicabile- sottolinea Boccalon- estendere a più scuole il progetto “Prove d’autore” per costituire un campione sufficientemente ampio valutabile con test statistici, secondo i crismi scientifici>. È stato infatti realizzato un kit per le scuole, “un modo di fare indirettamente formazione agli insegnanti per implementare la capacità, l’offerta e le risorse che la scuola dà e che possono avere risultati importanti sia in termini di apprendimento e di sviluppo di altre conoscenze della persona, che di educazione globale>. Per informazioni: Ufficio stampa Istituto di Ortofonologia: 06/45499518. (P.T.)