Le temperature aumentano: rischio spossatezza, senso di vertigine, cefalea, crampi muscolari e nei casi più gravi perdita di conoscenza e collassi circolatori in agguato. Sono i sintomi tipici della disidratazione: un evento frequente in estate – in spiaggia, anche sotto l’ombrellone, o in ambienti eccessivamente caldi e poco areati – cui sono maggiormente esposti bambini e anziani. Elevate temperature significano anche aumento della sudorazione: due fattori che implicano la perdita di liquidi e sali minerali che necessitano di essere tempestivamente reintegrati per evitare o prevenire conseguenze importanti. «L’acqua – spiega il Professor Umberto Solimene, dell’Università degli Studi di Milano, Presidente FEMTEC (Federazione Mondiale del Termalismo), nonché membro dell’Osservatorio Sanpellegrino – è la bevanda da preferire per dissetare l’organismo. Bevuta costantemente e abbondantemente nell’arco dell’intera giornata, contribuisce a ripristinare il bilancio idrico che può essere messo a dura prova anche dall’innalzamento della temperatura di soli 2 gradi, da condizioni ambientali di scarsa ventilazione, da un tasso di umidità elevato o anche da una sudorazione più abbondante». Insomma quel che ci vuole è una bottiglietta d’acqua a portata di mano, anche sotto l’ombrellone.
Non tutti i liquidi però sono uguali: soprattutto in estate gli esperti consigliano di evitare gli alcolici e limitare caffè e tè. E una ragione scientifica c’è: «Agiscono come diuretici – precisa il professore – e favoriscono la disidratazione. Inoltre è meglio ridurre anche il consumo di bevande zuccherine, che dissetano in un primo momento, ma che poco dopo fanno aumentare la sete e la voglia di liquidi dolci. I quali, a loro volta, richiamano un desiderio ‘dolce’, alimentando una idratazione scorretta». L’acqua però non va mai bevuta fredda: sebbene piacevole e refrigerante al palato, lo sbalzo termico fra temperatura del liquido ingerito e dell’organismo, potrebbe indurre disturbi anche gravi. Come la congestione dovuta ad uno squilibrio nella circolazione, con conseguente scarso afflusso di sangue al cervello e blocco della digestione.
Ottimale sarebbe integrare l’apporto idrico anche attraverso il cibo, mangiando cioè ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta e verdura, dei cinque diversi colori raccomandati. «Anche se consumati in abbondanza – conclude Solimene – riescono a fornire all’organismo solo fino a un litro di acqua al giorno, insufficiente per coprire il fabbisogno di almeno due litri quotidiani. Ecco perché frutta e verdura, sebbene raccomandate (anche per il ricco apporto di micronutrienti e fibre), non eliminano la necessità di bere». Sempre, abbondantemente e ovunque: al mare, in viaggio verso la vacanza, o anche restando nella calura della città. (Francesca Morelli)