L’infermiere è al centro di un nuovo modello di cura e assistenza a sostegno dei bisogni di salute dei cittadini, in un sistema sanitario dove acquista sempre maggior peso la gestione della cronicità. Sono i punti salienti della mozione conclusiva del XVII Congresso nazionale della Federazione dei Collegi IPASVI, approvata per acclamazione dagli oltre 3 mila infermieri presenti all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
«Basta con la riduzione numerica dei professionisti e con l’ibernazione dei loro compensi legata ai tagli che minano alla base il livello e la qualità dell’assistenza, mettendo a rischio la salute dei cittadini»,ha affermato la Presidente della Federazione IPASVI, senatrice Annalisa Silvestro. «E basta anche con le accuse di invasione di campo, che compromettono il lavoro d’équipe tra i professionisti della sanità».
Gli infermieri si impegnano a stringere un nuovo patto per l’assistenza con i cittadini, per rispondere ai bisogni di salute con competenza, professionalità e umanità e sollecitano le Istituzioni a garantire ai cittadini l’equità di accesso alle cure e all’assistenza su tutto il territorio nazionale, a erogare servizi orientati alla centralità e qualità di vita e a monitorare l’accuratezza delle prestazioni.
E chiedono la valorizzazione del loro percorso accademico, affinché la formazione sia sempre più coerente con le funzioni e i ruoli gestionali e assistenziali che l’infermiere assume in ospedale, a domicilio, sul territorio per garantire la presa in carico, la continuità assistenziale, l’informazione e l’educazione sanitaria.
Secondo il Sottosegretario al Ministero della Salute Vito De Filippo, «il dibattito sulle nuove competenze infermieristiche è antico e va risolto definitivamente. È evidente che le competenze si sono già consolidate e sul territorio ci sono buone pratiche che hanno consentito di ottenere risultati finalizzati a un miglior servizio ai cittadini».
Per Sergio Chiamparino, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e della Regione Piemonte, «l’impegno quotidiano degli infermieri è centrale per il buon funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, classificato dall’OMS come uno dei migliori al mondo a livello qualitativo e in termini di sostenibilità delle risorse. Sono cosciente dello stress quotidiano con cui convivono gli infermieri, dovuto soprattutto al fatto che i bisogni di salute mutano rapidamente. Siamo quindi tutti profondamente impegnati ad aprire nuovi spazi di lavoro e di occupazione che consentano a tanti giovani qualificati di inserirsi nella professione».
Tra le nuove proposte di inserimento professionale è la figura dell’infermiere nelle farmacie pubbliche per piccole prestazioni sanitarie, come la misurazione della pressione e della glicemia, per le medicazioni e per tutte le informazioni mediche al cittadino.
«Quella odierna – ha affermato il presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Andrea Mandelli – è una fase delicata per i professionisti, ma infermieri e farmacisti sono gratificati da una sfida comune: avere il cittadino come riferimento costante e come terminale della propria attività. La gente lo percepisce e ammira il nostro lavoro, ritenendo le professioni un valore aggiunto del sistema. Troveremo un punto di equilibrio rispetto al comma 566 della Legge di stabilità, che prevede la presenza dell’infermiere nelle farmacie, e riusciremo ad affrontare efficacemente il problema, mettendo da parte gli individualismi». (Paola Trombetta)